| Sarà banale e trito, ma...auguro a tutti voi di farcela, e mi piace "sporcare" così il primo topic dell'anno!
Mi piace essere il primo, in questa notte di ghiaccio e di stelle (nella pianura padana) con cui si apre il 2015, che mi auguro sia di gioia per tutti, nonché ricco di soddisfazioni professionali.
In genere disprezzo i social network: trovo che lì la comunicazione si atrofizzi. Qui però è diverso: a parte qualche burlone (non di rado pure simpatico, riconosciamoglielo), e fatta la tara anche a coloro che si prendono troppo sul serio (quelli non mancano davvero mai...), qui c'è gente che sogna. Sì, perché, solo i "maratoneti" sanno che cosa significa preparare certi cimenti, e queste terre virtuali sono percorse da maratoneti in piena regola, chiusi in tele cerate e bardati di ogni stoffa che restituisca loro calore durante l'inverno, i piedi ribollenti per il caldo e le conseguenti vesciche negli allenamenti estivi. Dove il caldo - beninteso - non è tanto un caldo meteorologico, quanto l'essiccante tensione di quando si è tutti protesi all'obiettivo, al Traguardo, e sei così stanco che non senti nemmeno lo sforzo. Ho interpretato correttamente le vostre sensazioni?
Dicevo: gente che sogna, sogna e coltiva lecite velleità, il suo sguardo a volte naufraga nelle pieghe del quotidiano e vien deriso da un umorismo che umorismo non è, ma è invidia di chi sa, ha capito, ha intuìto qual è la tua pasta, la tua natura più vera, e, per quella legge tanto odiosa quanto purtroppo ineliminabile che è il razzismo, trova il modo di fartelo pesare. Ti deridono, ti umiliano, oppure, semplicemente, ti evitano, perché sei diverso. Perché non sei come loro. "Ti fiutano" e capiscono in due secondi chi sei, e si comportano di conseguenza, si coalizzano.
E così tu sei solo. Solo a coltivare un sogno che per altri è solamente una perdita di tempo ("poverino, ma se in tutti questi anni invece si fosse divertito. Guarda gli altri: chi moglie, chi figli..."). Tempus fugit, e lui lo sa, solo vorrebbe assestare la zampata definitiva prima che tempus sia fuggito del tutto. Non sempre vi si riesce, anzi, da un punto di vista statistico, per molti non è così: tracce non imbroccate, non "senti" il compito, quel giorno in testa ti scorre - excuse me for the banality - tutta la tua vita. Sacrifici fatti per arrivare sin lì, rimpianti, delusioni, frustrazioni di chi non ce l'ha fatta e teme non ce la farà neppure questa volta. Ma, più ancòra, quando l'orologio della vita comincia a battere certe ore fatali, dove il destino fa un passo, la nevrosi di sentire di avere il trillo del diavolo dentro di te ma a malapena riesci a emettere un fischietto da bambino. E allora chi te lo fa fare?
Te lo fa fare quell'ideale di pulizia e onestà che, se sei fortunatissimo, i tuoi genitori ti hanno insegnato da bambino; quella voglia di cambiare il mondo anche se sai già che pure questa, come tutte le altre rivoluzioni palingenetiche che l'hanno preceduta, andrà incontro al suo stesso destino, e dunque il mondo non cambierà. Anzi, una volta che tu, carico d'un vissuto grondante le grandi Passioni che fanno di un'"esistenza" una "vita", a questo mondo più non apparterrai, loro, quelli che ti denigravano, continueranno a farlo anche dopo te morto, e diranno: "poverino, se la fosse almeno goduta un po' di più...e invece, di tutto quel suo slancio ideale, di quelle idee meravigliose e confuse che aveva sul suo compito nella società, che ne è stato?" (segue risatina incommentabile). Ma la cosa non ti dovrà ferire, e non solo perché ormai sei morto: in verità, non ti doveva ferire neanche prima. Ormai il perché l'hai capito da solo, e l'hanno senz'altro capìto tutti i gentili lettori di questo sproloquio di Capodanno. Tu stai rendendo la tua vita poesia, sogno, azzardo, avventura, romanzo. Tu stai volando più in alto dei tuoi limiti. Tu stai dando retta al tuo Daimon (non lo fa quasi più nessuno...) Tu stai dando un calcio a quella stupida "razionalità del mercato" che ti chiede di barattare i tuoi sogni in cambio (quando va bene) di uno stipendio "decoroso". E...che ne è dell'anima in tutto ciò? L'anima, hai detto? Non pervenuta. ... Io non credo che siamo fatti per una vita grigia, che tanti rimpianti darebbe al momento del Congedo. Io credo che, anche se non dovesse cambiare nulla (e temo sia così), ne valga pur sempre la pena.
Buona vita, miei compagni di viaggio, e.................un solo consiglio: non dimenticatevi mai che quello che avete davanti a voi è un uomo, con tutti i suoi errori e limiti, e, prima di giudicare, aprite quella stanza nascostissima nel vostro cervello (o forse sarebbe meglio cercarla nel cuore) che custodisce unicamente un tutto sommato banale segreto: le cose più importanti non si imparano sui libri. Detto da uno che, sui libri, ha trascorso una vita intera.
Grazie ragazzi, e perdonatemi per questo sgangherato discorso. In bocca al lupo a tutti di vero cuore!!!
Avvocatissimo
Edited by Avvocatissimo - 3/1/2015, 02:07 |
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