Bertolaso indagato

dimissioni respinte.

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  1. labeone
     
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    CITAZIONE
    Appresa la notizia dell'indagine per corruzione, l'annuncio del capo della Protezione Civile
    Ma a stretto giro arriva il no prima Letta e poi del presidente del Consiglio dicono
    Bertolaso rimette tutti gli incarichi
    Berlusconi respinge le dimissioni


    Bertolaso rimette tutti gli incarichi Berlusconi respinge le dimissioni
    ROMA - Un'ora dopo aver appreso la notizia delle indagini che lo riguardano Bertolaso ha annunciato di aver rimesso tutti i suoi incarichi nelle mani del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Ma il governo, da subito con Gianni Letta, è sembrato intenzionato a respingerle. Fino alla presa di posizione di Silvio Berlusconi fatta trapelare da Palazzo Chigi.

    "Rimetto tutti i mandati". Sono state ore concitate per il Capo dipartimento della Protezione civile. Che annuncia di aver rimesso tutti i suoi incarichi nelle mani del premier e poi in una nota afferma: "Mi sono sempre definito un servitore dello Stato e, come sempre, rimango a disposizione del mio paese". Poi va a Palazzo Chigi, dove era presente Gianni Letta.

    Sulle indagini Bertolaso dice di "voler chiedere al pubblico ministero che si sta occupando dell'indagine di procedere al più presto al mio interrogatorio, così da poter fornire tutte le informazioni in mio possesso. E' stato assicurato pieno supporto al personale della polizia giudiziaria al quale sono stati consegnati tutti i documenti. Ribadisco ancora una volta la più totale fiducia nell'operato della magistratura".

    La difesa immediata di Gianni Letta. "Spero che il presidente Berlusconi rinnovi a Bertolaso, a nome di tutto il governo, la sua fiducia. La mia l'ha sicuramente". Così il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta ha fatto subito capire che l'esecutivo era intenzionato a respingere le dimissioni di Bertolaso . "Conoscete la stima che ho per Bertolaso e non posso che confermarla nella maniera più seria e più convinta. Sono sicuro che chiarirà presto ogni cosa".


    Le reazioni. Il Pdl scende in campo quasi subito in difesa di Bertolaso. "Viviamo in un Paese impazzito e capovolto. Qualunque paese civile, infatti, eleverebbe un monumento ad una persona come Guido Bertolaso", dichiara il coordinatore del Popolo delel libertà Sandro Bondi. Duro anche il leghista Castelli: "Ancora volta assistiamo a un intervento devastante della magistratura, che questa volta va a colpire quella che probabilmente e' una delle piu' efficienti strutture dello Stato italiano''.

    Solidarietà anche dal ministro Gelmini: ''In questo momento non posso che rappresentare stima, riconoscenza e solidarieta' a un servitore dello Stato come Guido Bertolaso. Credo che abbia fatto e stia facendo tutto il possibile per superare la tragedia del terremoto qui in Abruzzo''.

    Il primo commento del segretario del Pd è severo: "Un fatto grave". Per il leader democratico "la magistratura deve fare il suo compito e fare luce il più rapidamente possibile". Bersani aggiunge che "alla politica tocca considerare le procedure e l'occasione l'abbiamo anche adesso in Parlamento sul decreto sulla Protezione civile e questo è il tema di fondo su cui il legislatore deve prendere decisioni molto attente".

    (10 febbraio 2010) Tutti gli articoli di Cronaca

    www.repubblica.it/cronaca/2010/02/1...iducia-2246936/
     
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  2. ragionevolidubbi
     
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    CITAZIONE (labeone @ 10/2/2010, 14:48)
    CITAZIONE
    Appresa la notizia dell'indagine per corruzione, l'annuncio del capo della Protezione Civile
    Ma a stretto giro arriva il no prima Letta e poi del presidente del Consiglio dicono
    Bertolaso rimette tutti gli incarichi
    Berlusconi respinge le dimissioni


    Bertolaso rimette tutti gli incarichi Berlusconi respinge le dimissioni
    ROMA - Un'ora dopo aver appreso la notizia delle indagini che lo riguardano Bertolaso ha annunciato di aver rimesso tutti i suoi incarichi nelle mani del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Ma il governo, da subito con Gianni Letta, è sembrato intenzionato a respingerle. Fino alla presa di posizione di Silvio Berlusconi fatta trapelare da Palazzo Chigi.

    "Rimetto tutti i mandati". Sono state ore concitate per il Capo dipartimento della Protezione civile. Che annuncia di aver rimesso tutti i suoi incarichi nelle mani del premier e poi in una nota afferma: "Mi sono sempre definito un servitore dello Stato e, come sempre, rimango a disposizione del mio paese". Poi va a Palazzo Chigi, dove era presente Gianni Letta.

    Sulle indagini Bertolaso dice di "voler chiedere al pubblico ministero che si sta occupando dell'indagine di procedere al più presto al mio interrogatorio, così da poter fornire tutte le informazioni in mio possesso. E' stato assicurato pieno supporto al personale della polizia giudiziaria al quale sono stati consegnati tutti i documenti. Ribadisco ancora una volta la più totale fiducia nell'operato della magistratura".

    La difesa immediata di Gianni Letta. "Spero che il presidente Berlusconi rinnovi a Bertolaso, a nome di tutto il governo, la sua fiducia. La mia l'ha sicuramente". Così il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta ha fatto subito capire che l'esecutivo era intenzionato a respingere le dimissioni di Bertolaso . "Conoscete la stima che ho per Bertolaso e non posso che confermarla nella maniera più seria e più convinta. Sono sicuro che chiarirà presto ogni cosa".


    Le reazioni. Il Pdl scende in campo quasi subito in difesa di Bertolaso. "Viviamo in un Paese impazzito e capovolto. Qualunque paese civile, infatti, eleverebbe un monumento ad una persona come Guido Bertolaso", dichiara il coordinatore del Popolo delel libertà Sandro Bondi. Duro anche il leghista Castelli: "Ancora volta assistiamo a un intervento devastante della magistratura, che questa volta va a colpire quella che probabilmente e' una delle piu' efficienti strutture dello Stato italiano''.

    Solidarietà anche dal ministro Gelmini: ''In questo momento non posso che rappresentare stima, riconoscenza e solidarieta' a un servitore dello Stato come Guido Bertolaso. Credo che abbia fatto e stia facendo tutto il possibile per superare la tragedia del terremoto qui in Abruzzo''.

    Il primo commento del segretario del Pd è severo: "Un fatto grave". Per il leader democratico "la magistratura deve fare il suo compito e fare luce il più rapidamente possibile". Bersani aggiunge che "alla politica tocca considerare le procedure e l'occasione l'abbiamo anche adesso in Parlamento sul decreto sulla Protezione civile e questo è il tema di fondo su cui il legislatore deve prendere decisioni molto attente".

    (10 febbraio 2010) Tutti gli articoli di Cronaca

    www.repubblica.it/cronaca/2010/02/1...iducia-2246936/

    :sick:

    per approfondimenti:
    http://tv.repubblica.it/le-inchieste/madda...tta/41846?video

    Edited by ragionevolidubbi - 10/2/2010, 17:07
     
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  3. ragionevolidubbi
     
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    Il Pd: "Nel dl sulla Protezione civile Spa
    hanno preparato l'immunità per i commissari"




    ROMA - Il governo rinunci a portare in Aula il decreto legge sulla riforma della Protezione civile. Secondo il Pd, il decreto potrebbe rappresentare un primo passo verso l'immunità per i commissari ai rifiuti. Per Dario Franceschini, il comma 5 dell'articolo 3 del provvedimento è un "vero e proprio scudo ai confini della decenza". Tanto per cominciare, "metterebbe al riparo le strutture commissariali che hanno affrontato l'emergenza rifiuti in Campania". Il timore dell'opposizione è che il testo potrebbe aprire la strada verso un'immunità per tutti i responsabili della Protezione civile, travolta dallo scandalo degli appalti per il G8 alla Maddalena.

    Il capogruppo alla Camera dei Democratici ha chiesto al governo di rinunciare alla votazione in programma la prossima settimana. Il Pd chiede dunque di fermare il decreto che riforma la Protezione civile istituendo la Protezione civile Spa. Per Franceschini, andare avanti con norme che prevedono uno scudo giudiziario per le strutture commissariali e la sospensione immediata di tutti i procedimenti in corso sarebbe "inopportuno e sbagliato". Il capo dei deputati Pd ha anche sottolineato che in questo momento affidare a una sola agenzia l'assegnazione di lavori senza i normali appalti non appare opportuno alla luce dei provvedimenti giudiziari che hanno riguardato i vertici della Protezione civile.

    Per quanto riguarda Bertolaso, Franceschini ha riconosciuto "il gesto corretto e la sensibilità istituzionale di Bertolaso che si è dimesso come accade in ogni Paese del mondo, mentre in Italia è una pratica dimenticata". Riferendosi poi alla notizia che Berlusconi ha respinto le dimissioni, "ora vedremo - ha commentato - se quel gesto era un atto vero e proprio o una rappresentazione". (10 febbraio 2010) Tutti gli articoli di Cronaca




    p.s ma mi chiedevo se vale ancora il proverbio "fatta la legge , trovato l'inganno" ovvero oggi si debba dire "fatta la legge..."perfezionato" l'inganno!"...bah!...irragionevoli dubbi...hi hi hi
     
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  4. Silu
     
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    Bertolaso ha fatto un bel gesto quale quello di volersi dimettere e le dichiarazioni coerenti quali :"voler chiedere al pubblico ministero che si sta occupando dell'indagine di procedere al più presto al mio interrogatorio, così da poter fornire tutte le informazioni in mio possesso. E' stato assicurato pieno supporto al personale della polizia giudiziaria al quale sono stati consegnati tutti i documenti. Ribadisco ancora una volta la più totale fiducia nell'operato della magistratura".
    Sono parole ormai rare che sembrano l'anormalità quando dovrebbe invece essere proprio l'esatto contrario.
    Personalmente ritengo che un soggetto che ricopre un incarico di alta responsabilità se raggiunto da un avviso di garanzia non debba necessariamente dimettersi non essendoci stato nemmeno un procedimento in primo grado che abbia potuto constatare quanto imputato.
    Egli è libero,secondo coscienza,se presentare le dimissioni o meno, ciò non giusitifica che chiunque (e solitamente è una condotta tipica d chi ricopre un posto di alta responsabilità) possa urlare ai quattro venti il complotto voluto nei suoi confronti da toghe rosseazzurreviolegiallecelesti.
    Qualora invece dovesse esserci una condanna in primo grado,sarebbe più che opportuno se non auspicabile,a mio avviso,che le dimissioni non solo vengano spontaneamente presentate ma anche richieste.
    Il legislatore "diligente" invece ha una seria preoccupazioni per una magistratura troppo invadente e costruisce scudi nemmeno fossimo all'età medievale durante le crociate,ormai si attende che venga raggiunto da un avviso di garanzia il panettiere dal quale si rifornisce l'esecutivo per trovare nel parlamento una proposta per l'immunità verso produttori di pani e farinacei vari :rolleyes:

    Edited by Silu - 10/2/2010, 21:12
     
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    pilota di tradizione. dal 2009

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    bertolaso nominato commissario del suo procedimento penale.
    assicurati tempi certi per l'assoluzione.
     
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  6. Satanspond
     
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    E' come Achille Starace .

    Andrebbe eseguito in tuta .
     
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    Berlusconi ricomincia là dove s'era interrotto. Riprende il suo lavoro da Bonn, dallo spirito populista, bonapartista e anticostituzionale che ha accaldato il suo intervento al congresso del Partito Popolare Europeo.

    In quell'occasione, il premier denuncia due organi supremi di garanzia: la presidenza della Repubblica e la Corte costituzionale. Li accusa di essere strumenti politici di parte, al servizio di un "partito dei giudici della sinistra" che avrebbe "scatenato la caccia" contro il premier. Schernisce la Costituzione. Annuncia di volerla, di "doverla" cambiare. In nome del popolo sovrano. Quel giorno, 10 dicembre 2009, diviene chiaro "il sentimento da abusivo con cui il primo ministro italiano abita le istituzioni, mentre le guida". Egli si sente un estraneo nell'architettura istituzionale che dovrebbe rappresentare. Un estraneo e un prigioniero, perché quell'architettura egli l'avverte come un'armatura che lo soffoca e deprime, mentre pretende di dominarla e maneggiarla come fosse morbida pelle. Quel giorno a Bonn, come osservò Repubblica, è nitida la sfida che Berlusconi lancia: non vuole essere, tra gli altri, garante di un ordinamento. Vuole creare, sotto il segno dello stato d'eccezione, un nuovo ordine che riconosca il suo potere distinto e sovraordinato rispetto a tutti gli altri poteri repubblicani che si bilanciano tra di loro: "il leader del popolo che lo sceglie nel voto", quindi liberato di ogni contrappeso dall'unzione suprema di una sovranità inviolabile.

    Venne poi il 13 dicembre, piazza Duomo, quel matto di Massimo Tartaglia, l'aggressione e la violenza, il volto insanguinato del premier e, per settimane, l'estremo grado di intensità di un discorso pubblico declinato intorno alla distinzione di amico/nemico apparve una strada senza uscita a molta parte del Paese. Sfratta ogni illusione di una nuova temperie la sortita che dà avvio, dopo quella crisi, al nuovo anno politico. Come d'abitudine, si consuma in un ambiente "compatibile", protetto dal suo "notaio" televisivo, nelle forme del flusso verbale ininterrotto che eclissa fatti (come la vulnerabilità cui lo espone una vita capricciosa); nasconde le proprie responsabilità (come per la character assassination di Dino Boffo, schiacciato con un documento falso dal suo giornale). Il premier ritorna su un suo chiodo fisso. Rivendica il diritto di decidere quali sono, dove sono i "nemici", quei gruppi professionali che minacciandolo aggrediscono - sostiene - l'esistenza dello Stato stesso che egli, per volontà popolare, incarna. Naturalmente, a Roma come a Bonn, comincia dai magistrati. Dice: "Non si può governare attaccati da pubblici dipendenti quali sono i giudici. Rispondere all'uso politico della giustizia con un uso democratico del voto popolare è legittimo e assolutamente doveroso". Lasciamo perdere la solita polemica sull'"uso politico della giustizia". Pare più essenziale osservare che ancora una volta Berlusconi interpreta, con coerenza - ieri come oggi e come accadrà domani - il quadro politico-istituzionale intorno al divisivo concetto di amico/nemico. I magistrati sono "nemici" perché (come ogni altro organo di garanzia e di controllo) impediscono al sovrano di governare, perché sorvegliano le sue decisioni e quella vigilanza è un ostacolo che crea uno status necessitatis, l'urgenza di provvedimenti legislativi che ne riducano i poteri (con una riforma della giustizia) proteggendo al tempo stesso chi governa dalla loro azione (con le leggi immunitarie). A rendere ancora più chiaro qual è lo spirito "costituente" che agita il premier è il fatto del giorno: l'indagine penale che coinvolge Guido Bertolaso. La coincidenza aiuta a capire.

    Il "padrone" della Protezione civile rappresenta alla luce del sole, nel modo più vivido, il nuovo "ordine" che Berlusconi esige. Bertolaso interpreta il paradigma della "militarizzazione della decisione politica" che il premier immagina debba essere lo strumento d'uso quotidiano del governo, il dispositivo che consente di sospendere le norme, di trasformare il diritto in una decisione che va liberata dal perimetro in cui la costringe la legge. La Protezione civile di Guido Bertolaso ha rappresentato e rappresenta appunto questo: il sostanziale svuotamento della partecipazione politica a vantaggio della verticalizzazione della decisione politica. E' accaduto in alcune occasioni - e va detto - per evidenti necessità, come per i rifiuti di Napoli e il terremoto dell'Aquila. Ma intorno a queste indiscutibili urgenze, la Protezione civile è cresciuta su se stessa per volontà di Berlusconi, in un vuoto di diritto, con emergenze raccontate e immaginate come estreme o improrogabili. Tutto si è trasformato in stato di necessità. Il G8 della Maddalena; i Mondiali di nuoto; l'Expo di Milano; il quattrocentesimo anniversario della nascita di San Giuseppe da Copertino a Lecce; il congresso eucaristico nazionale, previsto ad Ancona nel settembre del 2011. Conta qui osservare il metodo che la fortuna politica e istituzionale di Bertolaso ci propone, o meglio ci conferma.

    In uno "Stato legislativo", dove quel che conta è la legalità e chi esercita il potere agisce "in nome della legge", le burocrazie sono "neutrali", uno strumento puramente tecnico che serve orientamenti politici diversi e anche opposti. Berlusconi non vuole essere l'anonimo esecutore di leggi e norme (lo si sa, lo si è già detto). Egli non intende governare in nome della legge, ma in nome della "necessità concreta". Pretende che lo Stato si muova dietro le "emergenze" (autentiche o artefatte che siano, non importa), vuole che il governo decida delle "situazioni" che ritiene prioritarie. Berlusconi s'immagina alla guida di uno "Stato governativo" che si definisce per la qualità decisiva che riconosce al comando concreto, applicabile subito, assolutamente necessario e virtualmente temporaneo, sempre conflittuale perché esclude e differenzia. Pretende che le burocrazie condividano la capacità di assumersi il suo stesso rischio politico, come fossero un'élite politica e non istituzionale. Ecco come Berlusconi immagina debbano essere i magistrati, "pubblici dipendenti".

    È dunque in queste ragioni - tutte politiche - che va afferrato il più autentico significato della simbiosi tra Berlusconi e Bertolaso: l'uno, l'uomo che decide al di là e oltre le norme; l'altro, l'uomo che lavora nel "vuoto di diritto" che quella decisione crea. Berlusconi forse potrebbe fare a meno dell'intero suo gabinetto, ma non di Bertolaso perché il sottosegretario e direttore della Protezione civile materializza molte condizioni che il premier ritiene costitutive del suo potere: la creazione volontaria di uno stato d'eccezione permanente; una prassi di governo che vive di decreti con immediata forza di legge e trasforma il comando in un ininterrotto "caso d'eccezione"; l'immunità da ogni controllo. Si può concludere chiedendosi come sia possibile in questo clima discutere di riforme costituzionali. Di quale Costituzione si vuole parlare? Di quella che abbiamo o del nuovo "ordine" berlusconiano annunciato a Bonn ieri e a Roma oggi?

    © Riproduzione riservata(11 febbraio 2010)

    http://www.repubblica.it/cronaca/2010/02/1...aliere-2254494/
     
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  8. ragionevolidubbi
     
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    Balducci e i suoi amici, la cricca degli appalti
    Ville, escort, assunzioni e auto di lusso
    Il capo della Protezione civile non disdegna i favori sessuali di una certa Francesca
    "Oggi pomeriggio sono libero... Verrei volentieri per una ripassata"




    ROMA - Una "cricca dei banditi". Il gip di Firenze racconta la corruzione che ha governato gli appalti della Maddalena e la ricostruzione a L'Aquila. Le escort di Bertolaso e gli imprenditori che la notte del 6 aprile ridono pensando agli appalti.

    Il sistema, scrive il gip Rosario Lupo, funzionava così: "Angelo Balducci e Fabio De Santis, pubblici ufficiali presso il Dipartimento per lo Sviluppo e la competitività del turismo della Presidenza del Consiglio dei ministri, incaricati della gestione dei "grandi eventi" (Mondiali di nuoto di Roma 2009, G8 della Maddalena, 150° anniversario dell'Unità d'Italia) insieme a Mauro Della Giovanpaola, pubblico ufficiale della struttura di missione per il G8 della Maddalena hanno asservito la loro funzione pubblica (alquanto delicata, attesi gli enormi poteri a loro concessi e i rilevantissimi importi di denaro e risorse a carico della collettività) in modo totale e incondizionato agli interessi dell'imprenditore Diego Anemone (e non solo). Tale asservimento veniva ben retribuito con vari benefit di carattere economico e non, anche di grande rilevanza patrimoniale: utilità indirizzate o direttamente ai tre pubblici ufficiali o a loro parenti o a soggetti a loro amici (in particolare Anemone e i suoi collaboratori si mettevano a disposizione dei tre, in particolare di Balducci per risolvere loro qualsiasi tipo di esigenza, anche la più banale)".

    E il sistema, scrive ancora il gip, aveva un nome: >"Gelatinoso". "Il caso in questione che ben potrebbe essere definito "storia di ordinaria corruzione" viene qui definito "gelatinoso". E non dagli investigatori ma dagli stessi protagonisti di tale inquietante vicenda di malaffare in una delle tante conversazioni telefoniche intercettate: "Il mio ragionamento è questo... Loro evidentemente stanno immersi in un liquido gelatinoso che è al limite dello scandalo" (...). Ma "sistema gelatinoso" non è l'unica definizione del Dipartimento per lo Sviluppo e la competitività del turismo della Presidenza del Consiglio dei ministri. Infatti la struttura cosiddetta della Ferratella (luogo dove ha sede il Dipartimento e di cui fanno parte Balducci, De Santis e Della Giovanpaola) viene definito - senza mezzi termini - dalle molto istruttive conversazioni telefoniche intercettate: "Cricca di banditi", "Banda di banditi", "Task force unita e compatta", "squadra collaudatissima", "combriccola", e i suoi componenti "bulldozer", "veri banditi", "gente che ruba tutto il rubabile", "persone da carcerare"".
    Anche l'imprenditore Diego Anemone, del resto, a giudizio del gip, si dimostrava all'altezza della qualità della corruzione assicurata dal sistema in ragione del suo network di rapporti, a cominciare da quello con il Capo della Protezione civile e sottosegretario Guido Bertolaso: "È alquanto inquietante - si legge - che sussistano rapporti di collusione (che definire sospetti è mero eufemismo retorico) tra l'introdottissimo (nonostante la giovane età) Diego Anemone e il potente sottosegretario e capo della Protezione civile Guido Bertolaso (coinvolto nella gestione economica degli appalti aggiudicati con la normativa cosiddetta dei "grandi eventi") che, come risulta inequivocabilmente dalle intercettazioni telefoniche, frequenta spesso e volentieri Anemone e le sue strutture, per così dire, di "relax"".

    Gli appalti e il prezzo della corruzione. Nell'elenco che ne fa il gip, sono almeno cinque gli appalti pilotati da Balducci e la sua "combriccola" della Protezione civile: "Lo stadio centrale del tennis del Foro Italico (Mondiali di nuoto Roma 2009); il Nuovo museo dello sport italiano di Tor Vergata (Mondiali di nuoto); il completamento dell'Aeroporto internazionale dell'Umbria Sant'Egidio di Perugia (Celebrazioni 150 anni Unità d'Italia); la realizzazione Palazzo della conferenza e area delegati (G8 Maddalena); la residenza dell'Arsenale (G8 Maddalena)". Il prezzo della corruzione sono ristrutturazioni di immobili, auto di lusso a sbafo, assunzioni di domestici e figli, favori sessuali con pagamento di escort a domicilio.
    Angelo Balducci


    Scrive il gip: "Angelo Balducci: utilizzo di due utenze cellulari; personale di servizio nella proprietà di Montepulciano; uso di autovettura Bmw serie 5; messa a disposizione di Rosanna Thau (moglie di Balducci) di una Fiat 500; fornitura di mobili (un divano e due poltrone) per la proprietà di Montepulciano; esecuzione di lavori di manutenzione e riparazione negli immobili di Roma e Montepulciano; assunzione di Filippo Balducci (figlio di Angelo e della sua compagna Elena Petronela Buchila); messa a disposizione di Filippo Balducci di autovettura Bmw del valore di 71mila euro; lavori di ristrutturazione per l'appartamento di Filippo Balducci in via Latina a Roma con fornitura di materiali di arredo in legno e tessuti; viaggi a bordo di aerei privati; numerosi soggiorni su sua richiesta all'hotel Pellicano di Porto Santo Stefano; assunzione, su sua richiesta, di Anthony Smith e messa a disposizione di un'abitazione.

    "Fabio De Santis: affidamento di lavori pubblici in subappalto a Marco De Santis; utilizzo di un'utenza cellulare; fornitura di mobili destinati alla sua abitazione; prestazioni sessuali a pagamento a Venezia (17 ottobre e 28 agosto 2008) e Roma (13 novembre 2008).

    "Mauro della Giovanpaola: prestazioni sessuali a pagamento a Venezia tra il 17 e il 18 ottobre 2008; uso di un immobile con personale di servizio all'isola della Maddalena; messa a disposizione di tre autovetture Bmw; fornitura di mobili per la sua abitazione".

    Bertolaso, il giovane Anemone, i contanti e i favori sessuali. L'iscrizione di Guido Bertolaso al registro degli indagati per concorso in corruzione ha - a giudizio del gip - un fondamento probatorio evidente. "Sono emerse dalle intercettazioni telefoniche conversazioni nelle quali il Bertolaso viene menzionato o è uno degli interlocutori (...) È emerso che lo stesso Bertolaso intrattiene rapporti diretti con l'imprenditore Diego Anemone con il quale si incontra spesso di persona e in previsione dei quali Anemone di attiva di persona alla ricerca di denaro contante, tanto che gli investigatori ritengono abbia una certa fondatezza supporre che detti incontri siano stati finalizzati alla consegna di somme di denaro a Bertolaso".

    Il 23 settembre 2008 Anemone si sbatte per cercare 50mila euro in contanti in vista dell'incontro con il capo della Protezione civile, previsto per quella stessa sera. È l'unica traccia dell'ordinanza su un possibile passaggio di denaro. Ma non è chiaro, o quantomeno, gli investigatori non sono riusciti ad accertarlo, se effettivamente i due si vedano e se ci sia o meno consegna di contanti.

    È certo al contrario che Guido Bertolaso goda dei favori sessuali messi a disposizione da Anemone. Il 21 novembre 2008 Bertolaso è al telefono con Simone Rossetti (il lenone di Anemone): ""Sono Guido, buongiorno... Sono atterrato in quest'istante dagli Stati Uniti, se oggi pomeriggio, se Francesca potesse... io verrei volentieri... una ripassata". "Perfetto". "Perché so che è sempre molto occupata... siccome oggi pomeriggio sono abbastanza libero, ti richiamo fra un quarto d'ora"". L'appuntamento viene fissato per le 16.

    Una seconda prestazione sessuale è del 14 dicembre 2008 e ha luogo nel centro sportivo che è riconducibile Anemone ed è stato aggiudicatario della fetta più importante degli appalti per i Mondiali di nuoto 2009. "Tale prestazione - scrive il gip - è comprovata da intercettazioni con dialoghi del tutto espliciti e fortemente eloquenti e ha avuto luogo con una ragazza brasiliana presso il centro Salaria Sport Village".
    Il 17 febbraio 2009, dalle 15 alle 16, Bertolaso è ancora allo Sport Village, per "fare terapia con Francesca", "per riprendermi un pochettino", "per uno dei soliti massaggi". Anemone lo aspetta fuori dalla cabina e al telefono si lamenta con il suo lenone perché il capo della Protezione civile tarda a congedarsi dalla massaggiatrice: "Mannaggia sto a morì de freddo".

    Anemone, Balducci e la ricostruzione dell'Aquila. Le indagini - documenta l'ordinanza - accertano che Anemone "è di casa all'interno della Ferratella, dove oltre a Balducci, De Santis e Della Giovanpaola, ha rapporti con altri funzionari di rango minore che pure hanno piena consapevolezza dell'esistenza del "sistema gelatinoso": Maria Pia Forleo, Francesco Pintus e Fabrizio Ciotti. Fino al punto di alimentare una sorta di "cassa comune" per le piccole spese di rappresentanza". Naturalmente c'è dell'altro. A cominciare - scrive il gip - dai rapporti che si intrecciano tra Anemone e Balducci nella Erretifilm srl, società di produzione cinematografica che - come aveva scoperto un'inchiesta firmata da Fabrizio Gatti sull'Espresso del gennaio 2009 - vede come soci la moglie di Balducci (Rossana Thau) e la moglie di Anemone (Vanessa Pascucci).

    L'11 aprile 2009, a pochi giorni dal sisma che ha devastato L'Aquila, Balducci, in una lunga conversazione con Anemone "fa pesare il fatto che si è fatto promotore per l'inserimento delle imprese di Anemone nei lavori post terremoto ("Ti rendi conto? Chi oggi al posto mio si sarebbe mosso?") ed esce allo scoperto pretendendo in cambio che il figlio Filippo goda di qualche ulteriore beneficio ("Tra qualche giorno compie 30 anni e io mi chiedo come padre: che ho fatto per lui? Un cazzo")". Filippo troverà una sistemazione.

    D'altro canto, già il 6 aprile, in una conversazione tra gli imprenditori Francesco Maria De Vito Piscicelli, direttore tecnico dell'impresa Opere pubbliche e ambiente Spa di Roma, associata al consorzio Novus di Napoli e il cognato Gagliardi si capisce che c'è attesa per le mosse di Balducci sugli appalti: "Alla Ferratella occupati di sta roba del terremoto perché qui bisogna partire in quarta subito, non è che c'è un terremoto al giorno". "Lo so", e ride. "Per carità, poveracci". "Va buò". "Io stamattina ridevo alle tre e mezzo dentro al letto".


    Le pressioni sulla stampa e il procuratore Toro
    Nelle intercettazioni della primavera 2009 Anemone e Balducci discutono con grande preoccupazione delle inchieste di Fabrizio Gatti e dell'interesse di Annozero e di Milena Gabanelli (Report). Per provare a contenerle - si legge nell'ordinanza - muovono tale "Patrizio La Bella, amico del giornalista Gatti", che a sua insaputa li informa di quello che il cronista ha in animo di fare. Ma "i contatti tra gli indagati si fanno frenetici e fitti il 28 gennaio 2010, quando il quotidiano "La Repubblica" pubblica un'inchiesta a firma di Paolo Berizzi e Fabio Tonacci".

    Gli indagati si muovono anche con Camillo Toro, commercialista e figlio del procuratore aggiunto di Roma Achille Toro, responsabile del pool dei reati contro la pubblica amministrazione (entrambi sono indagati). Il contatto con il magistrato e suo figlio è l'avvocato Edgardo Azzopardi ("Devo parlare con lui", dice a Camillo, che risponde: "Lascialo perdere che ce la vediamo noi"). Azzopardi il 17 dicembre 2009 parla con Toro e fissa un incontro di persona. Il 10 gennaio scorso parla con il figlio Camillo e lo esorta: "Assumi informazioni". Il 30 gennaio l'avvocato, al telefono, sembra aver avuto le informazioni: "Ci sono grossi problemi giudiziari in arrivo".


    Malinconico e Masi
    Il giovane Anemone rendeva felice anche Carlo Malinconico, in quel momento segretario generale alla presidenza del Consiglio e poi presidente della Fieg. "Su richiesta di Angelo Balducci l'imprenditore contribuiva all'organizzazione e pagamento di più soggiorni vacanza presso l'hotel "Il Pellicano" di Porto Santo Stefano". Naturalmente Malinconico non deve pagare un euro: "Mi raccomando, non è che si distraggono e gli fanno il conto". Anemone asseconda anche le richieste di Balducci perché assuma tale Anthony Smith, un tipo di Anacapri che Mauro Masi, direttore generale della Rai, gli aveva chiesto di sistemare.






    (11 febbraio 2010) Repubblica on line
     
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  9. labeone
     
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    Emergenza e regole
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    Emergenza e regole</b>


    Spero che Guido Bertolaso sia vittima di uno di quegli incidenti di percorso che appartengono, soprattutto in Italia, alla vita di chiunque abbia una forte esposizione pubblica. Sappiamo che molti burocrati evitano i problemi di giustizia, ordinaria o amministrativa, palleggiando le loro carte da un ufficio all’altro. Non vorremmo che questa vicenda avesse l’effetto di confermarli nelle loro abitudini. Non vorremmo continuare a essere il Paese in cui procrastinare è il miglior modo per non finire in un’aula di tribunale. Bertolaso si è dimostrato un efficace organizzatore, non si è sottratto alle sue responsabilità e ha avuto il merito di offrire subito le sue dimissioni: un gesto poco abituale in un Paese dove dimettersi, dopo la breve parentesi di Mani Pulite, continua a essere l’eccezione piuttosto che la regola. Il responsabile della Protezione civile ha diritto, non soltanto per ragioni di principio, alla presunzione d’innocenza. Ma il caso suggerisce alcune considerazioni strettamente collegate. In primo luogo l’area della «Protezione civile» si è straordinariamente allargata sino a comprendere avvenimenti, come il vertice della Maddalena o una grande gara sportiva, che non dovrebbero essere considerati emergenza.

    Questa prassi ha modificato il profilo pubblico di Bertolaso e, forse, il suo stile. Da amministratore dell’emergenza è diventato sottosegretario, ministro in pectore e zar (come dicono gli americani in questi casi) di un territorio dai confini molto imprecisi. Ho personalmente difeso le sue dichiarazioni sul contributo degli Stati Uniti alla tragedia di Haiti perché mi sono parse realistiche e fondate. Ma il fatto che fossero condivisibili non autorizza il rappresentante dell’Italia a prendere pubbliche posizioni che potrebbero pregiudicare i rapporti della sua organizzazione con il Paese che, piaccia o no, avrà nell’isola il ruolo maggiore. La colpa non è interamente di Bertolaso. Le trasformazioni subite dalla Protezione civile in questi ultimi tempi appartengono alla filosofia e allo stile del governo Berlusconi. Il presidente del Consiglio ha la mentalità di un imprenditore, il gusto delle realizzazioni rapide, la voglia di lasciare sul Paese un segno visibile della sua presenza al potere. Se avesse messo queste qualità al servizio di grandi riforme istituzionali e amministrative, ne saremmo tutti, indipendentemente dal nostro voto, felici. Ma quando vuole realizzare opere pubbliche e si scontra con le esasperanti lentezze di un Paese invecchiato, Berlusconi cede spesso alla tentazione di aggirarle creando, volta per volta, percorsi speciali e autorità straordinarie. Il metodo presenta almeno due inconvenienti. Si perde di vista, in questo modo, il disegno organico che dovrebbe ispirare la riforma dello Stato. E si aprono zone grigie in cui il pericolo dell’illegalità diventa maggiore. Corriamo il rischio di passare da una situazione in cui non si fa niente a una situazione in cui tutto può essere materia di sospetti e indagini. Mi auguro che Bertolaso esca bene da questa vicenda, ma anche e soprattutto che il governo rinunci alle scorciatoie e affronti apertamente, in Parlamento, il problema del buon funzionamento di uno Stato moderno.

    di SERGIO ROMANO

    www.corriere.it/editoriali/10_febbr...44f02aabe.shtml
     
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    oggi ho seguito la cronaca distrattamente.

    Gasparri ha già spiegato che si tratta di giustizia ad orologeria o la dichiarazione è attesa per le prossime ore?
     
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  11. ragionevolidubbi
     
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    "buon" ascolto:

    LE RISATE LA NOTTE DEL SISMA, LE REAZIONI:

    http://tv.repubblica.it/copertina/l-indign...ati/42463?video

    http://tv.repubblica.it/dossier/bertolaso-...ifo/42452?video

    http://tv.repubblica.it/copertina/le-risat...sma/42450?video

    http://tv.repubblica.it/copertina/scioccat...are/42453?video


    http://tv.repubblica.it/dossier/bertolaso-...idi/42462?video







    Sulla Maddalena e il G8 da l'Espresso on line:

    Isola della Maddalena, primavera-estate 2009. Un abitante del posto nota che alcuni operai che stanno lavorando per il G8 stanno piazzando qualcosa sotto la diga foranea davanti casa sua. La diga fa parte di un complesso marittimo, chiamato "zona arsenale", che doveva essere ricostruito in fretta e furia per l'appuntamento voluto da Berlusconi in Sardegna. La residenza dell'Arsenale è uno dei cinque appalti che, secondo il Gip della procura di Firenze, è stato pilotato da Balducci e dalla sua 'combriccola' della Protezione civile. L'ordine è categorico: bisogna levare di mezzo le vecchie dighe il più rapidamente possibile e costruirne di nuove.

    Il modo migliore per sbrigarsi è quello vietato da ogni legge: usare cariche esplosive e far saltare tutto in aria. Una tecnica proibita per le opere a mare, soprattutto se si tratta di aree delicate e protette come l'arcipelago della Maddalena. Un Parco nazionale i cui fondali sono ricchi di Posidonia oceanica e pezzo del Santuario dei cetacei. A poca distanza dall'esplosione che lascia di sasso - come si vede dal filmato - il regista "per caso", c'è infatti una comunità stanziale di delfini Tursiope, studiati da anni da un centro Cts e dal ministero dell'Ambiente. Chissenefrega, il G8 prima di tutto
    (11 febbraio 2010)


    per vedere il Video:

    http://espresso.repubblica.it/go?page=http...46%26ref%3dhpsp

    Ah , quando ho letto nell'articolo di Repubblica della "ripassata alla Francesca" richiesta dal Bertolaso mi è venuto in mente che il suo nome era uscito come uno dei presenti alle Feste di Palazzo Grazioli. ho ripescato la notizia:

    Un'ex modella rivela alla Finanza
    "Bertolaso con Gianpi a Palazzo Grazioli"
    di CARLO BONINI


    BARI - Della cocaina ha raccontato quello che voleva. Ma più di un indizio, ormai, suggerisce che Gianpaolo Tarantini lo stesso ha fatto con le escort. Ha lavorato alla "riduzione del danno" scommettendo sul silenzio interessato di tutti. E nei suoi ricordi "selettivi", ha aggiustato la scena di Palazzo Grazioli (18 incontri, 30 ragazze) ripulendola da qualche ingombrante testimone, popolandola di due sole presenze maschili. Il Presidente, quale "ignaro utilizzatore finale", e l'innocuo chansonnier di corte, Apicella. Fino a quando - è storia di questi giorni - il gioco ha cominciato a rompersi. E, tanto per cominciare, con le deposizioni delle ragazze sin qui non ancora ascoltate, qualcuno di quegli ospiti "dimenticati", suo malgrado, ha iniziato a fare capolino, tradendone l'imbarazzo. Guido Bertolaso, capo della Protezione civile. Fabrizio Del Noce, già direttore di Rai1, oggi di Rai fiction.

    Già era accaduto che nei ricordi della serata trascorsa nell'autunno 2008 da Terry De Nicolo a Palazzo Grazioli ("Ebbi a retribuirla anticipatamente nella previsione di una sua prestazione sessuale", mette a verbale Tarantini), affiorassero genericamente "un uomo delle istituzioni e un noto imprenditore". Venerdì scorso, a Roma, i militari che interrogano Stella Novarino, nome d'arte Stella Jean, hanno maggiore fortuna. La donna, una ex modella oggi stilista, non ha nulla da nascondere. Non è una escort, non è amica di "Gianpi", non è sul suo libro paga di ruffiano. Finisce per caso a Palazzo Grazioli la sera del 2 dicembre 2008, intruppata con Luciana Francioli, Manuela Arcuri, Francesca Lana e, naturalmente, Tarantini. Di quella "cena formale" - come spiegherà al quotidiano di famiglia "il Giornale" - ha ricordi nitidi. La visione collettiva su maxi-schermo dei successi del Presidente. Le canzoni. Le farfalle, naturalmente. Ma ricorda anche i nomi dei due ospiti che con il Presidente e le ragazze siedono al tavolo. Guido Bertolaso, appunto, e Fabrizio Del Noce.

    Il dettaglio non è irrilevante. Non più tardi del 9 settembre, il capo della Protezione Civile era tornato a dire di aver incontrato Tarantini in "due sole occasioni", durante le quali gli erano state "descritte le attività delle aziende legate al gruppo Intini" (imprenditore barese di cui Tarantini era consulente ndr.). "Né - aveva aggiunto - un funzionario dello Stato piò sottrarsi ad essere interlocutore di chi vuole sviluppare il made in Italy". La cena del 2 dicembre 2008 è stata una di quelle occasioni? A palazzo Grazioli si è discusso di sviluppo del made in Italy con Luciana Francioli, Manuela Arcuri, Francesca Lana e Stella Novarino? Rintracciato da "Repubblica", un portavoce dello staff del capo della Protezione Civile, taglia corto. "Il dottor Bertolaso non ha alcun ricordo di quella serata. E comunque, non deve sorprendere che frequenti palazzo Grazioli di sera, perché muovendosi tra un emergenza e l'altra, è quello l'unico momento in cui poter parlare con il Presidente". Detta altrimenti, Bertolaso ha cancellato il volto di Tarantini, come quello delle ragazze e se anche fosse vera la circostanza della sua presenza a Palazzo Grazioli il 2 dicembre 2008, la cosa si può agevolmente spiegare con la necessità di interloquire con il Presidente sulle emergenze del Paese. Stella Novarino, la ricorda diversamente. A tavola non si parla né dei rifiuti a Napoli, né di un terremoto che deve ancora arrivare. Bertolaso siede per l'intera cena insieme a Tarantini e - come spiega Roberto Ruggiero, avvocato della Novarino - quando la ragazza si congeda per tornare a casa, le chiede come mai non abbia preso con sé le farfalle di cui il Presidente ha fatto omaggio le ospiti.

    Bertolaso non è fortunato, perché anche Fabrizio Del Noce ha buona memoria. "Certo che c'era. A tavola, Bertolaso era seduto accanto a me. Ricordo che cantammo tutti insieme. Che parlammo di alcuni eventi televisivi da organizzare in vista del G8 della Maddalena". E Tarantini? "Non metto in dubbio i ricordi della ragazza, ma sono un tipo poco fisionomista e comunque capita di non ricordare persone che ti vengono presentate, ma che per te sono perfette sconosciute. Né ricordo di aver mai avuto colloqui con lui. Da quello che ho letto, Tarantini era interessato alla Protezione Civile, non alla televisione". Forse alla tv erano interessate le ragazze. "Con me, sulla rete ammiraglia non hanno mai trovato spazio questuanti. Naturalmente, parlo per me".

    (21 settembre 2009



    scusate ma mi viene proprio la nausea! :dunno.gif: :sick:






    Edited by ragionevolidubbi - 11/2/2010, 17:17
     
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    CITAZIONE (giskard @ 11/2/2010, 15:25)
    oggi ho seguito la cronaca distrattamente.

    Gasparri ha già spiegato che si tratta di giustizia ad orologeria o la dichiarazione è attesa per le prossime ore?

    mi rispondo da solo :lol:

    http://www.ilgiornale.it/interni/bertolaso...ents=1#commenta

    CITAZIONE
    La difesa del Pdl
    Il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri trova invece "singolare" la tempistica che ha portato all’avviso di garanzia a Bertolaso. Ospite di Maurizio Belpietro nel programma La telefonata, Gasparri ha detto che Bertolaso è conosciuto "per l’efficienza dei suoi interventi". Gasparri ha poi osservato che Bertolaso si è messo a disposizione della magistratura, alla quale ha fornito ogni documentazione. "Ora, però, credo che si debba fare un accertamento rapido, che sia compatibile - ha aggiunto - anche con le necessità della nostra Protezione civile, che non può rimanere sulla graticola a lungo. Si farebbe un danno alla sicurezza del Paese". Poi l'ex ministro delle Comunicazioni attacca sulla tempistica: "C’è chi la campagna elettorale la fa con i comizi e con i candidati e c’è chi la fa con i Ciancimino che dicono frottole, che già leggo si sono rimangiati, e con queste iniziative. Del resto, la sincronia tra alcuni interventi giudiziari e i tempi elettorali è un fatto che gli italiani conoscono, ma fin qui ha portato a rafforzare un centrodestra che preferisce fare anzichè ordire manovre come queste".

    :woot:
     
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  13. ragionevolidubbi
     
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    p.s. Sin qui "il passato". Veniamo al futueo: ossia il provvedimento Protezione civile SpA:

    Protezione Spa, il caso Vuitton Cup alla Maddalena
    Giorgio Frasca Polara, 11-02-2010

    da LibertàeGiustizia on line


    In riunione dei capigruppo prima, in aula poi, e infine in una intervista a Repubblica il presidente dei deputati Pd Dario Franceschini ha chiesto formalmente al governo di ritirare il decreto-legge che privatizza la Protezione civile trasformandola in una società per azioni. Il decreto, che era stato appena approvato dal centrodestra in Senato, è in calendario per la prossima settimana a Montecitorio. Evidente, e perfettamente ragionevole, il senso della richiesta, cui il governo non ha ancora dato risposta. Con il ciclone giudiziario che ha investito la Protezione (arresti eccellenti, dimissioni respinte di Guido Bertolaso, ecc.) e con la conseguente, plateale dimostrazione che corruzione e illegalità di ogni altra natura sono generate proprio dalle ampie deroghe ad ogni legge, anche comunitaria, previste dagli “stati di emergenza” che coprono le iniziative della Protezione, è indispensabile un ripensamento non solo delle pretese del governo ma anche della natura stessa di quello che da Dipartimento diverrebbe una amministrazione pubblica societarizzata, e quindi di natura privatistica.

    La riprova sta nella circostanza – del tutto nuova nell’ordinamento statuale italiano – che al superpotere che l’esecutivo già esercita sul Parlamento attraverso i decreti-legge, le richieste di fiducia (già 28 in un anno e mezzo, ma iersera si è consumata la 29ma sul decreto mille proroghe) per far passare indenni alle Camere le proprie proposte, le leggi-delega e i relativi decreti delegati (sui quali il Parlamento può solo esprimere un parere che il governo sistematicamente ignora), si sono aggiunte le ordinanze della presidenza del Consiglio, già oltre cento nel solo ultimo anno. Attraverso queste ordinanze, che bypassano l’autorizzazione del Quirinale, il voto del Parlamento, il consenso preventivo della Corte dei conti e i controlli dell’ Antitrust, si dispone lo stato di emergenza e si stanziano milioni su milioni per le più disparate occasioni: non solo i terremoti o le inondazioni, ma - oltre al baraccone per il G8 della Maddalena al centro della bufera giudiziaria – persino le visite papali, le gare sportive, la nomina dei garanti delle celebrazioni per il 150mo anniversario dell’Unità d’Italia, la costruzione delle nuove carceri, la nomina del sovrintendente della Pinacoteca di Brera, e financo il nucleare.

    Con quale arroganza, poi, il governo difenda il proprio disegno privatizzatore della Protezione civile basta a dire un episodio registrato nei giorni scorsi in Senato durante l’esame del decreto sulla Protezione SpA. L’opposizione era riuscita a fare approvare un emendamento che avrebbe vietato alla nuova società di lavorare “per conto terzi”. Appena una piccola garanzia anti-traffici. Ebbene, subito dopo il governo ha sfoderato e fatto approvare un altro emendamento che dice pressappoco: “No per conto terzi salvo diversa norma successiva”. Ovvero – aveva denunciato Luigi Zanda, vicepresidente dei senatori Pd nel motivare il voto contrario del suo gruppo al complesso del decreto – come si svuota sfacciatamente qualsiasi disposizione che non garba al governo…

    Ma c’è di più e di peggio. Dal momento che tutte le ordinanze della Protezione civile sono sottratte sia al controllo preventivo della Corte dei conti e sia a quello dell’Autorità per i lavori pubblici (questa aveva espresso al Parlamento tutto il suo disagio: archiviato), può esser preso ad esempio – solo ad esempio – il caso della Vuitton Cup, che sarà ospitata alla Maddalena così, tanto per utilizzare per qualche settimana gl’impianti miliardari che stavano già andando alla malora. Ebbene, anche per questa gara velistica è stato decretato lo stato di emergenza. Qual è il risultato? La relativa ordinanza prevede deroghe assolute e totali all’intero corpus legislativo su appalti, concorrenza, trasparenza e controlli; deroghe (eccoci) alla vigilanza dell’Autorità per i lavori pubblici, alle procedure di affidamento, ai controlli dei requisiti per i contratti, all’oggetto del contratto e alla procedura per la scelta del contraente, alla pubblicazione dei bandi di gara, agli avvisi, inviti, termini, criteri di selezione delle offerte, alla progettazione, alle verifiche archeologiche, al sub-appalto, alle varianti in corso d’opera, alle penali, all’adeguamento prezzi. Una sola domanda ha fatto Zanda in Senato: che cosa c’entra la Vuitton Cup con l’emergenza e con tante conseguenti deroghe? E Zanda non poteva ancora sapere che proprio sul baraccone della Maddalena si addensavano così enormi nubi giudiziarie…


    Quindi ricapitolando: ipotesi di Corruzione per i vertici della protezione civile, Bertolaso incluso: favori e sesso per le opere in Abruzzo G8 Mondiali Nuoto etc etc.
    il Governo si appresta a varare la Legge con cui trasforma la Protezione Civile in Spa alla diretta dipendenza della Presidenza del consiglio, con immunità assoluta per i commissari deputati alle zone di "emergenza" e sottraendo tutti i provvedimenti relativi alle opere di Prtezione civile SpA a qualunque controllo del Parlamento (decreti e basta) e della Corte dei Conti ora ho davvero finito, scusate per i post così lunghi
     
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  14. Satanspond
     
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    CITAZIONE (giskard @ 11/2/2010, 17:11)
    CITAZIONE (giskard @ 11/2/2010, 15:25)
    oggi ho seguito la cronaca distrattamente.

    Gasparri ha già spiegato che si tratta di giustizia ad orologeria o la dichiarazione è attesa per le prossime ore?

    mi rispondo da solo :lol:

    www.ilgiornale.it/interni/bertolaso...ents=1#commenta

    CITAZIONE
    La difesa del Pdl
    Il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri trova invece "singolare" la tempistica che ha portato all’avviso di garanzia a Bertolaso. Ospite di Maurizio Belpietro nel programma La telefonata, Gasparri ha detto che Bertolaso è conosciuto "per l’efficienza dei suoi interventi". Gasparri ha poi osservato che Bertolaso si è messo a disposizione della magistratura, alla quale ha fornito ogni documentazione. "Ora, però, credo che si debba fare un accertamento rapido, che sia compatibile - ha aggiunto - anche con le necessità della nostra Protezione civile, che non può rimanere sulla graticola a lungo. Si farebbe un danno alla sicurezza del Paese". Poi l'ex ministro delle Comunicazioni attacca sulla tempistica: "C’è chi la campagna elettorale la fa con i comizi e con i candidati e c’è chi la fa con i Ciancimino che dicono frottole, che già leggo si sono rimangiati, e con queste iniziative. Del resto, la sincronia tra alcuni interventi giudiziari e i tempi elettorali è un fatto che gli italiani conoscono, ma fin qui ha portato a rafforzare un centrodestra che preferisce fare anzichè ordire manovre come queste".

    :woot:

    Dì la verità, geniaccio .. Prima hai trovato il lancio-stampa di Gasparri e POI ti sei fatto la domanda per risponderti da geniaccio, vero !? :lol: :lol: :harhar.gif:
     
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    sì, utilizzo spesso questo trucco per sembrare intelligente.
    ciao :sun.gif: :giskardapprova.gif:

    PS
    rispondevo a s.spond

    PS2

    da la stampa
    CITAZIONE
    Il premier torna a difendere il sottosegretario: «I Pm si vergognino e Bertolaso non si tocca» . «Ho parlato con lui -aggiunge il premier- so che aveva mal di schiena e andava da una fisioterapista, una signora di mezza età che, tra l’altro, oggi è in ospedale per farsi operare per un problema alla spina dorsale». «Quindi - dice da Bruxelles il presidente del Consiglio - tutte queste cose qui sono assolutamente non accertate, non vere e infondate». «L’opposizione chiede le dimissioni di Bertolaso? È uno sport che mi trova assolutamente contrario. Sono persone che ricorrono a questi atti per invidia...». È quanto afferma Silvio Berlusconi conversando con i cronisti a Bruxelles. Quanto al capo della Protezione civile, «deve resistere ancora con più forza» dice il premier. Poi aggiunge: «Ha fatto bene ha dimostrato una grande serietà, certo se poi decide di mandare tutto al diavolo...».

     
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