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pierocalamandrei.
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Pensate sia sensato - oggi- abbandonare la P.A. per dedicarsi alla avvocatura?anche se nel profondo nord?
Grazie a chi vorrà rispondermi. -
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una follia! . -
*nausicaa*.
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Se la domanda è posta nei termini in cui l'hai posta tu, ossia"se sia sensato", la risposta è: no, è una follia.
Se, invece, si tratta di decidere cosa fare nella propria vita e se, a fronte di un sogno, sia il caso di rischiare, la risposta per me è positiva. Poi dipende dalle singole situazioni: c'è chi per necessità si accontenta di lavori poco gratificanti, ma che consentono un minimo di certezze e chi non ha problemi a tentare di realizzare un sogno. Io anni fa ti avrei detto di perseguire il sogno, perchè dedicarsi per tutta la vita a un lavoro che non ci piace potrebbe diventare alienante. Però le implicazioni economiche non sono da sottovalutare, perchè anche al Nord inserirsi nel mercato professionale è difficile.
Quindi, se razionalizziamo è una follia; se, invece, seguiamo i desideri, allora cambia la musica.. -
pierocalamandrei.
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Vi ringrazio per le risposte.
In effetti sembra quasi un rinnegamento di un percorso che qualche anno fa mi portò coscientemente e praticamente a studiare per i concorsi.
Oggi mi trovo di fronte ad una condizione stazionaria e devo ammettere che lo sblocco potrebbe essere dato da un trasferimento vicino casa o dal superemneto di un concorso de dirigente.
Resta in penombra l'avvocatura che al momento mi sembra una strada seppure desiderata difficile da praticare.. -
piippa.
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semplicemente una vera e propria follia!! 
!....io ho fatto il passaggio contrario e sono rinata!!!!!!....e lo dico da avv. del ricchissimo nord-est!!
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secondo me dipende dal punto di vista: molti, non tutti, posti nella pa sono poco stimolanti e avari d soddisfazione però in compenso hai una sicurezza economica e dei ritmi e degli orari di lavoro non stressanti che ti consentono di dedicarti anche ad altro
l'avvocatura è una professione, invece, totalizzante,che però può dare tanti stimoli, può permetterti di misurarti quotidianamente con te stesso, le tue capacità, i tuoi llimiti e, alla lunga, toglierti soddisfazioni di carattere economico. -
lostsoul.
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CITAZIONE (pierocalamandrei @ 14/2/2010, 16:07)Pensate sia sensato - oggi- abbandonare la P.A. per dedicarsi alla avvocatura?anche se nel profondo nord?
Grazie a chi vorrà rispondermi
Perché non dovrebbe esserlo?
Dipende. -
iureconsulto.
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CITAZIONE (pierocalamandrei @ 14/2/2010, 16:07)Pensate sia sensato - oggi- abbandonare la P.A. per dedicarsi alla avvocatura?anche se nel profondo nord?
Grazie a chi vorrà rispondermi
Esprimo sinteticamnete il mio pensiero.
L'attività forense ha vari aspetti positivi.
In primo luogo ti permette di applicare lo studio astratto al caso concreto:è dilettevole riuscire a conciliare lo studio del diritto e vederlo applicato.
In secondo luogo, è notevole la soddisfazione professionale che ti può dare, soprattutto se si aiutano,ma questo è soggettivo, le persone più indifese. Inoltre, se riesci ad inserirti, il guadagno è buono.
Gli aspetti negativi.
La precarietà ontologica dell'attività forense, a differenza del pubblico impiego.
Il progressivo aumento degli avvocati cui consegue la difficoltà a trovare i clienti.
La responsabilità nelle scelte.
A mio avviso dipende, soprattutto, dalle tue attitudini. Ti consiglio di ponderare la scelta.
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pierocalamandrei.
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Grazie a tutti voi per le risposte.
Vi dirò il mio punto di vista.
L'avvocatura è cosa per stomaci importanti, è la professione più alta e nobile epressa dalla civiltà umana dai greci in avanti (ed anche prima) è la scelta dell'uomo maturo che tira fuori gli attributi.
La P.A. è l'approdo del giovane serio e studioso che mira - per educazione familiare e percorso di studi (la mia) ad una immediata rispondenza.
Ma quest'ultima deve essere alta, deve corrispondere a ruoli di alto profilo e non sempre è così perchè c'è troppo appiattimento e carriere lente.
Quindi volendo compendiare questa mio punto di vista direi
Quando il bruco diventa farfalla deve volare!
Sennò si trascina....... -
MrForehand.
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CITAZIONE (pierocalamandrei @ 16/2/2010, 23:18)Grazie a tutti voi per le risposte.
Vi dirò il mio punto di vista.
L'avvocatura è cosa per stomaci importanti, è la professione più alta e nobile epressa dalla civiltà umana dai greci in avanti (ed anche prima) è la scelta dell'uomo maturo che tira fuori gli attributi.
La P.A. è l'approdo del giovane serio e studioso che mira - per educazione familiare e percorso di studi (la mia) ad una immediata rispondenza.
Ma quest'ultima deve essere alta, deve corrispondere a ruoli di alto profilo e non sempre è così perchè c'è troppo appiattimento e carriere lente.
Quindi volendo compendiare questa mio punto di vista direi
Quando il bruco diventa farfalla deve volare!
Sennò si trascina......
quindi lasci la P.A.?
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pierocalamandrei.
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Quando avrò capito che nella P.A. non posso fare carriera! . -
mapy.
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Ciao, mi permetto anch'io di dire la mia! Ho vinto da poco un concorso pubblico e sento di essere riuscita in un'impresa che mi cambierà la vita in meglio..e ti spiego la ragione. Sono consapevole che probabilmente l'inquadramento in cui verrò assunta mi accompagnerà per lungo tempo..forse fino alla pensione..ma la stabilità e il tempo libero garantiti..mi consentiranno di crescere e progredire in altro. La professione è solo apparentemente sinonimo di libertà ed autonomia..infatti..quando non lavori..devi garantirti quella rete di relazioni necessarie..andando al "giusto" appuntamento, alla "giusta" cena...fino anche al "giusto" funerale perchè la tua mano lecchinosa non potrà mancare nel dare le condoglianze al "giusto" contatto che potrà tornarti utile in futuro. Per carità...io voglio approfittare di quel "poco" che la pubblica amministrazione mi garantirà..per iniziare a suonare uno strumento, diventare una conoscitrice della provincia in cui verrò assegnata..per permettermi di fare in termini esistenziali..tutto quello che fino ad oggi mi è stato negato!!!Ti auguro di fare la scelta giusta!!! 
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lostsoul.
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CITAZIONE (pierocalamandrei @ 16/2/2010, 23:18)Grazie a tutti voi per le risposte.
Vi dirò il mio punto di vista.
L'avvocatura è cosa per stomaci importanti, è la professione più alta e nobile epressa dalla civiltà umana dai greci in avanti (ed anche prima) è la scelta dell'uomo maturo che tira fuori gli attributi.
Pierocalamandrei, io personalmente ti consiglio di licenziarti, aprire partita IVA ed iscriverti subito. In mezzo ad una folla di gente che invecchia restando iscritta all'albo e sognando altro, mi pare che tu abbia le tue sacrosante motivazioni.
Ovviamente sbagliate.
Però va bene così.
CITAZIONE (mapy @ 17/2/2010, 12:42)La professione è solo apparentemente sinonimo di libertà ed autonomia..infatti..quando non lavori..devi garantirti quella rete di relazioni necessarie..andando al "giusto" appuntamento, alla "giusta" cena...fino anche al "giusto" funerale perchè la tua mano lecchinosa non potrà mancare nel dare le condoglianze al "giusto" contatto che potrà tornarti utile in futuro.
La gente si gestisce come vuole. Ovviamente non essendo sotto contratto si deve cercare di coltivare le relazioni sociali ma non è assolutamente necessario assumere ateggiamenti come quelli che descrivi.Anzi, direi che caso mai, è controproducente.
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pierocalamandrei.
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Il dibattito non è poi tanto inutile.
Io mi permetto di parlare perchè al mio lavoro penso di dare molto e di ricevere altrettanto.
Se fossi un "fannullone" starei bello imboscato............
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pierocalamandrei.
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Intanto dal mio piccolo voglio lavorare per una P.A. più giusta e meritocratica......
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