Due parole (magari quattro eh..) di presentazione

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  1. Ugo
     
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    Sono "caduto" in questo forum un po' per sbaglio. Come alcuni di voi hanno già visto provengo dal "forum del cinesito": un forum di appassionati folli di cinematografia a passo ridotto, dove coltivo la mia identità nascosta di "cinematografaro". Ignoravo, però, che quel forum facesse parte di una comunità molto estesa. Un giorno ho messo il naso fuori dal consueto orticello... ed ho trovato il mondo! Molti fora inutili (tifosi di calcio, compagni di scuola), ed altri meno. Tra i tanti ho intravisto questo per aspiranti uditori. Vi ho fatto un giretto ed ho notato che ad un paio di domande potevo rispondere "al volo". Giacché amo l'insegnamento (mi piace poter donare la mia esperienza), ho fatto il login ed ho risposto. All'inizio pensavo di non dire che sono un prof. ma poi mi sono reso conto che non era corretto.
    Innanzi tutto perché è come se un tizio patentato da dieci anni si iscrivesse ad un'autoscuola per poi stupire i compagni di corso facendo le curve in controsterzo
    Ma soprattutto perchè le mie risposte sono determinate da un'impostazione diversa da quella che voi dovete conseguire. Noi prof. dobbiamo prendere posizione, dobbiamo preferire in modo netto una tesi ad un'altra, visto che ogni nostra pubblicazione "dovrebbe" essere dettata da un'idea innovativa.
    Voi, per ora, dovete "soltanto" affrontare un concorso. Quello per uditori, in particolare, non fondato sulla risoluzione di casi pratici ma unicamente sullo svolgimento di una traccia, esige una preparazione ad ampio raggio e "ricca".
    Ogni argomento della traccia deve essere ampiamente sviluppato dando conto degli istituti affini, degli aspetti problematici e di tutte le teorie che sono state proposte sul punto.
    Il mio "estremismo" nelle risposte, dunque, non vi giova salvo che non lo valutiate criticamente. Ed allora, potreste chiedermi, perchè non smorzi i toni?
    Perchè la peggiore preparzione che voi potreste conseguire è quella ove tutte le tesi sono buone! Senza un filo conduttore, senza un "telaio" dove collocare tutto ciò che studiate voi non aumentate davvero la vostra cultura giuridica, anche se tutto leggete e tutto imparate. In cuor vostro DOVETE prendere posizione: solo così sarete in grado di tiravi fuori dai guai davanti ad un argomento nuovo o studiato in modo insufficiente (nessuno potrà mai "sapere tutto").

    Ovviamente in sede concorsuale dovete essere così abili da non svelare il vostro reale pensiero!

    Tutto ciò, però, riguarda la meta del concorso. Superato quello che cosa rimane? ahimè (e ne ho visti molti) rimane un operatore del diritto, dottissimo, preparatissimo, ma schiacciato da così tante teorie da non poter più districarsi da esse, ed alla fine, di fronte a casi complessi, non più in grado di decidere sulla base di stringenti argomenti giuridici.

    Caro Emmadarken, ti ringrazio del complimento, ma la mia preparazione non è "da brivido". E' la preparazione che un prof. universitario deve avere se non vuole fare una magra figura. Inoltre esistono molti argomenti che non ho approfondito o che mi annoiano (per quanti sforzi faccia tendo a dimenticarli).
    Perciò non aspettatevi da me una risposta su tutto. Ho sfogliato le pagine precedenti ed ho visto che alcuni vostri quesiti sono molto intelligenti: le relative risposte richiedono tempo e ragionamento, e non sempre posso concedermi il piacere di chiacchierare con voi.
    Facciamo così: voi fate finta che non sia un prof.: quando trovo un topic che mi gusta intervengo anche io.
    Da ultimo: se non siete d'accordo con quello scrivo contestatemi senza pietà...
    In bocca al lupo.

    Ugo Grassi

    Edited by Ugo - 11/10/2004, 22:11
     
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  2. quisquedepopulo
     
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    Benvenuto in questo Forum, prof.....complimenti per la sincerità e grazie per i consigli che ha cominciato ad impartirci, corredati dalla giusta avvertenza che essi sono improntati ad una prospettiva giuridica differente rispetto a quella (più asettica) dell'aspirante uditore medio.
    Su questo Forum ci sono diverse persone che(escluso chi Le scrive) hanno una ottima preparazione in ambito civilistico, come avrà modo di rendersi conto.
    Magari poi, quando ha un pò di tempo, può spiegarmi le "Formula Grassi" per il calcolo degli interessi nelle obbligazioni pecuniarie?Non mi è del tutto chiara.
    P.S. sarei poi curioso di sapere anche cosa ne pensa Lei, se ne è a conoscenza, della situazione paradossale venutasi a creare con gli ultimi due Bandi di Concorso....sono certo che, se lo farà, non avrà problemi a "prendere posizione".
    Saluti
     
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  3. Ugo
     
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    Niente "Lei".. ottimo il "tu" in un forum...
    La "formula Grassi" ... mamma mia risale ai primi anni di carriera.
    Innanzi tutto: la formula in sé non merita l'attenzione di chi deve preparare il concorso per uditore. Il principio di base è semplice ed ormai mi sembra acquisito (nei limiti in cui oggi può dirsi "acquisito" un principio...).
    Gli interessi compensativi (quelli che maturano su somme dovute in virtù di debiti di valore) sono calcolati su un valore che tra la taxatio e l'aestimatio (momento del danno-sua liquidazione) non è costante ma in crescita giusta la rivalutazione di tali somme. Orbene: visto che gli interessi prodotti da una somma di denaro non maturano "di botto" alla fine del periodo di tempo preso in considerazione, ma sono il risultato di un accumulazione "goccia a goccia" (sono espressioni atecniche solo per rendere più chiaro il problema), e visto che nel caso all'esame la somma di base "lievita" lungo la strada, gli interessi devono essere calcolati non tutti insieme sulla somma finale ma in modo progressivo man mano che la somma cresce.
    Elaborai questo principio in modo autonomo, ma dopo qualche mese la Cass. emise una sentenza che conteneva la medesima regola. Rammaricato per aver visto "bruciata" l'idea (che a me sembrava innovativa, ma in realtà non lo era e tra poco vi spiego perché), approfittai della pronuncia per pubblicare una nota a sentenza comprensiva di quella formula che, nel frattempo, avevo elaborato con l'aiuto di un'amica dottoranda nella facoltà di matematica (io ho frequentato il liceo scientifico: mi era stato facile impostarla - la formula, non l'amica - , ma i passaggi successivi per semplificarla richiedevano conoscenze superiori a quelle di uno studente di V liceo scientifico...). Durante le ricerche bibliografiche per la pubblicazione trovai un articolo di molti anni prima ove un magistrato, padre dell'estensore della sentenza, esponeva la medesima opinione! In realtà l'idea era vecchia di quarant'anni sebbene dimenticata.
    Ad un convegno a Genova organizzato dalla straordinaria Lina Bigliazzi Geri conobbi un magistrato "programmatore" (dott. Gianfranco D'Aietti), il quale stava rilasciando la terza versione del suo programma per il calcolo delle somme da liquidare. Dopo una chiacchierata mi chiese se ero d'accordo ad implementare la mia formula nel suo programma (tra le opzioni di calcolo connesse alle scelte teoriche).

    Concorso in magistratura: mi è arrivata un'eco di problemi relativi ai bandi. Ma se devo essere sincero dopo la vicenda del giudice "beccato" a fare le fotocopie (un po' in soprannumero eheheh...) dei compiti del suo protetto mi sono disgustato q.b. (quanto basta...). Fatemi voi un sunto...

    Edited by Ugo - 10/10/2004, 15:47
     
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  4. dagruni
     
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    Scusa ma sei stato (o sei ancora) a Napoli????No perchè alcuni anni fa ho seguito la lezione di un assistente (o dottore di ricerca) eccezionale per la critica e la valutazione storico-logico-giuridica sottesa alle sue tesi.Daniele
     
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  5. Ugo
     
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    Ero assistente nella cattedra di Biagio Grasso (III catt. dir. civile Federico II).Ora sono a mia volta titolare della cattedra di diritto civile, ma nella facoltà di Giurisprudenza dell'Università Parthenope.
     
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  6. dagruni
     
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    Lo sapevo.Ne avevo quasi la certezza;fui colpito allora da quelle discussioni e lo sono ancora oggi, quattro anni dopo.Ricordo lezioni dedicate alla discplina dell'errore (con una critica serrata alla Giurisprudenza sul n°4 dell'art.1429c.c.)e sulla disciplina della rescissione con uno sguardo all'usura.Si faceva in particolare rif. agli artt. 1970c.c. e 2922c.c. che non si combinavano in maniera sistematica con lo stato di bisogno dell'art.1448c.c..Mi dispiace, ma ho ricordi vaghi.Per il resto possso solo dirle che mi affascinò talmente tanto quell'esperienza con la cattedra del Prof.Grasso che a lui "chiesi" la tesi.......
     
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    assistente ad honorem

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    Mettendo un po' d'ordine in questa sezione, mi sono imbattuta nella presentazione di Ugo, che a suo tempo (un anno fa!) mi era sfuggita.
    La metto in evidenza per quanti come me se l'erano persa e per quanti vogliano rinfrescarsi la memoria, contiene infatti preziosi consigli di approccio allo studio del concorso che nessun aspirante uditore (e più in generale nessuno studente)dovrebbe mai dimenticare.




    P.S. Non so perchè l'Ugo di questa discussione risulti "utente cancellato", in realtà il prof. Ugo Grassi è ancora fra gli utenti di questo forum (compatibilmente con i suoi impegni rolleyes.gif )

     
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6 replies since 10/10/2004, 08:54   1138 views
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