Una risposta al prof. Ugo Grassi

e chissà che non sia l'ultimo intervento che scrivo!

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    CITAZIONE (Lettera aperta del Prof. Ugo Grassi @ 13/7/2011, 16:13)
    E' singolare notare che dopo il mio ritorno sul forum, conclusa l'esperienza da commissario, nessuno mi abbia chiesto: "professore, perchè non ci racconta come vanno davvero le cose lì dentro?" Lo avrei fatto volentieri ed avrei detto pubblicamente ciò che posso riassumere in poche battute

    Gentile prof. Grassi,
    premesso che ho partecipato ai due concorsi in magistratura banditi dal ministro Castelli, rispettivamente nel febbraio e nel marzo del 2004 (e, quindi, anche al secondo dei due, che la vedeva in commissione), prima di superare quello di Milano del 2008, posso dire di non averle mai chiesto nulla della sua esperienza di commissario - nè in privato, nè in pubblico - per un solo motivo: riservatezza. :shy.gif:
    Poichè non ci conosciamo di persona, ho pensato che non fosse opportuno chiedere spiegazioni (sia pure non relative alla mia singola posizione, come è ovvio) a chi, in qualche modo, "mi aveva bocciato" e, forse, avrebbe potuto leggere come una critica (sia pure implicita) una mia richiesta.
    Ma l'ho fatto: ho chiesto spiegazioni sul vostro "modus operandi" ad uno dei membri della sua commissione, un magistrato di Napoli che ho avuto il piacere di conoscere e di avere come mio affidatario, durante l'uditorato in "civile". E mi ha risposto più o meno le stesse cose che lei ha scritto nel forum.


    CITAZIONE (Lettera aperta del Prof. Ugo Grassi @ 13/7/2011, 16:13)
    1) è un concorso onesto guidato da persone oneste e scrupolose, che si impegnano per svolgere al meglio il loro compito.

    2) se i commissari sono i "piloti", le regole concorsuali sono l'auto che viene consegnata loro dal Ministero con la pretesa che vengano realizzate prestazioni eccezionali. Peccato che se i piloti sono tutti campioni di formula uno, l'auto è una vecchia Peugeot 205 diesel...

    L'incrocio di questi due aspetti produce un concorso sì onesto ma inefficiente. Posso anche azzardare una stima di questa inefficienza: per ogni 300 candidati ammessi agli orali ne esistono altri 200 che meriterebbero eguale sorte, senza alcuna concessione alla qualità della selezione.

    Anzi: in molti casi tra gli esclusi vi sono candidati brillanti, che meriterebbero l'ammissione agli orali in misura anche maggiore rispetto ai loro più fortunati colleghi.

    Sono perfettamente d'accordo con lei.

    Sono stato bocciato due volte, prima di passare il concorso di Milano (per inciso: ero nel padiglione A-L), ma non ho mai pensato che le due commissioni che mi avevano bocciato ce l'avessero con me o fossero corrotte.
    La prima volta, avevo scritto un bel tema di penale (al quale presi 13) e un tema di amministrativo insufficiente (giustamente valutato n.i.). La seconda volta - pur avendo fatto due temi a mio avviso sufficienti - collezionai due n.i.: nel tema di civile, affrontai soprattutto la tematica della trascrizione, facendo solo un rapido cenno alla questione "possesso/detenzione" (che - mi è stato spiegato - la commissione ritenne imprescindibile); quanto al mio tema sull'in house, invece, ritengo che lo stesso fosse ben confezionato, tant'è che ne dettai lo schema alla mia compagna di banco (che avrebbe voluto ritirarsi, perchè - a suo dire - non sapeva niente di amministrativo) e questa fu promossa, riuscendo a "strappare" inaspettatamente un bel 12 anche in quella materia!

    Avrei dovuto gridare al complotto? Dire che la commissione era corrotta? Che passavano solo i raccomandati? Non solo non l'ho detto, ma non l'ho mai neanche pensato. Semplicemente, perchè sapevo che quei miei due temi rientravano in quella che qualcuno (che ne capisce di questo concorso ;) ) ha giustamente definito "zona grigia" e che, pertanto, con un po' di fortuna, potevo giocarmela con la sorte:

    CITAZIONE (Iceman-1 @ 16/7/2011, 11:40) 
    Il metodo del 10% settimanale - se non giornaliero - è prassi quasi assoluta. Questo, indiscutibilmente, non conduce alla scelta dei 350 migliori del concorso. Tuttavia, tranne veri e propri errori della commissione (che niente hanno a che vedere con il metodo), difficilmente quelli bravi non passano e quelli asini passano. Esiste, piuttosto, un'area grigia, un limbo, dove le sorti sono affidate alla settimana - o al giorno - in cui sono corretti. Ma le differenze tra i candidati che passano e non passano in base a tale fortuito elemento sono - globalmente - modeste. Francamente, non è un dato di tale rilevanza da rendere il concorso "ingiusto", vieppiù considerando che esso risponde ad esigenze pratiche difficilmente risolvibili in altro modo.
    Più seria, invece, è la questione della predisposizione delle tracce e dei criteri di correzione, nonchè della loro concreta attuazione. Ma ciò non dipende solo dalla procedura, quanto dagli uomini. Obiettivamente, il livello scientifico delle commissioni è - sovente - modesto. In tutte le sue componenti.
    Ciò nondimeno, la nota tendenza riequilibratrice della natura, fa sì che, in virtù di meccanismi compensatori automatici, sfuggenti alla volontà delle commissioni e degli stessi candidati, il concorso produca risultati accettabili. Non dimentichiamo, inoltre, che il candidato meritevole ha a disposizione tre tentativi per farsi valere. E' fisiologico che qualcosa possa non andare. Molti magistrati oggi in Cassazione o al Consiglio di Stato non ce l'hanno fatta al primo tentativo.

    #entry463532833

    Sono perfettamente d'accordo con il consigliere N-Iceman! :angelo.gif:

    Come ho già scritto in altre discussioni, per vincere questo concorso, ci vuole anche fortuna.
    La fortuna che, il giorno degli scritti, esca un argomento che conosci bene o che riesci a ricostruire nel tempo che hai a tua disposizione; ma anche la fortuna di stare bene in salute, in quei giorni, sì da riuscire a mantenere i nervi saldi e la giusta concentrazione per scrivere elaborati decenti; infine, la fortuna che i tuoi temi non siano corretti subito dopo quelli del genio, che li farebbero inevitabilmente impallidire, ma semmai al termine di una giornata in cui la commissione ha dovuto scartare elaborati prolissi, scritti male e pieni di errori di grammatica, che facciano "spiccare" i tuoi per linearità e chiarezza.

    E' normale che la commissione, in buona fede, si faccia due conti e tenda a promuovere agli scritti un numero di candidati non superiore a quello dei posti messi a concorso: è umano e, oserei dire, anche giusto che sia così.
    Far passare agli scritti più candidati dei posti messi a concorso implicherebbe una ulteriore selezione anche all'orale (dove, peraltro, molto più che allo scritto, potrebbero influire segnalazioni e favoritismi).
    Già così, l'orale di questo concorso è un'esperienza ai limiti dell'umano (e chi lo ha affrontato, sa di cosa sto parlando); figuriamoci cosa diventerebbe, se lo si dovesse affrontare con la consapevolezza che un certo numero di candidati dovrà necessariamente essere fatto "fuori", per mancanza di posti da coprire!


    CITAZIONE (Lettera aperta del Prof. Ugo Grassi @ 13/7/2011, 16:13)
    I correttivi vi sarebbero, ma la magistratura si chiude a riccio ogni qual volta si parla di riformare in modo serio il concorso, in quanto teme che "mettendo mano" alle regole potrebbe venir limitata l'autonomia dell'autorità giudiziaria. E queste non sono mie parole, ma le parole di un ex vicepresidente del CSM con cui ho avuto l'onore di dialogare a lungo su questi problemi.

    E qui, mi spiace, professore, ma sono costretto a dissentire.

    La magistratura non ha alcun potere contrattuale, in materia. Le riforme, anche quelle relative al concorso, passano sopra le nostre teste (di utenti del servizio magistratura, di aspiranti uditori e di magistrati) e, spesso, sono il frutto di un parlamento sovrano, ma frettoloso e ignorante.
    Da quanto mi è parso di capire, parlando con affidatari e colleghi più anziani, la maggior parte dei magistrati sceglie di fare domanda come commissario per i motivi più vari: perchè è una bella esperienza, ma anche e soprattutto perchè consente - per un paio d'anni - di "evadere" dai propri fascicoli e dal proprio lavoro. Quel che è certo è che la gran parte dei magistrati non conosce nemmeno i nuovi meccanismi concorsuali e li apprende soltanto quando viene nominata per far parte di una commissione.


    CITAZIONE (Lettera aperta del Prof. Ugo Grassi @ 13/7/2011, 16:13)
    Ma la motivazione del provvedimento non è neanche il maggiore dei problemi. L'aspetto più rilevante (comune a qualunque concorso pubblico) riguarda l'individuazione dei criteri di correzione. E non mi riferisco a quelli pubblici, risibili ed ingenui, che le commissioni si tramandano dall'epoca del concorso con cui Noè selezionò chi imbarcare sull'Arca: mi riferisco a quelli scientifici di cui ogni commissione si dota all'inizio dei lavori di correzione, grazie soprattutto al lavoro dei commissari docenti, criteri i quali non vengono depositati tra gli atti della commissione. Ebbene: queste relazioni decidono, di fatto, chi vive e chi muore. Esse sono uno "strumento di misura" e come tali dovrebbero essere informate ai più elevati livelli scientifici: dovrebbero contenere un'esposizione ragionata di tutte le tesi prospettabili e soprattutto di tutte le possibili chiavi di lettura della traccia. Considerata l'elevata complessità dell'attuale nostro sistema giuridico è evidente che un simile risultato non può essere ottenuto all'esito di un lavoro "artigianale" realizzato da due, tre persone al massimo per quanto di alto profilo scientifico. Quello che voglio dire è che ormai è divenuto necessario un dialogo tra commissione e candidati di modo che i criteri scientifici siano il frutto di un lavoro condiviso.

    Sono perfettamente d'accordo con lei, anche se dubito fortemente che la soluzione possa essere quella di "condividere" le scelte dei criteri con gli stessi candidati.

    A mio avviso, la soluzione migliore sta nel rivedere completamente l'oggetto delle prove: non tre temi, ma due sentenze. I candidati dovrebbero essere selezionati sottoponendo loro un caso concreto e chiedendo loro di motivare una sentenza (di accoglimento o di rigetto, di assoluzione o di condanna), per redigere la quale gli stessi dovrebbero poter usare tutto ciò che un magistrato può consultare nella sua camera di consiglio: codici annotati, commentati e quant'altro.


    CITAZIONE (Lettera aperta del Prof. Ugo Grassi @ 13/7/2011, 16:13)
    Partire dal convincimento che la commissione sia una sorta di “Spectre-masso-pluto-esoterica” intenta a gozzovigliare sui compiti, magari coi canini sporgenti leggendone uno-sì-uno-no, vuol dire non farsi ascoltare, ed il diritto di critica non si può pretendere valga a coprire ogni delirio.

    (...)

    E’ la somma di tutti questi problemi a rendere inefficienti i concorsi pubblici. Ma di tutto ciò ne fanno le spese i commissari, che vengono pubblicamente criticati, in modo aspro. Mi dispiace, ma non ce lo meritiamo.

    Come ho già scritto anche altrove, quello che ho superato (quello di Milano del 2008), nell'immaginario collettivo degli aspiranti uditori, è passato come il concorso degli "imbrogli e dei sotterfugi".

    Sul fatto che noi vincitori di quel concorso saremmo tutti dei "raccomandati", preferisco evitare di rispondere: personalmente, ho la coscienza pulita ed i miei temi, belli o brutti che siano, sono lì a dimostrare la mia sufficienza, strappata a fatica e - non lo nascondo - con un pizzico di fortuna (alcuni miei amici hanno svolto i temi più o meno come me e, purtroppo, per i meccanismi di aleatorietà della correzione cui facevo prima riferimento, non sono passati), ma con le mie sole forze. E non temo pubblicazione di sorta, qui o altrove: non ho scritto alcun capolavoro, ma - a mio avviso - temi dignitosi, anche in amministrativo (nonostante lo abbia svolto sugli appalti di servizi).

    Quanto ai commissari del mio concorso, però, senza voler sparare nel mucchio e senza voler tacciare alcuno di nefandezze, una cosa me la faccia dire: a mio avviso, sono stati colposamente disorganizzati e hanno permesso a qualche furbetto in più (di quanto avviene di solito) di introdurre nei padiglioni codici e materiali che non avrebbero dovuto essere ammessi; peggio, una volta che il problema si è posto, hanno gestito malissimo la fase dei controlli successivi (che non sono stati fatti "a tappeto") e delle relative espulsioni: ne è derivato una "voluntas inculandi" - per rubare un'efficace espressione al mio amico Ciò che mi nutre - che ha fatto strage (talvolta anche di innocenti, che non andavano bocciati) sia agli scritti, che agli orali, sul presupposto che occorresse dare l'immagine, all'esterno, di una commissione più seria e rigorosa delle altre.

    In pratica: loro hanno commesso un errore, e lo hanno fatto pagare a noi!

    Ciò detto, sono perfettamente d'accordo con lei, quando scrive che non ha alcun senso avvelenare i pozzi, insinuando ad ogni piè sospinto che il sistema è marcio e che i commissari stanno lì a "gozzovigliare sui compiti".

    Sul concorso che ho superato si è detto di tutto (un sunto lo si trova qui).
    Si è insinuato che l'originario presidente della commissione, il dott. Gialanella, si fosse dimesso dall'incarico, a pochi giorni dall'inizio degli scritti, per non "coprire" chissà quali nefandezze! Si è sostenuto che i codici non ammessi siano stati introdotti con la complicità dei commissari e che il timbro ministeriale appostovi dai segretari, in sede di controllo, ne avallasse perciò stesso l'uso durante le prove! Si è perfino sostenuto che la scelta di Milano, come unica sede concorsuale, fosse stata voluta da Bossi e preordinata a chissà quali sporche manovre, in danno dei candidati meridionali (vere e proprie fesserie, insomma: e lo dico io che sono napoletano).

    Libertà di espressione e di critica non vuol dire libertà di infangare chiunque. Ciò che ha danneggiato la serenità del dialogo costruttivo, a mio avviso, è stata la "cultura del sospetto" che alcuni utenti hanno sparso a piene mani e che, a ben vedere, è tipica dei processi inquisitori i quali, per purgare il principio di prova a carico dell'inquisito, imponevano a quest'ultimo di fornire la prova positiva della sua innocenza, costringendolo a rimanere per lo più incastrato tra gli ingranaggi infernali della macchina processuale: "hai superato il concorso? allora, se non dici che è truccato, appartieni alla schiera dei raccomandati!", "hai fatto parte della commissione in quanto professore universitario? vabbè, ma tanto lo sappiamo come si diventa professori universitari!", etc.


    CITAZIONE (Lettera aperta del Prof. Ugo Grassi @ 13/7/2011, 16:13)
    Desidero sottolineare che sul piano umano comprendo perfettamente la decisione del fondatore. Gli attacchi alla magistratura erano divenuti troppo frequenti e fors'anche "pericolosi" per lo svolgimento dei concorsi (ho sentito alcuni magistrati teorizzare che certe proteste durante il concorso erano state organizzate sul forum le sere precedenti le prove). Però va anche detto che tutte queste polemiche non sono altro che l'eco digitale di un malumore diffuso verso i concorsi pubblici, malumore che trova le proprie fondate radici nelle modalità di svolgimento del concorso

    (...)

    Questo forum è stato una straordinaria occasione mancata. Avreste potuto organizzarvi, ad esempio, per preparare una bozza di riforma da sottoporre, a suon di firme, alle autorità competenti. Negli anni scoprirete che i buoni argomenti hanno una loro intrinseca forza e riescono sempre a farsi largo anche nelle condizioni peggiori. Certo, ci vuole pazienza ed equilibrio…

    Nell'attesa di una riforma che forse non arriverà mai (o se arriverà farà solo danni come da tradizione italiana) qual è la miglior sorte per il forum?

    Tre sono le soluzioni:

    1) chiuderlo e... buonanotte ai suonatori!

    2) moderarlo con maggiore severità, facendo capire agli utenti più irruenti che le livorose polemiche danneggiano tutti ed abbassano la credibilità del forum nella misura in cui contengono critiche irrazionali degne delle peggiori leggende metropolitane

    3) prendendo atto che un forum quando va on-line assume vita propria e si sottrae all'assoluta signoria del suo fondatore, fare un passo indietro introducendo delle regole democratiche, dando vita ad un consiglio direttivo frutto di un'elezione da parte degli utenti (con annessi onori ed oneri). Segnalo che proprio in questo modo si è salvato ed è cresciuto l'importantissimo forum di aviazione civile. Forum ove scrivono ed intervengono piloti di linea, ingegneri progettisti, controllori di volo. Ad un certo punto l'importanza del forum era divenuta tale che alla crisi di crescita non si poteva rispondere con la semplice chiusura. I fondatori hanno capito che la chiusura del forum avrebbe comportato un danno sociale che doveva essere scongiurato.

    Per quello che può valere, io sono favorevole alla soluzione n. 2.

    Come ho già scritto nel thread lanciato da Assadhon, il forum non è più quello di un tempo: è cresciuto il livello di litigiosità tra gli utenti e, proporzionalmente, si è abbassato quello di leale collaborazione tra gli stessi (prova ne è il fatto che qualche settimana fa, quando pubblicai i nomi dei magistrati designati dal CSM per formare la commissione dell'ultimo concorso - nomi che avevo trovato in una email che avevo ricevuto in quanto iscritto ad una mailing list di magistrati e che, ufficiosamente, erano stati resi noti tra gli "addetti ai lavori", in attesa del decreto di nomina del ministro Alfano - ci furono interventi deliranti e paranoici per stigmatizzare la diffusione di informazioni riservate e per insinuare l'esistenza di chissà quale complotto ai danni dei pochi concorsisti onesti! Addirittura, quando ci fu la formale nomina della commissione da parte del ministro, nel frattempo affaccendato nelle sue beghe di partito, qualcuno ebbe ilcoraggio di insinuare che Alfano si fosse deciso a firmare il decreto, perchè aveva letto le critiche di qualche utente sul forum di aspiranti uditori! :blink: ).

    Di più, è sceso il tasso di discussioni interessanti ed il livello culturale degli interventi, fino a scadere spesso nell'offesa personale gratuita ed inutile.

    Ma tutto questo, a onor del vero, non mi sembra un buon motivo per chiudere un forum che è - e può continuare ad essere - un luogo di libertà e di scambio di opinioni: basterebbe porre un freno ai messaggi deliranti e paranoici che, ultimamente, infestano le discussioni, imponendo semplicemente il rispetto della netiquette.

    Se, poi, il fondatore non avesse più voglia di vedere associato il suo nome a questo forum, potrebbe sempre "cederlo" ad altri, che potrebbero finanche pensare di cambiargli nome (un po' come è accaduto alla pizzeria sotto casa mia che, per marcare all'utenza la distanza dalla precedente gestione, ha deciso di chiamarsi "tutta un'altra storia!").

    Sto invocando la censura? Sto chiedendo di conculcare i diritti di libertà degli utenti, garantiti dalla nostra Carta costituzionale? Come ebbe a scrivere un utente dannatamente sarcastico e geniale, che è diventato magistrato qualche anno fa e che purtroppo, ormai, non frequenta più questi lidi, "c'è gente che è morta pur di esprimere un pensiero decente. Non ne farei una tragedia se, per colpa della censura, a qualcuno fosse precluso di esprimere qualche idiozia". :angelo.gif:

    Con stima e simpatia!

    TRUMAN
     
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  2. The Cloud
     
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    ...caro Truman...forse questo sarà anche il MIo ultimo intervento, ma prendo la palla al balzo, per dirti che condivido in buona parte quanto hai scritto, sopratutto la frase di quell'utente dannatamente geniale (ma chi è? :woot: ), anche se ci vorrebberp pagine pagine per approfondire tematiche così complesse.
    Ne approfitto per mandarti un salutone e, rivolgendomi al Prof. Grassi, che ringrazio per essersi espresso in maniera decisa, precisa e chiara, posso solo augurargli,ed augurarCI, che, in futuro, il dialogo -sereno,maturo, onesto, di cui il suo è un fulgido esempio- rappresenti una risorsa per migliorare non solo le modalità di espletamento del concorso, ma in generale la società civile.
    Un saluto affettuoso, Ernesto

    Edited by The Cloud - 17/7/2011, 02:39
     
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  3. Cap ARAGORN
     
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    Carissimo Truman, condivido le tue riflessioni. Ti ringrazio anche per aver ulteriormente affermato con la tua esperienza personale che i complotti in questo concorso appartengono a fantasie dietrologiche.
    Permettimi una battuta: dove tu dissenti con il professore, io credo in realtà diciate cose differenti. Che la riforma appartenga non alla magistratura è ovvio. Segnalava il prof Grassi, a mio avviso, un elemento diverso: e cioè che in un clima com'è l'attuale clima politico, qualsiasi idea di riforma anche della fase di accesso alla magistratura sarebbe vista dalla categoria e sue associazioni di rappresentanza con estremo sospetto e quindi non riceverebbe facilmente la partecipazione della stessa categoria in fase progettuale.

    Qualche resistenza, devo ammetterlo, sento intimamente di doverla esprimere rispetto all'idea di introduzione dei codici commentati.

    (PS: con molta, molta simpatia, il paragone con la pizzeria sotto casa....... dai..... è certo che potevi evitarlo! non c'è dubbio :D )
     
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  4. Spiritolibero
     
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    CITAZIONE (- Truman - @ 16/7/2011, 20:00) 
    CITAZIONE (Lettera aperta del Prof. Ugo Grassi @ 13/7/2011, 16:13)
    I correttivi vi sarebbero, ma la magistratura si chiude a riccio ogni qual volta si parla di riformare in modo serio il concorso, in quanto teme che "mettendo mano" alle regole potrebbe venir limitata l'autonomia dell'autorità giudiziaria. E queste non sono mie parole, ma le parole di un ex vicepresidente del CSM con cui ho avuto l'onore di dialogare a lungo su questi problemi.

    E qui, mi spiace, professore, ma sono costretto a dissentire.

    La magistratura non ha alcun potere contrattuale, in materia. Le riforme, anche quelle relative al concorso, passano sopra le nostre teste (di utenti del servizio magistratura, di aspiranti uditori e di magistrati) e, spesso, sono il frutto di un parlamento sovrano, ma frettoloso e ignorante.
    Da quanto mi è parso di capire, parlando con affidatari e colleghi più anziani, la maggior parte dei magistrati sceglie di fare domanda come commissario per i motivi più vari: perchè è una bella esperienza, ma anche e soprattutto perchè consente - per un paio d'anni - di "evadere" dai propri fascicoli e dal proprio lavoro. Quel che è certo è che la gran parte dei magistrati non conosce nemmeno i nuovi meccanismi concorsuali e li apprende soltanto quando viene nominata per far parte di una commissione.


    ....

    TRUMAN

    Precisiamo i punti evidenziati.
    Io, in tutta sincerità, non credo che la tanto discussa norma sull'assolvimento dell'obbligo di motivazione delle prove scritte sia nata per "caso", vale a dire senza trovare sponda in un certo background che premeva in tal senso.
    Concordo con te, circa la frettolosità e ignoranza del legislatore del 2007.
    Tuttavia, provando a dare una spiegazione razionale, devo necessariamente ricondurre il tutto al tentativo di ingraziarsi alcune componenti del potere giudiziaro, al fine di avere, in cambio, un trattamento più "morbido" nelle vicende che riguardavano alcuni membri dell'allora governo in carica.

    Fortunatamente la magistratura nel suo complesso ha rifiutato di aderire a questa sorta di pactum sceleris. Ma su questo non nutrivo dubbi. :)





    A beneficio di chi legge, la disposizione legislativa a cui mi riferisco è la seguente:

    CITAZIONE
    LEGGE 30 Luglio 2007, n. 111

    Modifiche alle norme sull'ordinamento giudiziario.

    5. Sono ammessi alla prova orale i candidati che ottengono non meno di dodici ventesimi di punti in ciascuna delle materie della prova scritta. Conseguono l'idoneità i candidati che ottengono non meno di sei decimi in ciascuna delle materie della prova orale di cui al comma 4, lettere da a) a l), e un giudizio di sufficienza nel colloquio sulla lingua straniera prescelta, e comunque una votazione complessiva nelle due prove non inferiore a centootto punti. Non sono ammesse frazioni di punto. Agli effetti di cui all'articolo 3 della legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni, il giudizio in ciascuna delle prove scritte e orali è motivato con l'indicazione del solo punteggio numerico, mentre l'insufficienza è motivata con la sola formula "non idoneo".

     
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3 replies since 16/7/2011, 19:00   1806 views
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