Posts written by aspirantiuditori

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    E' giunto il momento dei saluti e .... ho un groppo in gola e mi viene difficile persino digitare le parole.

    Come ho scritto in altra discussione (cfr. #entry462999760 ), con la chiusura di Aspiranti Uditori, si chiude, ma non muore, un "pezzo di vita", facendo mie, indegnamente, le parole di Assadhon.

    Da quel lontano marzo 2006, quando, finalmente, decisi di iscrivermi (dopo un paio di anni trascorsi a leggere "avidamente" le parti accessibili del forum), mi sono collegato talvolta giornalmente, talvolta più volte in uno stesso giorno, pur senza intervenire. Quando - per varie vicissitudini familiari o lavorative - ciò non è stato possibile, ho sempre avuto la certezza che a portata di mouse vi fosse un gruppo di persone ben affiatato, dall'elevatissimo profilo umano, e da un enorme, impareggiabile, spessore culturale (non soltanto giuridico) che con me condividono un sogno ed un modo di intendere la vita, a cui chiedere informazioni e consigli in un confronto franco e aperto, e dalle quali apprendere molto, moltissimo.

    Di tale splendido gruppo ho conosciuto personalmente solo alcuni, in occasione degli appuntamenti concorsuali (non solo Magistratura...) , con altri ho incrociato talvolta "la tastiera" nelle poche discussioni cui sono intervenuto, e ne sono uscito talvolta rinfrancato, talvolta con rinata voglia di approfondire, ma SEMPRE arricchito.

    Da ciò deriva la mia gratitudine per coloro che con la loro presenza più o meno attiva a seconda dei ruoli e dei momenti, hanno reso possibile l'esistenza di questo luogo virtuale di scambio generoso e di condivisione di idee, esperienze e conoscenze.
    E' un vero peccato che, ultimamente, esso sia stato reso meno civile e piacevole dalla propensione all'insulto personale e alla polemica sterile, frutto, secondo me, della degenerazione culturale e della crisi valoriale dell'intero tessuto sociale italiano, incarnata perfettamente, se non abilmente promossa, da una classe dirigente (politica e non) poco o nulla esemplare.

    Questo luogo, come è stato sottolineato nei suoi interventi degli utlimi giorni, dall'autorevole e gentilissimo prof. Grassi, avrebbe potuto e dovuto rappresentare una sorta di baluardo contro un siffatto degrado. Così non è stato, per l'incapacità di ognuno di noi, persone e cittadini - prima ancora che utenti, moderatori o amministratori - di interpretarne in tempo i segni premonitori onde reagire prontamente ed adeguatamente. Non so se la constatazione di detta incapacità sia stata alla base della decisione amara - da taluni non condivisa, ma degna del massimo rispetto - di chiudere questo fondamentale spazio. Probabilmente, se lo è stata, non ha costituito l'unico motivo.

    Se non fosse possibile un ripensamento in extremis, a noi utenti del Forum non resta altro che accettare e rispettare la decisione del Dott. Sepe, al quale va la mia personale gratitudine, per aver messo a disposizione, per tanti anni uno spazio assolutamente libero e gratuito di crescita umana e professionale.

    Ringrazio ancora una volta tutti gli amministratori, i moderatori ed i semplici utenti che con la loro presenza assidua e non, con i loro interventi hanno contribuito a rendere così esaltante (...oserei dire, vero e proprio motivo di orgoglio) la partecipazione o la semplice frequentazione del Forum, divenuto una seconda famiglia. Auguro a tutti voi, tutti noi, le migliori fortune e la miglior realizzazione possibile.

    Sono certo che l'esperienza non si disperderà, e se la decisione di chiudere definitivamente Aspiranti Uditori dovesse essere confermata nelle prossime ore, in qualche modo e in altri luoghi continuerà. Spero, però, che continui con la stessa generosità e la stessa serietà che ha caratterizzato le migliaia di pagine in cui si è sviluppato questo Forum.
    Questa speranza diventa augurio che rivolgo, in particolare, alle persone, che con una discreta dose di buona volontà, si stanno impegnando per far sorgere altre iniziative simili a questa.
    Mi permetto però di suggerire loro di tenere a mente che non è possibile ripetere in maniera identica questa esperienza che si avvia al termine e mi auguro che ogni nuova iniziativa dia luogo ad uno spazio di confronto civile, "delle regole e con le regole" e di libertà, e non dell'anarchia del sopruso e dell'arroganza.

    Ciao, Buona fortuna a tutti! :happy0025.gif:

    Domenico S. Alastra , detto aladom :)
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    Il Forum “Aspiranti Uditori” nacque nel lontano 1999, quando un gruppo di ragazzi si trovò a discutere del concorso per uditore giudiziario sulle pagine della rivista telematica giust.it, rendendosi subito conto della necessità di creare un’ iniziativa duratura che potesse dare voce alle aspettative, alle domande, ai bisogni di chi, dopo la laurea, sognava di entrare in magistratura.
    Tra le prime iniziative concrete ricordo la redazione di una “petizione” indirizzata alle maggiori autorità dello stato, finalizzata a suggerire delle soluzioni per migliorare l’organizzazione del concorso.

    Fu così che l’attuale Forum sorse e si sviluppò, per poi trasferirsi, nel 2004, sul dominio di Forum-free, dove risiede tuttora.

    Col tempo le varie sezioni furono suddivise in maniera più razionale, furono cooptati nell’amministrazione alcuni tra gli elementi più validi del forum, il numero di contatti superò di gran lunga i siti che, sul web, trattavano il medesimo argomento.

    Si può dire che questo spazio ha costantemente rappresentato un punto di riferimento prezioso per chi si dedicava allo studio per il concorso in magistratura e per i concorsi pubblici, apprezzato per lo spirito, disinteressato e gratuito, che lo animava (basta pensare, ad esempio, ai vari eccellenti “corsi on line” gratuiti).

    La linea del forum è stata sempre improntata alla più fiera indipendenza da qualsiasi organizzazione editoriale, imprenditoriale, affaristica.

    Nessun introito pubblicitario è stato mai incassato, ad onta delle insinuazioni di qualcuno. E i moderatori hanno svolto un compito ingrato, in modo impeccabile, spinti solo da altruismo e voglia di fare.

    In tutti questi anni un numero elevatissimo di aspiranti uditori si è confrontata qui. Moltissimi sono diventati magistrati, moltissimi altri hanno superato concorsi di primaria importanza. Tante belle amicizie, fidanzamenti, persino matrimoni si sono avverati grazie a questo Forum.

    Coloro che hanno condiviso questo cammino considerano “Aspiranti Uditori” un pezzo della propria vita. Come dargli torto!

    ***

    Poi però, pian piano, le cose sono mutate.

    Gli utenti sono cambiati. I “toni” sono divenuti più accesi, il tasso di litigiosità è cresciuto in maniera esponenziale. Non v’è un solo argomento che si possa affrontare in modo civile, senza polemiche, volgarità, aggressioni indistinte e deliranti. Una minoranza di disturbatori, scottati dall’insuccesso personale e incapaci di attribuirne a sé stessi le cause, si sono prodotti in continue lagnanze, polemiche, illazioni, invettive. Con un atteggiamento per nulla costruttivo ma che, alla lunga, ha stancato.

    Niente di più lontano dalle appassionate dispute giuridiche, filosofiche, storiche, politiche di un tempo e dallo stile che contraddistingueva la maggioranza degli utenti di allora. I quali avevano ben chiaro il senso del limite e del rispetto reciproco.

    Se a ciò si aggiunge che i moderatori – molti dei quali hanno superato il concorso e sono stati, nel tempo, investiti di gravose responsabilità nei rispettivi ambiti professionali – hanno avuto sempre meno possibilità di confrontarsi con simili elucubrazioni, si comprenderanno facilmente le ragioni per le quali, oggi, si è giunti a tale triste decisione.

    Né si può pretendere che il fenomeno appena descritto sia fronteggiato con i metodi polizieschi di chi vorrebbe espulsioni e liste di proscrizione. Nessuno qui si è impegnato negli studi per divenire il despota di un forum, o per essere anche solo accusato di ricorrere a sistemi repressivi, pur in presenza di gravi violazioni del regolamento.

    Peraltro non siamo stati capaci, lo ammetto, di coinvolgere per tempo altre persone, più giovani, con l’entusiasmo che avevamo agli inizi, nella gestione del sito, affinché prendessero il testimone per tramandarlo come avremmo sperato, con la garanzia di mantenere, nel tempo, inalterati i caratteri fondamentali dell’iniziativa.

    ***

    Queste, in sintesi, le motivazioni che fanno ritenere preferibile arrestarsi qui, essendo venute meno le condizioni per assicurare continuità alla gestione del forum.

    Queste le ragioni che convincono che “staccare la spina” sia una soluzione nobile e più desiderabile di una lenta agonia…

    D’altro canto sono certo che già domani, altri giovani animati da buoni propositi, entusiasmo ed altruismo s’impegneranno nell’offrire alla estesa comunità degli aspiranti uditori una nuova, degna dimora.

    Formulo pertanto i miei migliori auguri ai nuovi spazi che, in questi giorni, sono sorti e a quelli che nasceranno. Chi se ne occuperà dovrà considerare con attenzione le cause della decadenza di questo forum, assumendo le opportune precauzioni. La nostra esperienza, felice sotto molti punti di vista, sarà servita anche a questo.

    ***

    E’tutto.

    Nel concludere questa lunga lettera voglio esprimere un ringraziamento davvero sentito ai moltissimi che, in modo sincero e affettuoso, in pubblico o in privato, hanno speso parole di apprezzamento e di stima per chi ha gestito sin’ora questo “salotto virtuale”.

    Ringrazio tutti gli amministratori, i moderatori, gli amici che hanno dedicato tanto del loro tempo alla cura del Forum.

    Se questo luogo ha rappresentato un’esperienza di alto valore umano, ciò è stato possibile grazie allo straordinario spessore di chi lo ha quotidianamente frequentato e reso vivo. Di questo va dato atto a tutti.

    Giuseppe Sepe
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    Cari utenti,
    ho chiesto al fondatore di chiudere il forum con questa mia lettera di risposta ai vostri commenti.
    Li ho letti con attenzione e nessuno di questi è da me considerato offensivo, in quanto – vista la posta in gioco – comprendo che possa esservi un certo nervosismo.
    Ho scritto la mia lettera cercando di essere il più possibile chiaro, ma anche sintetico; comprendo ora che forse desiderate qualche ulteriore delucidazione.
    Ovviamente l’affermazione che più ha impressionato riguarda il rapporto tra idonei effettivi ed idonei potenziali.
    Chiarisco. La mia stima è fatta “ad occhio” e vorrebbe avere un valore generale, non riferita ad un singolo concorso, ed è forse riferibile anche al concorso notarile. Ciò significa che lo scarto d’errore credo sia variabile, mutevole da concorso a concorso. Come si arriva a quello scarto?
    Premetto che ciò che mi colpito, quale commissario docente, è il forte senso dei ruoli mostrato dai magistrati. I componenti “togati” si attendono che siano i professori a dare le linee guida della correzione. Quindi lo dirò a chiare lettere: posto che i concorsi non sono tutti uguali, posto che non tutte le commissioni sono di eguale pregio, quando la valutazione degli scritti partorisce risultati discutibili in gran parte la colpa è dei professori.
    Il nucleo di tutto sta nella sequenza “tipo di traccia-criteri scientifici di valutazione- applicazione concreta”. Su questa sequenza incide inoltre il convincimento (la speranza?) della commissione di procedere ad una selezione omogenea, che sia il più possibile oggettiva.
    Partiamo dal tipo di prova: un tema. Non è necessario spendere molte parole per illustrare quanto sia difficile, se non impossibile, procedere ad una valutazione costante ed omogenea di migliaia e migliaia di temi. Quando inizi a correggere coltivi l’illusione che ciò sia possibile, ma non c’è una commissione che, completata la correzione, non sia colta dal dubbio di aver operato il malato non con un bisturi, ma con l’accetta. Ovviamente i criteri scientifici iniziali dovrebbero servire proprio a questo: ad azzerare il margine di errore e a rendere omogeneo il giudizio. Questo però vale sulla carta, perché è sufficiente una svista, un’omissione, o una discutibile impostazione nella relazione scientifica che quel margine di errore aumenta.
    Ovviamente io confido che la commissione di cui ho fatto parte abbia prodotto uno scollamento tra idonei reali ed idonei potenziali molto esiguo. Ma rimane il fatto che vedendo come funziona il concorso ho molti dubbi che tale sistema sia affidabile.


    Facciamo un esempio. Immaginiamo che la traccia contenga una parte generale ed un quesito specifico. Un compito con una parte generale eccellente ma privo di una adeguata trattazione del quesito specifico deve essere promosso o no? Talvolta simili compiti contengono qua e là passaggi brillanti e – a mio giudizio – dovrebbero essere promossi. Sull’altro versante si possono trovare compiti “formalmente” completi rispetto allo schema di riferimento, eppure chiaramente redatti da candidati poco brillanti. In questi casi la pretesa oggettività si trasforma in una zavorra sì da lasciar fuori il candidato arguto e sveglio e far passare quello meno dotato.
    Il punto è che l’oggettività della valutazione è una chimera quando si tratta di valutare dei temi. L’unico modo per diminuire gli errori è di non pretendere di valutare a monte col bisturi, altrimenti è sicuro che si finisce col “tagliare” anche la parte sana. A fronte di quesiti a soluzioni opinabili, tanto più si decide di serrare la valutazione, tanto più aumenta il margine d’errore. Ecco perché sostengo che preparare quelle relazioni sia un compito difficilissimo: gli autori si dovrebbero sforzare di prevedere tutte le possibili soluzioni ragionevoli. Ma è facile che qualcosa sfugga con le note conseguenze. Un lavoro condiviso diminuisce questo rischio: più è ricca, più è articolata la relazione, tanto più diminuisce il margine d'errore.
    Su un altro versante si potrebbe decidere di rendere più serrato il quesito. Tra le idee di riforma che circolano in magistratura v’è quella di sottoporre ai candidati un caso pratico, da risolvere motivando. Anche questa è una soluzione molto ragionevole che potrebbe diminuire il margine d’errore.
    Ma rimane la necessità di fondo che i professori vengano responsabilizzati circa il loro ruolo. Una relazione articolata, ragionata, completa non s’improvvisa.

    Per quanto riguarda la storia delle percentuali di promossi, posso giurarvi che non c’è nessun calcolo matematico da parte delle commissioni. Io non ho mai fatto nessun calcolo e neppure i miei colleghi. Quel risultato vien fuori proprio in ragione della fedeltà della correzione ai criteri di riferimento. Un po’ come un rubinetto, basta aumentare o diminuire il margine di scollamento dalla relazione ed ecco che la percentuale varia.

    Il punto è che non si dovrebbe mai dimenticare che si ammettono in magistratura delle persone e non dei temi. Il tema deve servire a rilevare se hai davanti una persona preparata ed intelligente. Se il compito denuncia questi meriti, perché non promuoverlo, anche laddove sia atipico rispetto ai criteri? E qui, come vedete, si ritorna al tema dell’importanza delle relazioni, ed anche – aggiungo ora – a quello della personalità e del carattere del commissario docente.
    D'altra parte portare agli orali altre cento-duecento in più persone significa rallentare tutta la procedura. E non è un mistero che il Ministero stia col fiato sul collo delle commissioni.
    Alcuni anni fa una commissione (coraggiosa) di un concorso notarile decise di portare agli orali un numero di candidati pari a quasi il doppio dei posti disponibili. Apriti cielo… non sapete quante polemiche si scatenarono.


    Come vedete il problema è delicato e di non facile soluzione. Ovviamente il concorso perfetto è una chimera, ma rimane il dovere morale di impegnarsi per limare le asperità della procedura.
    Di idee se ne potrebbero formulare molte. Ad esempio si potrebbe trasformare la procedura in procedura comparativa, consentendo alle commissioni di rivalutare casi dubbi: fin quando le buste coi nomi sono chiuse tutto si potrebbe fare.
    Certamente noi professori veniamo “maltrattati”. Mentre i magistrati vengono collocati fuori ruolo noi dobbiamo continuare a far tutto (i nostri corsi, esami, ecc.). Vantaggi economici? Ridicoli…uno striminzito rimborso spese ed un paio di migliaio di euro quale “stipendio”.
    Tiriamo le somme:
    1) rendere pubbliche le relazioni scientifiche. Il fatto che siano pubblicate è uno sprono a che sia fatte bene.
    2) Introdurre delle prove fondate sulla soluzione motivata di questioni concrete
    3) Modificare la forma mentis delle commissioni e far capire loro che per inseguire la patente di commissione rigorosa non è necessario giudicare con severità (fallace) gli scritti, giacché ci sono pur sempre gli orali che ti permettono la scrematura finale.

    Io mi rendo conto che può apparire eversivo che un commissario intervenga in un forum e racconti tutta la verità.
    Il punto è che io stesso non capisco perché quando sei dall’altra parte della barricata tutto debba apparire oscuro e misterioso. La verità, se non v’è nulla da nascondere, non fa paura a nessuno.
    Io ho lavorato con una commissione di altissimo profilo umano e scientifico. Ai miei colleghi, al mio Presidente, posso rivolgere solo elogi. Ho molto da rimproverare, invece, alle regole, perché con QUESTE regole – alcune scritte, altre derivate dalla prassi – anche i migliori vengono messi in condizione di sbagliare.
    Vedete qualunque sistema complesso cui spetta il compito di fornire beni o servizi conosce delle criticità. I concorsi in Italia sono l’unico procedimento che si pretende sia perfetto. Va sempre tutto bene, vincono sempre i migliori ecc. quando è evidente che non è così. Se un controllore di volo fa un errore, cade un aereo. Ma la colpa è davvero sua o di chi non ha previsto dei sistemi di controllo in grado di gestire l’errore umano?

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    Ricevo dal Prof. Grassi - antico amico di questo Forum - una lettera "aperta" che contiene riflessioni profonde e toccanti su ciò che è stato questo luogo e cosa è divenuto nel tempo.
    Si tratta di una testimonianza di uno studioso che è stato componente della commissione esaminatrice di un recente concorso e che ben conosce gli aspetti di criticità legati alla organizzazione e gestione dello stesso.
    Si tratta, al tempo stesso, di un'occasione preziosa per comprendere - ammesso che lo si voglia intendere - che è ben possibile esprimere le proprie opinioni, ancorché critiche nei confronti di chicchessia, senza ricorrere all'invettiva delirante e odiosa che, purtroppo, ha da tempo dominato le discussioni su questo forum.
    Ne approfitto per informare tutti che, a tempo debito, darò conto delle ragioni che mi hanno indotto alla decisione che tutti conoscete.
    saluti,
    Giuseppe Sepe




    Caro Giuseppe,

    cari moderatori,

    cari utenti

    ho letto il post che annuncia la decisione di chiudere il forum.

    Spero che non vi annoierete a leggere l'ennesima mail sulla questione, ma spero di poter fornire un utile spunto di riflessione.

    Io ho iniziato a "navigare" virtualmente nel lontano 1989. All'epoca l'accesso ad internet non era ancora molto diffuso, ed infatti mi limitavo a connettermi ad alcune BBS (Bullettin Board System) sperimentando così le prime gioie della condivisione dei files.

    Nel 1991, dal dipartimento ove ero collaboratore volontario, iniziai a connettermi in modo regolare ad internet. Posso quindi dire di aver vissuto in prima persona la trasformazione "sociologica" di internet. Quando sta accadendo al forum non è altro che il riflesso di una crisi di crescita di tutto il web.

    Internet, quale luogo dotato di una assoluta libertà, porto franco da ogni regola, appartiene ad un passato ove gli utenti facevano parte di una elite culturale di ottima levatura, elite la quale non aveva bisogno di nessuna regola giacché capace di autoregolarsi grazie all'elevato livello etico degli utenti.

    Internet degli anni '90 costituisce, credo, una straordinaria sperimentazione (utopica?) di quella che potrà essere l'umanità il giorno in cui i valori di quella elite culturale saranno patrimonio comune. Ma allo stato così non è: internet è divenuta la fedele riproduzione della vita reale e di questa inizia a replicare tutti i difetti.

    I vecchi utenti (come lo sono io) guardano con nostalgia all'epoca in cui si alzava la bandiera dell'assenza di regole, ed alcuni di loro continuano a sognare che essa sventoli intonsa come allora. Ma purtroppo ciò non è più possibile.

    Su internet, ed in molti fora, il tasso di litigiosità è cresciuto rapidamente, e questo forum non ha fatto eccezione.

    Desidero sottolineare che sul piano umano comprendo perfettamente la decisione del fondatore. Gli attacchi alla magistratura erano divenuti troppo frequenti e fors'anche "pericolosi" per lo svolgimento dei concorsi (ho sentito alcuni magistrati teorizzare che certe proteste durante il concorso erano state organizzate sul forum le sere precedenti le prove). Però va anche detto che tutte queste polemiche non sono altro che l'eco digitale di un malumore diffuso verso i concorsi pubblici, malumore che trova le proprie fondate radici nelle modalità di svolgimento del concorso.

    E' singolare notare che dopo il mio ritorno sul forum, conclusa l'esperienza da commissario, nessuno mi abbia chiesto: "professore, perchè non ci racconta come vanno davvero le cose lì dentro?" Lo avrei fatto volentieri ed avrei detto pubblicamente ciò che posso riassumere in poche battute:

    1) è un concorso onesto guidato da persone oneste e scrupolose, che si impegnano per svolgere al meglio il loro compito.

    2) se i commissari sono i "piloti", le regole concorsuali sono l'auto che viene consegnata loro dal Ministero con la pretesa che vengano realizzate prestazioni eccezionali. Peccato che se i piloti sono tutti campioni di formula uno, l'auto è una vecchia Peugeot 205 diesel...

    L'incrocio di questi due aspetti produce un concorso sì onesto ma inefficiente. Posso anche azzardare una stima di questa inefficienza: per ogni 300 candidati ammessi agli orali ne esistono altri 200 che meriterebbero eguale sorte, senza alcuna concessione alla qualità della selezione.

    Anzi: in molti casi tra gli esclusi vi sono candidati brillanti, che meriterebbero l'ammissione agli orali in misura anche maggiore rispetto ai loro più fortunati colleghi. Nell'aleatorietà della scelta dei 300 privilegiati all'interno della più ampia rosa di circa 500 persone cresce e si alimenta quel malumore che ormai sta diventando rancore.

    I correttivi vi sarebbero, ma la magistratura si chiude a riccio ogni qual volta si parla di riformare in modo serio il concorso, in quanto teme che "mettendo mano" alle regole potrebbe venir limitata l'autonomia dell'autorità giudiziaria. E queste non sono mie parole, ma le parole di un ex vicepresidente del CSM con cui ho avuto l'onore di dialogare a lungo su questi problemi.

    Da docente ho vissuto con grande turbamento il fatto che la commissione non potesse spiegare ai ragazzi per quale motivo li bocciavamo. Certe volte il dispiacere era così grande che mi veniva voglia di aprire la busta col nome per poter telefonare al candidato per spiegargli le ragioni della nostra decisione!

    Sottolineo che i registri dei verbali NON contengono neppure uno spazio ove poter sinteticamente motivare il provvedimento. L'omissione è ancora più grave ed ingiustificata se si pensa che i verbali dell'altro concorso "fratello" (quello notarile) contengono tale spazio, ove la commissione si cura di descrivere le ragioni della bocciatura. Dunque "l'atto di nascita" di chi sarà chiamato ad attuare i valori costituzionali, ad invocare i fondamentali principi della democrazia (trasparenza, ragionevolezza, legalità) è un atto feudale e dispotico se non addirittura kafkiano. Ritengo disdicevole che la magistratura non avverta in modo corale la necessità di affrontare questo nodo.

    Ma la motivazione del provvedimento non è neanche il maggiore dei problemi. L'aspetto più rilevante (comune a qualunque concorso pubblico) riguarda l'individuazione dei criteri di correzione. E non mi riferisco a quelli pubblici, risibili ed ingenui, che le commissioni si tramandano dall'epoca del concorso con cui Noè selezionò chi imbarcare sull'Arca: mi riferisco a quelli scientifici di cui ogni commissione si dota all'inizio dei lavori di correzione, grazie soprattutto al lavoro dei commissari docenti, criteri i quali non vengono depositati tra gli atti della commissione. Ebbene: queste relazioni decidono, di fatto, chi vive e chi muore. Esse sono uno "strumento di misura" e come tali dovrebbero essere informate ai più elevati livelli scientifici: dovrebbero contenere un'esposizione ragionata di tutte le tesi prospettabili e soprattutto di tutte le possibili chiavi di lettura della traccia. Considerata l'elevata complessità dell'attuale nostro sistema giuridico è evidente che un simile risultato non può essere ottenuto all'esito di un lavoro "artigianale" realizzato da due, tre persone al massimo per quanto di alto profilo scientifico. Quello che voglio dire è che ormai è divenuto necessario un dialogo tra commissione e candidati di modo che i criteri scientifici siano il frutto di un lavoro condiviso.

    In un mondo perfetto queste relazioni dovrebbero essere pubblicate sul sito del Ministero PRIMA dell'inizio dei lavori di correzione, consentendo ai candidati - tramite un sistema di messanger anononimo ma utilizzabile solo dai candidati - di far pervenire al Presidente osservazioni e suggerimenti. Posso garantire che le commissioni non avrebbero alcuna remora a tener in conto tali osservazioni: anzi posso dire che sarebbero gradite ed apprezzate.

    Posso dirlo in quanto - di fatto - ciò è accaduto con la commissione di cui sono stato commissario. Tale "canale di comunicazione" è stato aperto dal tuo forum. Tutta o quasi tutta la commissione lo leggeva. Lo stesso hanno fatto le commissioni successive. Lo stesso forse sta facendo la commissione ora insediata. Tale scrupolo ed umiltà fa solo onore a chi si adopera affinché la correzione sia il più possibile equilibrata e coscienziosa.

    L'ampiezza e la qualità di questo "dialogo" è però determinata dall'autorevolezza del forum. E devo purtroppo sottolineare che questa autorevolezza è andata nel tempo scemando. Gli attacchi " a testa bassa" al concorso, ai commissari, alla magistratura hanno prodotto un affievolimento se non un'interruzione di questo dialogo. Partire dal convincimento che la commissione sia una sorta di “Spectre-masso-pluto-esoterica” intenta a gozzovigliare sui compiti, magari coi canini sporgenti leggendone uno-sì-uno-no, vuol dire non farsi ascoltare, ed il diritto di critica non si può pretendere valga a coprire ogni delirio.

    La verità sulla correzione? Molto più banale di quanto si possa credere. La commissione, dopo le relazioni scientifiche di cui ho detto, si divide in tre sottocommissioni. Ogni sottomissione, composta da nove persone e con un proprio presidente, è competente per la valutazione delle tre prove di un singolo candidato. Il gruppo da nove si divide in tre gruppi da tre. Nella stanza ove è presente il presidente si accomoda il funzionario del ministero cui spettano i compiti di verbalizzazione e gestione dell’apertura delle buste. Aperta la busta grande si aprono le tre buste con le prove, riportando su tutto il materiale il numero seriale di correzione (ciò rende IMPOSSIBILI errori di attribuzione delle prove). I tre compiti vengono smistati nelle tre stanze ed i tre gruppetti procedono in parallelo alla correzione degli elaborati. Il gruppo che termina per primo attende gli altri. Quando tutti hanno finito ci si ritrova nella stanza del presidente e si tirano le somme, anche valutando una compensazione tra le prove. Il tutto si svolge in un clima molto disteso, direi quasi domestico. Sovente qualche collega commissario si incarica di preparare il caffè e di fare un giro tra le stanze per distribuirlo a tutti. All’ora di pranzo ci si ritrova tutti in un baretto sotto gli uffici. Nessun costoso ristorante: solo una tavola calda con una cucina semplice, indispensabile per non rovinarsi lo stomaco.

    Trascorrendo due anni così si diviene amici, capisci e valuti le qualità umane degli altri e ti accorgi che in questi concorsi non c’è nulla di misterioso od oscuro. C’è invece tanta buona volontà di fare bene a dispetto di regole assurde.

    Un esempio? Io ho partecipato ad una procedura semplificata con solo due scritti. L’intento era di velocizzare la correzione. Peccato che nessuno si è ricordato di adeguare le regole per la correzione: le commissioni sono rimaste composte da nove persone le quali si sono divise in due gruppi asimmetrici, col risultato che i tempi di correzione sono rimasti immutati.

    Per non parlare della riforma Mastella, che ha imposto la formazione della commissione solo quindici giorni prima delle prove. Guidare un concorso di queste dimensioni ed importanza è come guidare un aereo. In soli quindici giorni i commissari ed il Presidente dovrebbero organizzarsi in modo da presentarsi impeccabili al primo giorno di prove. Improbabile…

    In compenso si è prevista la presenza di un paio di avvocati. Ben vengano, ma allora perché non imporre la presenza anche di due giudici amministrativi, in grado di portare la loro sapienza in una materia così complessa e – diciamolo con chiarezza – meno conosciuta di quanto lo siano il diritto civile ed il diritto penale?

    Un cenno anche alla preparazione delle tracce. La legge impone che la sequenza delle prove sia oggetto di sorteggio. Dunque la commissione non può iniziare l’elaborazione delle tracce fin quando uno dei candidati non provvede al sorteggio medesimo. In questo modo rimangono poche ore per predisporre i tre quesiti. E valutate che la redazione è collegiale; tutti pretendono di dire (giustamente) la propria e nessuno vuole far “passare” tracce preconfezionate da qualche collega. E voi vi sorprendete che con l’inevitabile gran confusione che ne deriva qualche traccia sia formulata in modo opinabile o poco preciso? Il rimedio sarebbe semplicissimo: predeterminare l’ordine delle materie. In questo modo la commissione potrebbe riunirsi già dalle sei di mattina (o dalla notte se si preferisce) in modo da lavorare con calma alla stesura di meditati quesiti.

    E’ la somma di tutti questi problemi a rendere inefficienti i concorsi pubblici. Ma di tutto ciò ne fanno le spese i commissari, che vengono pubblicamente criticati, in modo aspro. Mi dispiace, ma non ce lo meritiamo.

    Ovviamente qualcuno obietterà che esistono casi documentati di concorsi “discutibili”: mi riferisco a quello del 1992 e a quello della nota vicenda Renna. Per quanto riguarda il primo mi limito a rassicurare tutti: quella vicenda ha ormai i caratteri della irripetibilità. Non mi soffermo ad esporre le mie opinioni; mi limito ad osservare che dopo quel concorso si decise che la correzione dovesse avvenire in presenza di un cancelliere del Ministero.

    Il caso Renna rimane invece un mistero. Ma se si guarda alla vicenda con animo sgombro da pregiudizi si scorge una luce: a dispetto della condotta del commissario, il candidato “protetto” era stato bocciato. Infatti anche ammettendo che qualche commissario abbia interessi occulti, difendere il proprio protetto è molto difficile. Devi, innanzi tutto, avere la fortuna di essere di turno quando il tuo pupillo viene corretto ed anche se ciò dovesse accadere, puoi difendere solo una delle tre prove ( e comunque devi vedertela con gli altri due commissari). Ma per quanto tu lo possa difendere vi sono sempre i criteri scientifici di riferimento che costituiscono uno sbarramento difficile da superare.

    Insomma rassegnatevi: il concorso è onesto.

    A mio giudizio tutti i concorsi pubblici dovrebbero essere improntati alla massima trasparenza. Fosse per me organizzerei visite guidate per i candidati durante i lavori di correzione: la smettereste di scrivere assurdità. Di certo una maggiore trasparenza contribuirebbe a disinnescare il rancore che ormai mi pare collocato tra i candidati e le commissioni, rancore che – temo – non abbia ancora offerto i suoi frutti peggiori.

    Questo forum è stato una straordinaria occasione mancata. Avreste potuto organizzarvi, ad esempio, per preparare una bozza di riforma da sottoporre, a suon di firme, alle autorità competenti. Negli anni scoprirete che i buoni argomenti hanno una loro intrinseca forza e riescono sempre a farsi largo anche nelle condizioni peggiori. Certo, ci vuole pazienza ed equilibrio…

    Nell'attesa di una riforma che forse non arriverà mai (o se arriverà farà solo danni come da tradizione italiana) qual è la miglior sorte per il forum?

    Tre sono le soluzioni:

    1) chiuderlo e... buonanotte ai suonatori!

    2) moderarlo con maggiore severità, facendo capire agli utenti più irruenti che le livorose polemiche danneggiano tutti ed abbassano la credibilità del forum nella misura in cui contengono critiche irrazionali degne delle peggiori leggende metropolitane

    3) prendendo atto che un forum quando va on-line assume vita propria e si sottrae all'assoluta signoria del suo fondatore, fare un passo indietro introducendo delle regole democratiche, dando vita ad un consiglio direttivo frutto di un'elezione da parte degli utenti (con annessi onori ed oneri). Segnalo che proprio in questo modo si è salvato ed è cresciuto l'importantissimo forum di aviazione civile. Forum ove scrivono ed intervengono piloti di linea, ingegneri progettisti, controllori di volo. Ad un certo punto l'importanza del forum era divenuta tale che alla crisi di crescita non si poteva rispondere con la semplice chiusura. I fondatori hanno capito che la chiusura del forum avrebbe comportato un danno sociale che doveva essere scongiurato.

    Un’ultima riflessione voglio dedicarla a quell’utente che chiede insistentemente se i moderatori siano pagati, aggiungendo “la gratuità è sospetta. Passare il proprio tempo a vedere se il post di un utente può passare o no, non si sa in base a quale criterio nei casi non eclatanti, e quindi censurarlo rende legittima la domanda: perchè lo fai? e di solito la risposta affonda le sue radici in una branca diversa dal diritto.”

    La domanda vale anche per me. Chi me lo fa fare? Ho speso tutta la giornata a preparare questa lettera aperta e l’ho fatto a danno del mio lavoro (per il quale sì sono pagato). Chi mi paga? La CIA, Berlusconi? Occulte correnti della magistratura?

    E’ triste pensare che tu, immagino giovane, sia già così cinico e rassegnato. Lo sai perché questo paese ancora non crolla? Perché esistono ancora persone guidate da un codice etico, che credono e sanno di avere un dovere verso gli altri, persone che – incredibilmente – sono altruiste. Era proprio quest’ altruismo lo spirito originario della rete. Sino a dieci anni fa nessuno avrebbe neppure formulato un pensiero come il tuo.



    Avrei molto altro da aggiungere ma mi fermo qui perché mi rendo conto di essere stato vittima di “Fulserite".

    Un caro saluto





    -------------------------------------------------------
    prof. avv. Ugo Grassi
    ordinario di diritto civile
    nell'Università degli Studi di Napoli
    Parthenope



    Ps prima che vi scateniate a commentare la mia lettera rammentate che voi siete protetti dall’anonimato. Io no.
  5. .
    Si avvisano gli utenti che a partire da domenica 17 luglio p.v. il Forum "Aspiranti Uditori" cesserà la sua attività.

    Dopo tale data le pagine del Forum resteranno visibili in sola lettura.

    Saluti,

    I curatori.
  6. .
    Può interessarti questa massima.
    ciao. g.



    Sez. 4, Sentenza n. 4844 del 02/12/2003 Ud. (dep. 06/02/2004 ) Rv. 229371

    Presidente: Coco GS. Estensore: Palmieri E. Imputato: Vuccisano. P.M. Ciampoli L. (Conf.)
    (Rigetta, App.Torino, 7 gennaio 2003).

    568 MISURE DI SICUREZZA - 004 PATRIMONIALI

    MISURE DI SICUREZZA - PATRIMONIALI - Confisca del denaro ricavato dalla vendita di sostanza stupefacente - Circostanza attenuante del fatto di lieve entità- Ammissibilità - Divieto di cui all'art. 12 sexies legge 7 agosto 1992 n.356 - Irrilevanza - Norma speciale.

    Può costituire oggetto di confisca ex art. 240 cod.pen. la somma di denaro che il giudice accerti essere stata ricavata dalla cessione della sostanza stupefacente anche nel caso di condanna per il reato di cui all'art. 73 comma quinto d.P.R. 9 ottobre 1990 n. 309, non ostandovi il divieto posto in relazione a tale fattispecie dall'art. 12 sexies del D.L. 8 giugno 1992 n. 306, conv. nella legge 7 agosto 1992 n. 356, che, quale disposizione speciale, trova applicazione solo nell'ipotesi particolare, dalla medesima regolata, di condannato che non sia in grado di giustificare la provenienza del denaro di cui ha la disponibilità
  7. .
    Gli ultimi post offensivi - e quelli ad essi relativi - sono stati rimossi. Siamo al secondo avviso...
    saluti.
  8. .
    Ogni volta che una discussione prende una inarrestabile piega polemica mi tocca intervenire per ricordare a tutti, e in particolare ai più recenti iscritti, che il Forum degli aspiranti uditori è nato per sollecitare un civile confronto di opinioni, tra chi svolge, o aspira a svolgere, una delicata funzione, quella del Magistrato. Un luogo di confronto che, per quanto possibile, vorrebbe servire ad affrontare temi concreti, la cui discussione possa presentare una qualche utilità per gli stessi utenti del Forum.
    Sempre più spesso, invece, si pretende di utilizzare il Forum al di là dei limiti che lo stesso regolamento impone, con note aspramente polemiche che trascendono in insulti e diatribe personali.
    Questo non è consentito.
    Grazie, G. Sepe

  9. .
    Tutti gli argomenti, tanto più se di pubblico interesse, possono essere dibattuti sul Forum. Si tratta però di usare l'equilibrio e la misura necessaria nell'esprimersi, evitando eccessi verbali che non possono essere tollerati.
    grazie, g. sepe
  10. .


    Il Plenum del CSM ha invitato il Ministro della Giustizia a bandire entro breve tempo un concorso per magistrato ordinario per 370 posti.
    Di seguito il testo della delibera.





    Il Consiglio,

    vista la nota prot. n. 25954.U in data 14 marzo 2011 con la quale il Ministro della Giustizia, richiamando l'art. 3, comma 2, del D.lgs n. 160/06, ha chiesto che il Consiglio voglia determinare il numero dei posti da pubblicare nell'ambito del concorso per magistrato ordinario che intende bandire con pubblicazione programmata per l’inizio del prossimo autunno;

    osserva.

    I. - Con la nota in esame il Ministro della Giustizia evidenzia le attuali gravi carenze di organico della magistratura, sulla cui tempestiva riduzione incidono negativamente i tempi necessari per l’espletamento della procedura concorsuale. In ragione di ciò, il Ministro ravvisa l’opportunità di bandire un nuovo concorso per magistrato ordinario, accelerando ancora una volta la normale cadenza annuale prevista dall’art. 3, primo comma, del D.lgs n. 160/2006.

    Per ciò che concerne il numero dei posti da bandire, nella nota del Ministro si dà atto che, alla data del 2 marzo 2011, risulta una vacanza di 1124 posti, parzialmente impegnata dal numero -calcolato in previsione rispetto ai dati esistenti- dei vincitori dei concorsi in atto (quello per 350 posti, indetto con D.M. 15.12.2009, in relazione al quale si stanno svolgendo le correzioni delle prove scritte, e l’altro per 360 posti, indetto con D.M. 12.10.2010, in attesa dell’espletamento delle prove scritte, previste per giugno del 2011), sicchè, all’esito, il numero residuo effettivamente disponibile è stimato in 414 posti totali.

    Tale numero di posti può essere aumentato, ai sensi dell’art. 1, primo comma, del D.lgs n. 160/2006, tenendo in conto quelli che si renderanno vacanti nel quadriennio successivo.

    Nella nota ministeriale si rappresenta che, senza tener conto dei magistrati che andranno in pensione a settanta anni (si tratta di un numero definibile solo statisticamente, sulla base del rilievo che negli ultimi dieci anni il 7,5% degli aventi diritto non ha chiesto di essere trattenuto in servizio dopo il compimento del settantesimo anno) ed avendo riguardo soltanto ai magistrati ultrasettantenni che nel prossimo quadriennio (marzo 2012 – febbraio 2016) andranno a compiere 75 anni, sono bandibili ulteriori 291 posti corrispondenti ad altrettante vacanze che certamente matureranno nel periodo indicato.

    Il Ministro della Giustizia, dopo aver rilevato che i risultati degli ultimi concorsi dimostrano che il numero dei possibili idonei sarebbe di gran lunga inferiore al numero dei posti bandibili, ha dichiarato che è auspicabile che il numero dei posti da coprire possa essere determinato in 370.

    II - Le gravi carenze di organico, così come indicate dallo stesso Ministro della Giustizia, sono in numero elevato e decisamente preoccupante per la gestione dell’organizzazione degli uffici sui quali ricadono e, pertanto, non si può che concordare sulla necessità di bandire in tempi rapidi un nuovo concorso.

    Le esigenze di assicurare celerità alla procedura concorsuale, anche in termini di più facile gestione dell’organizzazione della stessa, e la considerazione che il corretto svolgimento della procedura, con la necessaria, consueta e attenta valutazione dei concorrenti finalizzata alla selezione ottimale degli stessi, fanno propendere per l’opportunità di optare per il metodo prospettato dal Ministro di accorciare il tendenziale ordinario termine di cadenza annuale del prossimo bando e di limitare il numero dei posti a concorso a quello di 370 unità.

    D’altro canto, questo Consiglio - così come già fatto in precedenza- ritiene di dover segnalare la necessità, imposta dalla rappresentata grave situazione di scopertura d’organico, che la programmazione concorsuale non sia limitata alla prossima procedura ma già si proietti per la realizzazione, in eguali tempi brevi e ravvicinati, di una successiva procedura concorsuale per altrettanti posti, che assicuri di far fronte in modo congruo alle complessive vacanze d’organico.

    In tal modo, peraltro, è possibile ragionevolmente prevedere che si realizzi anche un benefico effetto di migliore distribuzione delle domande tra i due concorsi successivi, peraltro senza che vengano cristallizzate in un’unica procedura concorsuale un numero considerevole di vacanze d’organico.

    III – In questa sede appare opportuno reiterare anche l’auspicio, più volte espresso da questo Consiglio ([1]), che in vista dei nuovi concorsi si possa addivenire ad un intervento legislativo finalizzato a rimuovere i problemi derivanti dai divieti e dai limiti introdotti dall’art. 13 D.Lgs. 160/2006, in tema sia di mutamento di funzioni sia di assegnazione delle funzioni ai magistrati ordinari all’esito del periodo di tirocinio, sulla mobilità degli appartenenti all’ordine giudiziario e sulle vacanze venutesi a determinare nella pianta organica nazionale.

    In un recente parere collegiale dell’Ufficio Studi (n. 59/2011), redatto su richiesta del Comitato di Presidenza in occasione dell’audizione dinanzi alla Commissione Giustizia della Camera ai fini dell’esame della proposta di legge n. 2984 recante la modifica dell’art. 13 D.Lgs. 160/2006, si è avuto modo di evidenziare quali siano stati i gravi effetti derivati dall’applicazione della citata norma nel corso del primo triennio di sua vigenza ([2]).

    D’altro canto, si è già avuto modo di verificare quali siano stati gli effetti positivi conseguiti alla recente scelta del legislatore di derogare, seppure parzialmente, ai divieti di cui all’art. 13 in esame.

    Sulla base dei dati acquisiti dall’Ufficio Studi nel citato parere si rileva che, in virtù della deroga prevista dall’art. 3 bis del decreto legge 29 dicembre 2009 n. 193 (convertito in legge, con modificazioni, dall’articolo 1, comma 1, della legge 22 febbraio 2010, n. 24), 122 magistrati ordinari, dei 291 nominati con D.M. 2 ottobre 2009, all’esito del tirocinio sono stati destinati ad uffici requirenti.

    In tal modo è stata garantita la copertura del 41,78% dei posti requirenti all’epoca vacanti su tutto il territorio nazionale, vale a dire 292, assegnando 26 magistrati a sedi giudiziarie del nord, 2 a sedi giudiziarie del centro e 94 a sedi giudiziarie site nel sud Italia ovvero nelle isole.

    Proprio in virtù della deroga citata è stato possibile coprire: l’83% delle vacanze nella procura della Repubblica di Crotone; il 67% delle vacanze nelle procure della Repubblica di Ivrea e di Nicosia; il 66% delle vacanze nella procura della Repubblica di Nuoro; il 60% delle vacanze nella procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto; il 50% delle vacanze nella procura della Repubblica di Busto Arsizio; il 49% delle vacanze nelle procure della Repubblica di Vibo Valentia e di Ragusa; il 40% delle vacanze nella procura della Repubblica di Gela.

    Nel parere dell’Ufficio Studi è stata elaborata anche la proiezione delle coperture che potrebbero essere effettuate nelle sedi disagiate ove la deroga, di cui all’articolo 3-bis del decreto legge n. 193 del 2009, fosse approvata in via definitiva per tutti i concorsi, compresi quelli in corso di svolgimento.

    Si è affermato che l’approvazione in via definitiva della deroga in oggetto consentirebbe di fronteggiare in maniera adeguata le vacanze che progressivamente si determinano nella pianta organica nazionale dei posti requirenti. Infatti, l’assegnazione dei magistrati di prima nomina agli uffici di procura consentirebbe al C.S.M. di colmare le scoperture di organico che in maniera fisiologica si originano soprattutto nelle sedi meno ambite e, al contempo, di mantenere omogenea la percentuale di vacanza in tutti gli uffici giudiziari del Paese.

    Tanto premesso, il Consiglio:

    delibera

    - di invitare il Ministro della Giustizia a bandire entro breve tempo un primo concorso per magistrato ordinario, indicando in 370 il numero dei posti;

    - di invitare, altresì, il Ministro della Giustizia a programmare sin d’ora l’espletamento di una successiva procedura concorsuale entro una cadenza temporale idonea a far fronte alle attuali, gravi scoperture d’organico, nonché a quelle già ulteriormente previste.








    [1] Si vedano:

    · delibera del Consiglio Superiore della Magistratura datata 29 luglio 2008, avente ad oggetto “Studio delle problematiche inerenti al conferimento di funzioni, anche d’ufficio, previste dall’art. 12, co. 1, D.lgs 160/2006 in caso di esito negativo di due procedure concorsuali per inidoneità dei candidati o per mancanza di candidature, qualora sia ritenuta sussistente una situazione di urgenza che non consenta di procedere a nuova procedura concorsuale”;

    · delibera del Consiglio Superiore della Magistratura datata 26 maggio 2009, avente ad oggetto “Risoluzione relativa alla scopertura degli organici negli uffici requirenti di primo grado”;

    · parere espresso dal Consiglio Superiore della Magistratura in data 11 gennaio 2010, ai sensi dell’art. 10, legge 24 marzo 1958, n. 195 sul testo del decreto legge n. 193 del 29 dicembre 2009, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 302 del 30 dicembre 2009, recante: “Interventi urgenti in tema di funzionalità del sistema giudiziario”;



    ([2]) Si è detto nel parere indicato che le disposizioni contenute nell’art. 13 D.lgs n. 160/2006 << hanno portato, per un verso, alla cronica vacanza di organico negli uffici requirenti e, per altro verso, a complessi problemi organizzativi nell’ambito dei tribunali di piccole dimensioni, che sul territorio nazionale non rappresentano affatto una minoranza, essendo ben ottantotto quelli con pianta organica inferiore alle venti unità. Il Consiglio Superiore della Magistratura ha, più volte, segnalato al Ministro della Giustizia l’assoluta necessità di una modifica dell’art. 13 D.Lgs. 160/2006 [2], evidenziando che la combinazione di limiti al passaggio di funzioni ed il divieto di assegnazione dei nuovi magistrati agli uffici requirenti poteva determinare una paralisi dell’attività d’indagine e dell’intera giurisdizione penale, peraltro proprio in quelle aree del Paese maggiormente afflitte dalla piaga della criminalità organizzata. Non vi è dubbio che l’attuale formulazione della norma in commento ha il merito di rinforzare la cultura della giurisdizione, secondo un’impostazione che il C.S.M. ha da sempre condiviso, favorendone la diffusione. Ciò non toglie tuttavia che oggi, trascorsi ormai più di tre anni dall’entrata in vigore della riforma dell’ordinamento giudiziario, sia possibile effettuare una prima verifica in ordine alle ricadute che tale riforma ha avuto sull’efficienza del sistema, in maniera da poter individuare possibili correttivi, i quali incidano utilmente per la realizzazione di un sistema moderno ed efficiente di amministrazione della giustizia, pur mantenendo ferma l’attuale struttura ordinamentale. Il Consiglio Superiore, in tale prospettiva, ha già in più occasioni evidenziato la necessità di interventi legislativi, urgenti e mirati, finalizzati ad elaborare strumenti duttili per porre rimedio alla situazione di grave sofferenza degli organici di numerosi uffici requirenti del Paese. Il C.S.M. ha, innanzitutto, ritenuto che sia indispensabile rimeditare il divieto di destinare i magistrati di prima nomina agli uffici requirenti, divieto che ha già prodotto effetti dirompenti sull’organico della magistratura, rendendo sempre più difficile l’assegnazione delle sedi all’esito del tirocinio. Le esigenze di cautela che hanno indotto il legislatore ad introdurre il suddetto divieto meritano, oggi, una diversa valutazione proprio alla luce del nuovo contesto ordinamentale ed in particolare dell’introdotta organizzazione gerarchica degli uffici di Procura quale risultante dal D.Lgs. 106/2006. Difatti l’attribuzione al Procuratore della Repubblica della titolarità esclusiva del potere di esercizio dell’azione penale nonché i penetranti poteri di controllo allo stesso riconosciuti dalla legge sull’operato dei sostituti potrebbero con tranquillità consentire la destinazione dei magistrati di prima nomina anche alle funzioni di pubblico ministero: il puntuale esercizio da parte del Procuratore delle proprie attribuzioni nonché l’eventuale introduzione per i primi anni di funzioni di una coassegnazione obbligatoria dei procedimenti – ad un magistrato di prima nomina affiancato da altro già in carriera - costituirebbero un’adeguata risposta alle giuste preoccupazioni di non destinare giovanissimi magistrati, alla prima esperienza lavorativa, all’esercizio di delicate funzioni monocratiche. A ciò si aggiunga che la mutata disciplina in tema di accesso alla magistratura ordinaria e, segnatamente, in ordine ai requisiti per accedere al relativo concorso, ha determinato l’innalzamento dell’età media di coloro i quali risultano vincitori della seria selezione in oggetto, di talché appaiono potersi superare le obiezioni legate all’inopportunità di destinare alle funzioni requirenti magistrati di giovane età e privi di adeguata esperienza anche di vita. Con specifico riferimento poi alle funzioni giudicanti, il Consiglio ha evidenziato l’incongruità della soluzione adottata che, nel prevedere il divieto di destinare i magistrati di prima nomina a tutte le funzioni monocratiche penali, non appare adeguatamente coordinata con la possibilità che tali funzioni vengano esercitate, sia pure in supplenza e limitatamente ai processi a citazione diretta, dai giudici onorari, i quali non hanno superato la rigida selezione conseguente alla partecipazione ad un concorso pubblico di secondo grado per l’accesso in magistratura. Il Consiglio Superiore ha, conseguentemente, auspicato l’introduzione di prescrizioni derogatorie al divieto de quo, formulate secondo la medesima strutturazione dell’art. 7 bis, comma 2 quinquies, R.D. 12/1941. In base a tale disposizione, infatti, è possibile superare i requisiti esperienziali previsti dai commi 2 bis e 2 ter del medesimo art. 7 bis per l’esercizio delle funzioni monocratiche penali nonché delle funzioni g.i.p./g.u.p., solo ove sia ravvisata la sussistenza di “imprescindibili e prevalenti esigenze di servizio”. Il C.S.M. ha considerato, pure, indispensabile che siano rimodulati i limiti attualmente fissati per il mutamento delle funzioni dai commi 3 e 4 dell’art. 13 D.Lgs. 160/2006. Non vi è dubbio, infatti, che la graduale e progressiva scopertura degli organici degli uffici requirenti costituisca il precipitato di una normativa eccessivamente restrittiva, la quale ordinariamente impone al magistrato, per poter passare dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa, il trasferimento addirittura in altra regione. Si tratta di limitazioni eccessivamente gravose, le quali, peraltro, non appaiono tener adeguatamente conto dell’autonomia dei singoli distretti e della loro impermeabilità l’uno all’altro, anche se geograficamente siti nella stessa regione. L’Organo di governo autonomo ha, quindi, reputato opportuno che sia ridotto l’ambito di portata del divieto in esame, in maniera tale da consentire il mutamento di funzioni anche all’interno della stessa regione, purché in un diverso distretto. In merito, preme evidenziare che l’art. 3 del D.L. 193/2009, convertito in legge con modifiche dall’art. 1 L. 24/2010, già prevede per i trasferimenti d’ufficio senza disponibilità la deroga ai divieti di passaggio da una funzione all’altra disciplinati dall’art. 13, commi 3 e 4, D.Lgs. 160/2006, allo scopo evidente di aumentare la possibilità di coprire i vuoti d’organico degli uffici di procura attingendo con maggiore facilità al settore giudicante. È auspicabile che tale deroga sia ampliata ed estesa anche a quelli d’ufficio previa disponibilità o consenso, previsti dall’attuale formulazione della L. 133/1998. Appare, difatti, più utile, per la funzionalità degli uffici di destinazione, colmare gli organici delle procure di magistrati disponibili al trasferimento, riducendo così il ricorso ai trasferimenti d’autorità di magistrati costretti a svolgere funzioni per le quali potrebbero anche non sentirsi professionalmente preparati in maniera adeguata.>>
  11. .
    CITAZIONE
    è ufficiale, i moderators non ci leggono. <_< ;)
    possiamo fare di questa discussione quel che vogliamo. ^_^

    Non direi.... ^_^

    g.

  12. .
    Ho appena rimosso alcuni messaggi di risposta.
    Prego tutti a esercitare il diritto di critica entro limiti di continenza espressiva. Ogni messaggio contenente espressioni sovrabbonanti rispetto ai fini della critica sarà cancellato e il suo autore sanzionato con l'interdizione all'utilizzo del forum.
    g. sepe
  13. .
    la Repubblica 17 maggio 2010

    GIUSEPPE CASCINI, SEGRETARIO DELL'ANM, BOCCIA LA PROPOSTA DI BOSSI

    "I GIUDICI GUADAGNANO MENO DEI COMMESSI DELLA CAMERA"

    Liana Milella



    ROMA-Un «nuovo attacco all'indipendenza dei giudici», con l'equiparazione
    del tutto impropria tra parlamentari e magistrati. Giuseppe Cascini,
    segretario dell'Anm, spiega perché la proposta del governo è irricevibile.

    Dice Bossi che bisogna tagliare i vostri stipendi assieme a quelli dei
    parlamentari. Operazione corretta?

    «Non c'è nessuna corrispondenza tra lo stipendio di un parlamentare e quello
    di un magi

    strato: il primo guadagna almeno il triplo del secondo».

    Ma lui dice che gli stipendi dei politici sono agganciati ai vostri. Non è
    così?

    «L'indennità parlamentare, che è solo una e non la principale delle voci dei
    loro salari, è agganciata a quello del primo presidente della Cassazione
    che, come magistrato più alto in grado, è l'unico che riceve quel tipo di
    emolumento».

    Un magistrato dunque guadagna di meno dì un deputato o di un senatore?

    «Un giudice guadagna meno di un commesso della Camera e meno di un
    portaborse di un parlamentare. Come non bastasse, con la manovra economica
    del luglio 2009, sono stati congelati per due anni gli scatti dei
    magistrati».

    Quanto guadagna m media uno di voi?

    «Un collega con 15 anni di anzianità arriva a percepire circa 3.500euro al
    mese,non può svolgere nessuna altra attività retribuita e si compra da solo
    libri, codici e computer. Una situazione che ci colloca nelle posizioni più
    basse in Europa».

    E' l'ennesimo attacco alle toghe?

    «Il fatto che a ogni manovra economica, da parte di esponenti del governo,
    si riproponga la questione della progressione economica dei magistrati si
    iscrive in un disegno diretto ad incidere sull'indipendenza della
    magistratura, costretta a trattare con il governo per impedire
    l'impoverimento
    della categoria».

    Bossi sostiene che tutti devono fare sacrifici. Non volete farli?

    «In tutte le situazioni di crisi degli ultimi anni i magistrati hanno dato
    un rilevante contributo sul piano della fiscalità e del prelievo diretto. Ma
    mettere costantemente in discussione il sistema degli stipendi significa
    incidere sulla nostra autonomia».
  14. .
    Hai fatto bene a precisare il tuo pensiero, che si prestava ad essere interpretato in modo malizioso, al di là delle intenzioni.

    Quanto all'accesso al forum degli ammessi alle prove orali, una risposta al riguardo potrà esserti fornita - e sono certo che lo sarà - da chi se ne occupa personalmente, non essendo tale forum collegato a questo. Si tratta, cioè, di un forum distinto da questo sul quale scrivi.

    In ogni caso, il tuo intervento mi induce ad osservare che le ordinanze rese dal T.A.R. e dal Consiglio di Stato sono atti pubblici e conoscibili da chiunque nella loro integrità, compresi i nominativi dei ricorrenti. Tra l'altro è sufficiente collegarsi al sito www.giustizia-amministrativa.it

    Non credo, quindi, che tu possa legittimamente dolerti del fatto che l'ordinanza in questione sia stata conosciuta da chi, essendo ammesso agli orali, era, ritengo, controinteressato rispetto all'accoglimento della sospensiva. Chi avrebbe dovuto prendere cognizione dell'atto se non i controinteressati?
    Trattandosi di atto pubblico, che rilevanza ha indagare in che modo i controinteressati siano venuti a conoscenza di tale ordinanza? Se poi l'atto è stato diffuso all'interno di un'area ad accesso limitato ai soggetti controinteressati, non si pone neppure, a mio avviso, un problema di tutela della riservatezza.

    Se hai necessità di ulteriori chiarimenti dal sottoscritto, potrai contattarmi in privato.
    saluti, g. sepe
  15. .
    Il Plenum del C.S.M. ha approvato in data 14 aprile u.s. una delibera con la quale si invita il Ministro della Giustizia ad indire in breve tempo un primo concorso per 360 posti e a programmare sin d'ora l'espletamento di un successivo concorso, per fare fronte alle attuali scoperture di organico pari ad oltre 1000 unità.
    Riporto di seguito il testo della delibera.
    Giuseppe Sepe




    1.- Fasc.n. 344/VA/2010. Relatore dott. VIOLA

    Il Consiglio,

    - vista la nota prot.n. 1917g/274 in data 25 febbraio 2010 con la quale il Ministro della Giustizia, richiamando l'art. 3, co 2, del D.Lvo n. 160/06 e ravvisando l’opportunità di bandire un nuovo concorso per magistrato ordinario, accelerando per una volta la normale cadenza annuale prevista dall’art. 3 primo comma del D.Lvo n. 160/2006, ha chiesto che il Consiglio voglia determinare il numero dei posti da pubblicare nell'ambito del concorso per magistrato ordinario che intende bandire con pubblicazione programmata per l’inizio del prossimo autunno;

    -considerato che la predetta nota del Ministro della Giustizia indica, alla data del 17 febbraio 2010, una vacanza di 1090 posti, parzialmente impegnata dal numero - calcolato in previsione rispetto ai dati esistenti - dei vincitori dei concorsi tuttora in atto (quello a 500 posti indetto con D.M. 27.2.2008 e quello a 350 posti indetto con D.M. 15.12.2009, quest’ultimo in attesa dell’espletamento delle prove scritte, previste per luglio del 2010), sicchè, all’esito, il numero residuo effettivamente disponibile è stimato dal Ministro in 475 posti totali;

    -considerato, altresì, che la vacanza prevista nel successivo quadriennio (2011 – 2015) come derivante dal pensionamento di magistrati che andranno a compiere i 75 anni di età, corrisponde, secondo le stime ministeriali, ad ulteriori 298 posti;

    -rilevato che il Ministro della Giustizia, nella nota citata trasmessa al Consiglio Superiore, ha auspicato che il numero dei posti da coprire possa essere determinato in 360, in ragione dell’andamento delle procedure concorsuali degli ultimi anni, in particolare rispetto al numero degli aspiranti valutati idonei, sempre inferiore al numero dei posti banditi (con divario macroscopico in previsione per il caso del concorso a 500 posti di cui al D.M. 27.2.2008, come risulta dagli atti in possesso della IX Commissione consiliare, dai quali si evince che i candidati ammessi alle prove orali sono in numero di 309);

    - considerato che le vacanze d’organico, così come individuate dallo stesso Ministro della Giustizia, sono in numero elevato e decisamente preoccupante per la gestione dell’organizzazione degli uffici sui quali ricadono, e che, pertanto, si concorda sulla necessità di bandire in tempi rapidi un nuovo concorso.

    -ritenuto che le esigenze di assicurare celerità alla procedura concorsuale, anche in termini di più facile gestione dell’organizzazione della stessa, e la considerazione che il corretto svolgimento della procedura, con la necessaria e consueta, attenta valutazione dei concorrenti finalizzata alla selezione ottimale di essi, fanno propendere per l’opportunità di optare per il metodo prospettato dal Ministro di accorciare il tendenziale, ordinario termine di cadenza annuale del prossimo bando e di limitare il numero dei posti a concorso a quello di 360 unità.

    -rilevato, inoltre che, d’altro canto, questo Consiglio segnala la necessità, imposta dalla rappresentata grave situazione di scopertura d’organico, che tale programmazione concorsuale non sia limitata alla prossima procedura ma già si proietti per la realizzazione, in eguali tempi brevi e ravvicinati, di una successiva procedura concorsuale per altrettanti posti che assicuri di far fronte in modo congruo alle predette, complessive vacanze d’organico. In tal modo, peraltro, è possibile ragionevolmente prevedere che si realizzi anche un benefico effetto di migliore distribuzione delle domande tra i due concorsi successivi, peraltro senza che vengano cristallizzate in un’unica procedura concorsuale un numero considerevole di vacanze d’organico.

    -ritenuto infine, che solo in questi termini è dunque da intendersi l’opzione consiliare di farsi luogo a breve ad un primo concorso da 360 posti per magistrato ordinario in tirocinio

    delibera

    - di invitare il Ministro della Giustizia a bandire entro breve tempo un primo concorso per magistrato ordinario, indicando in 360 il numero dei posti.

    - di invitare, altresì, il Ministro della Giustizia a programmare sin d’ora l’espletamento di una successiva procedura concorsuale entro una cadenza temporale idonea a far fronte alle attuali, gravi scoperture d’organico, nonché a quelle già ulteriormente previste.
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