Manuale di diritto penale. Parte generale, di A. Nappi

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  1. metander
     
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    E' un manuale utile per integrare i "classici"
     
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  2. domeniconverso
     
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    CITAZIONE (metander @ 24/4/2010, 21:38)
    E' un manuale utile per integrare i "classici"

    chi l'ha letto potrebbe darci informazioni più specifiche in merito?
    che intendi quando dici "per integrare i classici"?
    grazie mille
     
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  3. diritto civile
     
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    Il manuale in questione appare come un testo del tutto deludente. Lo stesso, infatti, non può certamente sussumersi nel genus delle opere classiche ma nel contempo presenta un livello di approfondimento delle singole problematiche a rischio concorsuale assolutamente insufficiente. A dir la verità i nodi gordiani del dibattito esegetico, nella stragrande maggioranza dei casi, risultano solo marginalmente lambiti, tra l'altro con un'approssimazione che, sinora, ho fatto fatica a riscontrare aliunde . Il suddetto tomo, in definitiva, si propone alla stregua di un ibrido assai malriuscito, nè istituzionale nè tantomeno professionale, e sembrerebbe rappresentare la testimonianza emblematica della crisi, forse irreversibile, in cui è precipitato l' Editore Giuffrè successivamente alla "dipartita" degli assai noti magistrati del Consiglio di Stato. Sarebbe stato maggiormente opportuno, con ogni probabilità, affidare la preparazione del manuale " concorsuale" alla penna di Roberto Giovagnoli, il quale aveva in passato curato l'edizione degli Studi di diritto penale, molto apprezzati da una folta platea di lettori. In quest' ultima evenienza l'opera redazionale sarebbe stata alquanto agevole, dal momento che l'autore avrebbe potuto limitarsi alla trattazione di taluni argomenti i quali potevano essere utilizzati a mo di integrazioni di una struttura base già esistente.
    Non apprezzo, inoltre, lo stile personale dell' autorevole magistrato della Suprema Corte.
    In considerazione dei profili di criticità in precedenza evidenziati l'acquisto della prolusione di Aniello Nappi è sicuramente da sconsigliare.
    Laddove il candidato volesse cimentarsi con lo studio delle grandi opere manualistiche non avrebbe altra scelta se non quella di direzionare la propria attenzione nei confronti delle preziose fatiche riferibili agli illuminati esponenti dell'accademia italiana ( mi sia consentito esprimere la mia preferenza verso l'insuperabile manuale di Ferrando Mantovani ).
    Qualora, invece, il concorsista decidesse di orientarsi verso difformi lidi (approccio che ritengo comprensibile ma rischioso) potrebbe, con tutta tranquillità, apprezzare il diverso taglio argomentativo proprio dei veri
    testi concorsuali ( il riferimento è ai vari Caringella, Garofoli) che affollano l'attuale panorama bibliografico.
     
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  4. fedecas
     
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    Caro diritto civile, mi trovi d'accordo su tutta la linea : Gazzoni e Mantovani.
     
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  5. iureconsulto
     
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    CITAZIONE (diritto civile @ 25/4/2010, 09:48)
    Il manuale in questione appare come un testo del tutto deludente. Lo stesso, infatti, non può certamente sussumersi nel genus delle opere classiche ma nel contempo presenta un livello di approfondimento delle singole problematiche a rischio concorsuale assolutamente insufficiente. A dir la verità i nodi gordiani del dibattito esegetico, nella stragrande maggioranza dei casi, risultano solo marginalmente lambiti, tra l'altro con un'approssimazione che, sinora, ho fatto fatica a riscontrare aliunde . Il suddetto tomo, in definitiva, si propone alla stregua di un ibrido assai malriuscito, nè istituzionale nè tantomeno professionale, e sembrerebbe rappresentare la testimonianza emblematica della crisi, forse irreversibile, in cui è precipitato l' Editore Giuffrè successivamente alla "dipartita" degli assai noti magistrati del Consiglio di Stato. Sarebbe stato maggiormente opportuno, con ogni probabilità, affidare la preparazione del manuale " concorsuale" alla penna di Roberto Giovagnoli, il quale aveva in passato curato l'edizione degli Studi di diritto penale, molto apprezzati da una folta platea di lettori. In quest' ultima evenienza l'opera redazionale sarebbe stata alquanto agevole, dal momento che l'autore avrebbe potuto limitarsi alla trattazione di taluni argomenti i quali potevano essere utilizzati a mo di integrazioni di una struttura base già esistente.
    Non apprezzo, inoltre, lo stile personale dell' autorevole magistrato della Suprema Corte.
    In considerazione dei profili di criticità in precedenza evidenziati l'acquisto della prolusione di Aniello Nappi è sicuramente da sconsigliare.
    Laddove il candidato volesse cimentarsi con lo studio delle grandi opere manualistiche non avrebbe altra scelta se non quella di direzionare la propria attenzione nei confronti delle preziose fatiche riferibili agli illuminati esponenti dell'accademia italiana ( mi sia consentito esprimere la mia preferenza verso l'insuperabile manuale di Ferrando Mantovani ).
    Qualora, invece, il concorsista decidesse di orientarsi verso difformi lidi (approccio che ritengo comprensibile ma rischioso) potrebbe, con tutta tranquillità, apprezzare il diverso taglio argomentativo proprio dei veri
    testi concorsuali ( il riferimento è ai vari Caringella, Garofoli) che affollano l'attuale panorama bibliografico.

    Complimenti per l'analisi lucida e puntuale !
    Perchè ritieni rischioso studiare dai testi di Caringella o Garofoli?
     
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  6. metander
     
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    CITAZIONE (domeniconverso @ 25/4/2010, 00:04)
    CITAZIONE (metander @ 24/4/2010, 21:38)
    E' un manuale utile per integrare i "classici"

    chi l'ha letto potrebbe darci informazioni più specifiche in merito?
    che intendi quando dici "per integrare i classici"?
    grazie mille

    Intendo dire che il testo in epigrafe è una bella opera di sintesi della dottrina più avanzata ed è frutto della riflessione di un giurista, che sa utilizzare i nessi logici per illustrare gli istituti intrecciandoli con il pensiero della giurisprudenza.
    Si veda, ad es., la spiegazione dell'isituto dell'autotutela domiciliare a pag. 587 ss.-
    Il carattere di sintesi dell'opera, coniugata al rigore scientifico dell'autore, risulta già evidente a partire dalle prime pagine, ove il magistrato illumina un possibile approccio problematico alla materia, che fa tesoro di una delle migliori scuole penalistiche italiane moderne, quella fiorentina, nella attenta considerazione dei testi fondamentali di Mantovani e, quindi, di Palazzo, ma al contempo, non dimenticando la lezione di altri importanti Autori, che illuminano la scienza del diritto penale odierno.
    Quindi, se parlo di integrazione, segnalo il testo perchè frutto della mente di un giurista, padrone del linguaggio tecnico e scienziato del diritto, visto anche nella sua componente giurisprudenziale.
    Se parlo di classici, mi sto riferendo alle opere, che tutti voi frequentate quotidianamente, vale a dire, i testi di Antolisei e, quindi (in senso cronologico), della migliore dottrina moderna di F. Mantovani, F. Palazzo, Fiandaca-Musco, Marinucci-Dolcini, A. Pagliaro ma anche di T. Padovani e di D. Pulitanò.
     
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  7. AntonioS.
     
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    CITAZIONE (diritto civile @ 25/4/2010, 09:48)
    Il manuale in questione appare come un testo del tutto deludente. Lo stesso, infatti, non può certamente sussumersi nel genus delle opere classiche ma nel contempo presenta un livello di approfondimento delle singole problematiche a rischio concorsuale assolutamente insufficiente. A dir la verità i nodi gordiani del dibattito esegetico, nella stragrande maggioranza dei casi, risultano solo marginalmente lambiti, tra l'altro con un'approssimazione che, sinora, ho fatto fatica a riscontrare aliunde . Il suddetto tomo, in definitiva, si propone alla stregua di un ibrido assai malriuscito, nè istituzionale nè tantomeno professionale, e sembrerebbe rappresentare la testimonianza emblematica della crisi, forse irreversibile, in cui è precipitato l' Editore Giuffrè successivamente alla "dipartita" degli assai noti magistrati del Consiglio di Stato. Sarebbe stato maggiormente opportuno, con ogni probabilità, affidare la preparazione del manuale " concorsuale" alla penna di Roberto Giovagnoli, il quale aveva in passato curato l'edizione degli Studi di diritto penale, molto apprezzati da una folta platea di lettori. In quest' ultima evenienza l'opera redazionale sarebbe stata alquanto agevole, dal momento che l'autore avrebbe potuto limitarsi alla trattazione di taluni argomenti i quali potevano essere utilizzati a mo di integrazioni di una struttura base già esistente.
    Non apprezzo, inoltre, lo stile personale dell' autorevole magistrato della Suprema Corte.
    In considerazione dei profili di criticità in precedenza evidenziati l'acquisto della prolusione di Aniello Nappi è sicuramente da sconsigliare.
    Laddove il candidato volesse cimentarsi con lo studio delle grandi opere manualistiche non avrebbe altra scelta se non quella di direzionare la propria attenzione nei confronti delle preziose fatiche riferibili agli illuminati esponenti dell'accademia italiana ( mi sia consentito esprimere la mia preferenza verso l'insuperabile manuale di Ferrando Mantovani ).
    Qualora, invece, il concorsista decidesse di orientarsi verso difformi lidi (approccio che ritengo comprensibile ma rischioso) potrebbe, con tutta tranquillità, apprezzare il diverso taglio argomentativo proprio dei veri
    testi concorsuali ( il riferimento è ai vari Caringella, Garofoli) che affollano l'attuale panorama bibliografico.

    Hai già letto anche questo testo???
     
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  8. metander
     
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    CITAZIONE (fedecas @ 25/4/2010, 13:22)
    Caro diritto civile, mi trovi d'accordo su tutta la linea : Gazzoni e Mantovani.

    I due Autori che menzioni, infatti, hanno scritto due testi ormai divenuti "classici", in base alla communis opinio, o quasi. Cionondimeno, tale rilevanza giustamente conquistata non li rende affatto insuscettibili di integrazioni; al contrario, per risplendere ancor più, necessitano di "dialogare" con altre parti della dottrina.
    Ad es., si v. Gazzoni in tema di prescrizione: il suo pensiero minoritario in merito non gli impedisce di offrire spunti di analisi interessantissimi ed, in parte, condivisibili.
    Si v. Gazzoni in tema di capacità giuridica del concepito ove, al contrario, il suo pensiero si inserisce nel solco della tradizione, pur non mancando nuove ipotesi ricostruttive, lumeggiate per es. in altri studi riconducibili ad una diversa anima della scuola romana (v. Lipari-Rescigno, 2009).
    E gli es. potrebbero continuare a lungo con riferimento anche a F. Mantovani (si v. ad es. la sistemazione concettuale della categoria dell'antigiuridicità e alle differenti impostazioni di pensiero in seno alla dottrina moderna).
    Gli Autori, soprattutto quando sono tali, non devono spingere al dogmatismo.
    I due suddetti non hanno dato questa lezione, ma una lezione di vera scienza, che si nutre di posizioni contrastanti, di capacità architettoniche nella costruzione degli istituti e, quindi, riesce a costituire la bellezza peculiare della ars iuris.
     
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  9. Va' Pensiero
     
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    CITAZIONE (AntonioS. @ 25/4/2010, 23:25)
    Hai già letto anche questo testo???

    Mi unisco alla domanda di Antonio: diritto civile, hai letto anche questo libro, uscito da pochi giorni? :blink:

    Se è così sei un vero mostro d'intelligenza...già che ci sei, potresti dare a noi poveri mortali un parere anche sul nuovo volume di penale di Bellomo...?

    A proposito, come mai non sei ancora intervenuto nel topic sui tre volumi di amministrativo dello stesso Bellomo...?
    Non li hai ancora letti, oppure consideri l'autore troppo al di fuori dai soliti schemi mentali (e quindi inutile ai fini concorsuali)?
     
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  10. metander
     
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    CITAZIONE (Va' Pensiero @ 1/5/2010, 21:37)
    CITAZIONE (AntonioS. @ 25/4/2010, 23:25)
    Hai già letto anche questo testo???

    Mi unisco alla domanda di Antonio: diritto civile, hai letto anche questo libro, uscito da pochi giorni? :blink:

    Se è così sei un vero mostro d'intelligenza...già che ci sei, potresti dare a noi poveri mortali un parere anche sul nuovo volume di penale di Bellomo...?

    A proposito, come mai non sei ancora intervenuto nel topic sui tre volumi di amministrativo dello stesso Bellomo...?
    Non li hai ancora letti, oppure consideri l'autore troppo al di fuori dai soliti schemi mentali (e quindi inutile ai fini concorsuali)?

    Considerato la circolarità delle discussioni,
    considerato che il destinatario della domanda sull'opera del giudice amministrativo di cui sopra rimane silente,
    si prende la parola scritta per sostenere che il manuale di diritto amministrativo del Consigliere di Stato F. Bellomo (con l'aggiunta di pochi collaboratori),
    è molto interessante poichè presenta una solida architettura sistematica e una peculiare capacità argomentativa dell'Autore, già emergente nelle sentenze di cui il Giudice è stato il relatore.
    Cionondimeno, si tratta di UNA delle possibili ricostruzioni della materia, è il frutto del ragionamento e del pensiero di UN autore, che, talvolta (si v. l'art. 1, comma 1-bis), non riflette, quindi, il pensiero della dottrina nè della giurisprudenza prevalenti.
    Le opere di cui stiamo parlando, quindi, non sono dei monoliti intoccabili nè, forse, aspirano ad esserli, tuttavia hanno il pregio di nutrire la mente e lo spirito (non soltanto di geometria), finalizzati alla formazione del giurista.
     
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  11. Va' Pensiero
     
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    Grazie della recensione, metander: ho già acquistato i volumi di amministrativo del consigliere Bellomo e li trovo (sono a tre quarti del I volume) di particolare pregio per chiarezza, semplicità, logica argomentativa, capacità di comunicare passione per il diritto (tutto: non solo l'amministrativo, visti anche i numerosi richiami alle altre branche del diritto).
    Purtroppo, per motivi lavorativi, non sono riuscita a terminare: spero di approfondire meglio per il prossimo concorso.

    Certamente sono interessata anche all'opera di penale dello stesso autore... ;)

    La mia domanda era causata da curiosità per il mancato intervento di diritto civile sull'opera di Bellomo; visto che le sue recensioni riguardano praticamente tutti gli autori (salvo Bellomo, appunto), anche relativamente ad opere recentissimamente pubblicate, come quella di Nappi, appunto.

    Quanto a quest'ultima, devo dire, dopo aver letto lo stralcio sul sito della giuffré, che non mi piace (ovviamente è un'opinione personale): mancanza di linguaggio tecnico (troppi termini tratti dal periodare comune); insistenza su interpretazioni politiche - di parte - delle norme (!), che sarebbe meglio evitare...non si sa mai: magari ti capita un commissario di estrema destra e potrebbe non gradire le digressioni vetero-comuniste mutuate dall'autore... :D capisco che il diritto penale è quello che maggiormente riflette le scelte politiche del governo, però, un conto è dirlo una volta, altro è sottolinearlo praticamente ogni due paragrafi... :rolleyes: :P

    CITAZIONE (metander @ 1/5/2010, 23:30)
    CITAZIONE (Va' Pensiero @ 1/5/2010, 21:37)
    Mi unisco alla domanda di Antonio: diritto civile, hai letto anche questo libro, uscito da pochi giorni? :blink:

    Se è così sei un vero mostro d'intelligenza...già che ci sei, potresti dare a noi poveri mortali un parere anche sul nuovo volume di penale di Bellomo...?

    A proposito, come mai non sei ancora intervenuto nel topic sui tre volumi di amministrativo dello stesso Bellomo...?
    Non li hai ancora letti, oppure consideri l'autore troppo al di fuori dai soliti schemi mentali (e quindi inutile ai fini concorsuali)?

    Considerato la circolarità delle discussioni,
    considerato che il destinatario della domanda sull'opera del giudice amministrativo di cui sopra rimane silente,
    si prende la parola scritta per sostenere che il manuale di diritto amministrativo del Consigliere di Stato F. Bellomo (con l'aggiunta di pochi collaboratori),
    è molto interessante poichè presenta una solida architettura sistematica e una peculiare capacità argomentativa dell'Autore, già emergente nelle sentenze di cui il Giudice è stato il relatore.
    Cionondimeno, si tratta di UNA delle possibili ricostruzioni della materia, è il frutto del ragionamento e del pensiero di UN autore, che, talvolta (si v. l'art. 1, comma 1-bis), non riflette, quindi, il pensiero della dottrina nè della giurisprudenza prevalenti.
    Le opere di cui stiamo parlando, quindi, non sono dei monoliti intoccabili nè, forse, aspirano ad esserli, tuttavia hanno il pregio di nutrire la mente e lo spirito (non soltanto di geometria), finalizzati alla formazione del giurista.

     
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  12. varianteimpazzita
     
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    "opere recentissimamente pubblicate, come quella di Nappi, appunto.

    Quanto a quest'ultima, devo dire, dopo aver letto lo stralcio sul sito della giuffré, che non mi piace ..."

    Dove hai trovato lo stralcio sul manuale di Nappi ? nel sito della Giuffrè mi risulta solo l'indice...
    Grazie :)
     
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  13. Va' Pensiero
     
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    Sul sito della giuffrè percorsi: http://www.percorsi.giuffre.it/psixsite/La...t.aspx?id=10830

    Ecco l'estratto: http://www.percorsi.giuffre.it/psixsite/La...20di%20Napp.pdf

    CITAZIONE (varianteimpazzita @ 3/5/2010, 18:22)
    "opere recentissimamente pubblicate, come quella di Nappi, appunto.

    Quanto a quest'ultima, devo dire, dopo aver letto lo stralcio sul sito della giuffré, che non mi piace ..."

    Dove hai trovato lo stralcio sul manuale di Nappi ? nel sito della Giuffrè mi risulta solo l'indice...
    Grazie :)

     
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  14. metander
     
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    CITAZIONE (Va' Pensiero @ 2/5/2010, 13:27)
    Grazie della recensione, metander: ho già acquistato i volumi di amministrativo del consigliere Bellomo e li trovo (sono a tre quarti del I volume) di particolare pregio per chiarezza, semplicità, logica argomentativa, capacità di comunicare passione per il diritto (tutto: non solo l'amministrativo, visti anche i numerosi richiami alle altre branche del diritto).
    Purtroppo, per motivi lavorativi, non sono riuscita a terminare: spero di approfondire meglio per il prossimo concorso.

    Certamente sono interessata anche all'opera di penale dello stesso autore... ;)

    La mia domanda era causata da curiosità per il mancato intervento di diritto civile sull'opera di Bellomo; visto che le sue recensioni riguardano praticamente tutti gli autori (salvo Bellomo, appunto), anche relativamente ad opere recentissimamente pubblicate, come quella di Nappi, appunto.

    Quanto a quest'ultima, devo dire, dopo aver letto lo stralcio sul sito della giuffré, che non mi piace (ovviamente è un'opinione personale): mancanza di linguaggio tecnico (troppi termini tratti dal periodare comune); insistenza su interpretazioni politiche - di parte - delle norme (!), che sarebbe meglio evitare...non si sa mai: magari ti capita un commissario di estrema destra e potrebbe non gradire le digressioni vetero-comuniste mutuate dall'autore... :D capisco che il diritto penale è quello che maggiormente riflette le scelte politiche del governo, però, un conto è dirlo una volta, altro è sottolinearlo praticamente ogni due paragrafi... :rolleyes: :P

    CITAZIONE (metander @ 1/5/2010, 23:30)
    Considerato la circolarità delle discussioni,
    considerato che il destinatario della domanda sull'opera del giudice amministrativo di cui sopra rimane silente,
    si prende la parola scritta per sostenere che il manuale di diritto amministrativo del Consigliere di Stato F. Bellomo (con l'aggiunta di pochi collaboratori),
    è molto interessante poichè presenta una solida architettura sistematica e una peculiare capacità argomentativa dell'Autore, già emergente nelle sentenze di cui il Giudice è stato il relatore.
    Cionondimeno, si tratta di UNA delle possibili ricostruzioni della materia, è il frutto del ragionamento e del pensiero di UN autore, che, talvolta (si v. l'art. 1, comma 1-bis), non riflette, quindi, il pensiero della dottrina nè della giurisprudenza prevalenti.
    Le opere di cui stiamo parlando, quindi, non sono dei monoliti intoccabili nè, forse, aspirano ad esserli, tuttavia hanno il pregio di nutrire la mente e lo spirito (non soltanto di geometria), finalizzati alla formazione del giurista.

    Di niente, figurati!
    :)

    Grazie a te della curiosità legittimamente manifestata

    Su Nappi la pensiamo diversamente, ma questo credo non possa essere che salutare, così come la circolazione di idee - nei limiti del possibile - non ripetitive ;)
     
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  15. Aslanzala
     
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    a me personalmente Nappi piace, lo trovo originale e anche scritto bene.
     
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30 replies since 24/4/2010, 20:38   1445 views
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