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pappagalloselvaggio.
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Ringrazierei in anticipo qualche tributarista per i consigli che vorrà elargirmi
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Il caso:
Tizio con contratto preliminare con possibilità di nominare un terzo (cd. electio amici) promette di vendere a Caio un immobile per
euro un milione.
Caio, prima del contratto definitivo (avanti al notaio) promette di vendere a Sempronio
per un milione e trecento mila euro.
Tizio, prima del contratto definitivo, si rende inadempiente e cede ad un terzo (Mevio).
Caio agisce per la risoluzione del preliminare e chiede a Tizio il risarcimento
di euro 300.000,00 pari al lucrum cessans che avrebbe ottenuto dall'operazione
se Tizio non fosse stato inadempiente, consentendo a Sempronio di ottenere il bene.
Noi controeccepiamo, per Tizio inadempiente, che da questa somma, in subordine, dovrebbero essere detratti
i costi tributari.
Ora, la controparte sostiene che alla materia de qua si applicherebbe l'art. 1, comma
496 della L. 266/2005 per cui l'imposta sul reddito da plusvalenza non sarebbe del 60 %
come da noi dedotto, ma del 20 % e, peraltro, Caio non la dovrebbe neppure pagare perché
essa viene trattenuta alla fonte solo ai sostituti d'imposta.
Questa costruzione non mi convince.
Che mi dite ?
Grazie anticipatamente per la cortesia
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emiemi.
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se, come mi pare di capire, si tratta di privati, la plusvalenza in questione rientra tra i redditi diversi che concorrono a formare il reddito complessivo la cui tassazione non è affare tuo
caio potrebbe infatti non dover pagare alcuna imposta su quella somma perchè ad esempio vanta un credito di imposta ed una decurazione del risarcimento si risolverebbe in un ulteriore danno
saluti.