UN MINUTO PRIMA DI UCCIDERE UN BAMBINO

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  1. blacksakura
     
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    Lo svedese Stig Dagerman è pressoché sconosciuto da noi, così mi sembrava il caso di rimediare!
    Sorprendente questo racconto tratto da "Il viaggiatore": pare scritto da chi è abituato a vivere e raccontare la vita in modo cinematografico, invece risale a fine anni '40.



    UCCIDERE UN BAMBINO

    E' una giornata mite e il sole splende obliquamente sulla pianura. E' domenica, tra poco suoneranno le campane. Fra i campi di segale due bambini hanno scoperto un sentiero che non avevano mai percorso e nei tre villaggi della piana luccicano i vetri delle finestre. Gli uomini si radono davanti a specchi appoggiati sui tavoli da cucina, le donne canterellano affettando il pane per il caffè e i bambini si abbottonano le camicette. E' la mattina felice di un giorno infausto perché in questo giorno nel terzo villaggio un bambino sarà ucciso da un uomo felice. Il bambino è ancora seduto sul pavimento e si abbottona la camicetta, l'uomo che si sta radendo dice che oggi faranno una gita in barca sul fiume mentre la donna canterella e mette il pane appena affettato su un piatto blu.
    Non vi sono ombre nella cucina e l'uomo che ucciderà un bambino si trova ancora vicino a una pompa rossa della benzina nel primo villaggio. E un uomo felice, che guarda dentro una macchina fotografica e nell'obbiettivo vede una piccola automobile blu e accanto all'automobile una ragazza che ride. Mentre la ragazza ride e l'uomo scatta la bella fotografia, il benzinaio stringe il tappo del serbatoio e annuncia che avranno una bella giornata. La ragazza si siede nell'auto, l'uomo che ucciderà un bambino estrae il portafoglio dalla tasca e spiega che arriveranno al mare e al mare affitteranno una barca e poi andranno a remare al largo, molto al largo. Attraverso i finestrini abbassati la ragazza sul sedile anteriore sente quello che dice e chiude gli occhi e ad occhi chiusi vede il mare e l'uomo accanto a lei nella barca. Non è certo un uomo cattivo, è felice e contento e prima di salire in macchina si sofferma un attimo davanti al radiatore che splende al sole a godere di quel luccichio e dell'odore di benzina e di biancospino. Nessuna ombra si proietta sull'auto, il paraurti splendente non ha nessuna ammaccatura ne la minima traccia rossa di sangue.
    Ma nello stesso momento in cui nel primo villaggio l'uomo dell'auto richiude la portiera di sinistra e tira verso di sé il pomello dell'avviamento, nel terzo villaggio la donna nella cucina apre la dispensa e si accorge che non c'è più zucchero. Il bambino, che ha finito di abbottonarsi la camicia e si è allacciato le scarpe, è in ginocchio sul divano e guarda il fiume che serpeggia tra gli ontani e la barca nera tirata in secco sull'erba. L'uomo che perderà il suo bambino ha finito di radersi e piega lo specchio. Sulla tavola ci sono il caffè, il pane, la panna e le mosche. Manca soltanto lo zucchero e la madre dice al suo bambino di correre dai Larsson a chiederne in prestito qualche zolletta. E quando il bambino apre la porta, l'uomo gli grida di far presto, che la barca è sulla spiaggia che aspetta e che devono remare più lontano di quanto non abbiano mai remato. E mentre corre attraverso il giardino il bambino non fa che pensare al fiume e alla barca e ai pesci che guizzano e nessuno lo avverte che gli restano soltanto otto minuti da vivere e che la barca rimarrà dov'è per tutto quel giorno e per molti altri giorni ancora.
    I Larsson non abitano lontano, appena dall’altra parte della strada e mentre il bambino l'attraversa correndo, la piccola automobile blu entra nel secondo villaggio. E' un piccolo villaggio di casette rosse e di gente appena sveglia che siede in cucina con la tazza del caffè in mano, e vede l'auto che sfreccia al di là della siepe sollevando dietro di sé un'alta nuvola di polvere. Viaggia a gran velocità e l'uomo al volante vede i meli e i pali del telegrafo incatramati di fresco sfilargli accanto come ombre grigie. L'aria dell'estate soffia attraverso il parabrezza mentre escono sfrecciando dal paese e procedono veloci e sicuri al centro della carreggiata, sono soli sulla strada - per ora. E' meraviglioso viaggiare così soli su una strada ondulata e larga e in pianura è ancora più bello. L'uomo è felice e forte e col gomito destro sente il corpo della sua donna. Non è certo un uomo cattivo. Ha fretta di arrivare al mare. Non farebbe male a una mosca ma tra qualche istante ucciderà un bambino. Mentre sfrecciano verso il terzo villaggio la ragazza chiude di nuovo gli occhi e, per gioco, dice che non li riaprirà fino a che non si vedrà il mare e sogna, al ritmo del dondolio dell'auto, quanto le apparirà splendente.
    Perché la vita è congegnata così spietatamente che un minuto prima di uccidere un bambino un uomo felice è ancora felice e un minuto prima di urlare dal terrore una donna può chiudere gli occhi e sognare il mare, e nell'ultimo minuto di vita di un bambino i suoi genitori possono stare seduti in una cucina ad aspettare lo zucchero e a parlare dei suoi denti bianchi e di una gita in barca e il bambino stesso può chiudere un cancello e avviarsi attraverso una strada con delle zollette di zucchero avvolte in carta bianca nella mano destra, e per tutto quest'ultimo minuto non vedere altro che un lungo fiume scintillante con grandi pesci e una grande barca coi remi silenziosi.
    Dopo è troppo tardi. Dopo c'è una macchina blu di traverso sulla strada e una donna che urla si leva una mano dalla bocca e la mano sanguina. Dopo un uomo apre la portiera di un'automobile e cerca di reggersi sulle gambe nonostante l'abisso di orrore che ha dentro di sé. Dopo vi sono delle zollette di zucchero bianche assurdamente sparse nel sangue e nella ghiaia e un bambino giace inerte sul ventre con il volto brutalmente schiacciato contro la strada. Dopo accorrono due persone pallide che non sono ancora riuscite a bere il loro caffè e si precipitano attraverso un cancello e ciò che vedono sulla strada non lo dimenticheranno mai. Perché non è vero che il tempo guarisce tutte le ferite. Il tempo non guarisce le ferite di un bambino ucciso ed è molto difficile che guarisca il dolore di una madre che ha dimenticato di comperare lo zucchero e manda suo figlio dall'altra parte della strada a chiederlo in prestito; ed è altrettanto difficile che guarisca l'angoscia di un uomo un tempo felice che ora l'ha ucciso.
    Perché chi ha ucciso un bambino non va più al mare. Chi ha ucciso un bambino guida lentamente verso casa, in silenzio, e accanto a sé ha una donna muta con una mano fasciata e in tutti i villaggi che attraversano non vedono più un solo uomo felice. Tutte le ombre sono cupe e quando i due si separano sono ancora in silenzio e l'uomo che ha ucciso un bambino capisce che quel silenzio è il suo nemico e che gli ci vorranno anni della sua vita per sconfiggerlo gridando che non è stata colpa sua. Ma sa anche che questa è una menzogna e la notte nei suoi sogni si struggerà invece di poter avere indietro un unico minuto della sua vita per far sì che quest'unico minuto possa essere diverso.
    Ma la vita è così spietata con colui che ha ucciso un bambino che dopo è troppo tardi per qualsiasi cosa.

    Edited by blacksakura - 24/11/2008, 17:51
     
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  2. Emanuela81
     
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    Bella
    struggente
    sembra davvero che le immagini sfilino davanti agli occhi!

    Bentornata!
     
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    CITAZIONE (blacksakura @ 24/11/2008, 17:41)
    Lo svedese Stig Dagerman è pressoché sconosciuto da noi, così mi sembrava il caso di rimediare!
    Sorprendente questo racconto tratto da "Il viaggiatore": pare scritto da chi è abituato a vivere e raccontare la vita in modo cinematografico, invece risale a fine anni '40.



    UCCIDERE UN BAMBINO

    E' una giornata mite e il sole splende obliquamente sulla pianura. E' domenica, tra poco suoneranno le campane. Fra i campi di segale due bambini hanno scoperto un sentiero che non avevano mai percorso e nei tre villaggi della piana luccicano i vetri delle finestre. Gli uomini si radono davanti a specchi appoggiati sui tavoli da cucina, le donne canterellano affettando il pane per il caffè e i bambini si abbottonano le camicette. E' la mattina felice di un giorno infausto perché in questo giorno nel terzo villaggio un bambino sarà ucciso da un uomo felice. Il bambino è ancora seduto sul pavimento e si abbottona la camicetta, l'uomo che si sta radendo dice che oggi faranno una gita in barca sul fiume mentre la donna canterella e mette il pane appena affettato su un piatto blu.
    Non vi sono ombre nella cucina e l'uomo che ucciderà un bambino si trova ancora vicino a una pompa rossa della benzina nel primo villaggio. E un uomo felice, che guarda dentro una macchina fotografica e nell'obbiettivo vede una piccola automobile blu e accanto all'automobile una ragazza che ride. Mentre la ragazza ride e l'uomo scatta la bella fotografia, il benzinaio stringe il tappo del serbatoio e annuncia che avranno una bella giornata. La ragazza si siede nell'auto, l'uomo che ucciderà un bambino estrae il portafoglio dalla tasca e spiega che arriveranno al mare e al mare affitteranno una barca e poi andranno a remare al largo, molto al largo. Attraverso i finestrini abbassati la ragazza sul sedile anteriore sente quello che dice e chiude gli occhi e ad occhi chiusi vede il mare e l'uomo accanto a lei nella barca. Non è certo un uomo cattivo, è felice e contento e prima di salire in macchina si sofferma un attimo davanti al radiatore che splende al sole a godere di quel luccichio e dell'odore di benzina e di biancospino. Nessuna ombra si proietta sull'auto, il paraurti splendente non ha nessuna ammaccatura ne la minima traccia rossa di sangue.
    Ma nello stesso momento in cui nel primo villaggio l'uomo dell'auto richiude la portiera di sinistra e tira verso di sé il pomello dell'avviamento, nel terzo villaggio la donna nella cucina apre la dispensa e si accorge che non c'è più zucchero. Il bambino, che ha finito di abbottonarsi la camicia e si è allacciato le scarpe, è in ginocchio sul divano e guarda il fiume che serpeggia tra gli ontani e la barca nera tirata in secco sull'erba. L'uomo che perderà il suo bambino ha finito di radersi e piega lo specchio. Sulla tavola ci sono il caffè, il pane, la panna e le mosche. Manca soltanto lo zucchero e la madre dice al suo bambino di correre dai Larsson a chiederne in prestito qualche zolletta. E quando il bambino apre la porta, l'uomo gli grida di far presto, che la barca è sulla spiaggia che aspetta e che devono remare più lontano di quanto non abbiano mai remato. E mentre corre attraverso il giardino il bambino non fa che pensare al fiume e alla barca e ai pesci che guizzano e nessuno lo avverte che gli restano soltanto otto minuti da vivere e che la barca rimarrà dov'è per tutto quel giorno e per molti altri giorni ancora.
    I Larsson non abitano lontano, appena dall’altra parte della strada e mentre il bambino l'attraversa correndo, la piccola automobile blu entra nel secondo villaggio. E' un piccolo villaggio di casette rosse e di gente appena sveglia che siede in cucina con la tazza del caffè in mano, e vede l'auto che sfreccia al di là della siepe sollevando dietro di sé un'alta nuvola di polvere. Viaggia a gran velocità e l'uomo al volante vede i meli e i pali del telegrafo incatramati di fresco sfilargli accanto come ombre grigie. L'aria dell'estate soffia attraverso il parabrezza mentre escono sfrecciando dal paese e procedono veloci e sicuri al centro della carreggiata, sono soli sulla strada - per ora. E' meraviglioso viaggiare così soli su una strada ondulata e larga e in pianura è ancora più bello. L'uomo è felice e forte e col gomito destro sente il corpo della sua donna. Non è certo un uomo cattivo. Ha fretta di arrivare al mare. Non farebbe male a una mosca ma tra qualche istante ucciderà un bambino. Mentre sfrecciano verso il terzo villaggio la ragazza chiude di nuovo gli occhi e, per gioco, dice che non li riaprirà fino a che non si vedrà il mare e sogna, al ritmo del dondolio dell'auto, quanto le apparirà splendente.
    Perché la vita è congegnata così spietatamente che un minuto prima di uccidere un bambino un uomo felice è ancora felice e un minuto prima di urlare dal terrore una donna può chiudere gli occhi e sognare il mare, e nell'ultimo minuto di vita di un bambino i suoi genitori possono stare seduti in una cucina ad aspettare lo zucchero e a parlare dei suoi denti bianchi e di una gita in barca e il bambino stesso può chiudere un cancello e avviarsi attraverso una strada con delle zollette di zucchero avvolte in carta bianca nella mano destra, e per tutto quest'ultimo minuto non vedere altro che un lungo fiume scintillante con grandi pesci e una grande barca coi remi silenziosi.
    Dopo è troppo tardi. Dopo c'è una macchina blu di traverso sulla strada e una donna che urla si leva una mano dalla bocca e la mano sanguina. Dopo un uomo apre la portiera di un'automobile e cerca di reggersi sulle gambe nonostante l'abisso di orrore che ha dentro di sé. Dopo vi sono delle zollette di zucchero bianche assurdamente sparse nel sangue e nella ghiaia e un bambino giace inerte sul ventre con il volto brutalmente schiacciato contro la strada. Dopo accorrono due persone pallide che non sono ancora riuscite a bere il loro caffè e si precipitano attraverso un cancello e ciò che vedono sulla strada non lo dimenticheranno mai. Perché non è vero che il tempo guarisce tutte le ferite. Il tempo non guarisce le ferite di un bambino ucciso ed è molto difficile che guarisca il dolore di una madre che ha dimenticato di comperare lo zucchero e manda suo figlio dall'altra parte della strada a chiederlo in prestito; ed è altrettanto difficile che guarisca l'angoscia di un uomo un tempo felice che ora l'ha ucciso.
    Perché chi ha ucciso un bambino non va più al mare. Chi ha ucciso un bambino guida lentamente verso casa, in silenzio, e accanto a sé ha una donna muta con una mano fasciata e in tutti i villaggi che attraversano non vedono più un solo uomo felice. Tutte le ombre sono cupe e quando i due si separano sono ancora in silenzio e l'uomo che ha ucciso un bambino capisce che quel silenzio è il suo nemico e che gli ci vorranno anni della sua vita per sconfiggerlo gridando che non è stata colpa sua. Ma sa anche che questa è una menzogna e la notte nei suoi sogni si struggerà invece di poter avere indietro un unico minuto della sua vita per far sì che quest'unico minuto possa essere diverso.
    Ma la vita è così spietata con colui che ha ucciso un bambino che dopo è troppo tardi per qualsiasi cosa.

    Mi hai fatto spuntare i lucciconi agli occhi...
    Grazie e
    Bacioni
    Fulsere
     
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  4. Pablita
     
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    Molto bello.
    Sì, un singolo minuto, un secondo, cambia la vita.
    A volte bisogna aspettare a lungo e con determinazione il secondo più bello.
    Che bello ritrovarti :)
     
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  5. bella addormentata
     
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    Sai cosa ho pensato istintivamente? Che è difficile non avere paura di sbagliare...magari quella madre non consentiva al figlio tanti gesti che reputava più pericolosi, invece la vita gli è stata strappata in una situazione apparentemente innocua. Questo mi terrorizza: l'imprevedibilità, la precarietà, la sensazione di poter perdere le persone che amo. Io sono una madre molto apprensiva, penso sempre che mi sarà difficile lasciare certe libertà ai miei figli, perchè ho terribilmente paura...sebbene io per prima sia ripetutamente scappata dalla finestra ai dinieghi dei miei. Cerchi di proteggerli in tutti i modi, ma non puoi controllare le loro vite...so che è inevitabile, ma mi prende l'angoscia:saranno felici? Staranno bene? Mi sono intristita a prima mattina, adesso per mettermi a studiare mi ci vuole qualche cicchiaiata di Nutella. Grazie, black, per avrmi fatto riflettere sul fatto che esiste un punto oltre il quale, pur sforzandomi al massimo, non posso tenere tutto sotto controllo.
     
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  6. dreamrecorder
     
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    Un minuto prima di uccidere un bambino,sicuramente un adulto in qualche modo si era distratto. :cry:
    D.
     
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  7. bella addormentata
     
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    CITAZIONE (dreamrecorder @ 25/11/2008, 10:49)
    Un minuto prima di uccidere un bambino,sicuramente un adulto in qualche modo si era distratto. :cry:
    D.

    Ma non sempre...a volta ti spuntano mentre corrono dietro un pallone e credo sia un rimorso talmente grande che non sempre si può dare la caccia al mostro.
     
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  8. perasperaadastra
     
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    Grazie, Sakurina :)
     
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  9. dreamrecorder
     
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    CITAZIONE (bella addormentata @ 25/11/2008, 15:20)
    CITAZIONE (dreamrecorder @ 25/11/2008, 10:49)
    Un minuto prima di uccidere un bambino,sicuramente un adulto in qualche modo si era distratto. :cry:
    D.

    Ma non sempre...a volta ti spuntano mentre corrono dietro un pallone e credo sia un rimorso talmente grande che non sempre si può dare la caccia al mostro.

    Se ti spuntano mentre corrono dietro un pallone vuol dire che o degli adulti hanno consentito loro di giocare troppo vicino ad una strada e non li ha istruiti a dovere sul pericolo o che chi era alla guida andava troppo forte per riuscire a frenare in tempo o era distratto e non ha visto il bambino sbucare.
    Dream
     
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  10. vampi81
     
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    CITAZIONE (dreamrecorder @ 25/11/2008, 19:06)
    CITAZIONE (bella addormentata @ 25/11/2008, 15:20)
    Ma non sempre...a volta ti spuntano mentre corrono dietro un pallone e credo sia un rimorso talmente grande che non sempre si può dare la caccia al mostro.

    Se ti spuntano mentre corrono dietro un pallone vuol dire che o degli adulti hanno consentito loro di giocare troppo vicino ad una strada e non li ha istruiti a dovere sul pericolo o che chi era alla guida andava troppo forte per riuscire a frenare in tempo o era distratto e non ha visto il bambino sbucare.
    Dream

    dream è spietato ma ha ragione.
    Bel racconto, ma molto, troppo triste.
    In tempi bui come quelli moderni, non m'ha fatto molto piacere. basta ascoltare un tg per sentire le stesse cose.
     
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  11. blacksakura
     
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    CITAZIONE (vampi81 @ 5/12/2008, 12:07)
    CITAZIONE (dreamrecorder @ 25/11/2008, 19:06)
    Se ti spuntano mentre corrono dietro un pallone vuol dire che o degli adulti hanno consentito loro di giocare troppo vicino ad una strada e non li ha istruiti a dovere sul pericolo o che chi era alla guida andava troppo forte per riuscire a frenare in tempo o era distratto e non ha visto il bambino sbucare.
    Dream

    dream è spietato ma ha ragione.
    Bel racconto, ma molto, troppo triste.
    In tempi bui come quelli moderni, non m'ha fatto molto piacere. basta ascoltare un tg per sentire le stesse cose.

    Ho postato questo racconto perché l’ho trovato –semplicemente- bellissimo, non tanto per il contenuto, quanto, piuttosto, da un punto di vista stilistico. E poi mi sembra sempre doveroso far conoscere quegli artisti che in qualche modo ho amato…mi pare giusto restituirgli il favore. :D

    In realtà, il contenuto del racconto a me pare interessante soprattutto per comprendere la vita dell’autore: lo svedese Dagerman –ahinoi- si tolse la vita a 33 anni e mentre in altri scritti tale infausto proposito è piuttosto manifesto, in questo racconto lo si capisce per sottrazione. Infatti, a ben leggere, non è la morte del bambino l’evento negativo in sé, bensì la vita che va avanti, nonstante tutto.. E’ la vita dei sopravvissuti che viene colorata di un rimorso crudele e spietato; la morte del bambino è solo un pretesto per far luce su quanto la vita possa essere spietata con coloro che restano.

    E cmq i nostri non sono tempi bui. Non c’è la Spagnola a decimare vecchi e bambini, i nostri padri e mariti non sono costretti a combattere al fronte e i malati possono disporre di cure sempre più evolute ed efficaci.
    Per noi occidentali, questi, non sono decisamente tempi bui.

    Peraltro, il racconto ha un effetto positivo, catartico (mi perdoni Aristotele :rolleyes: ): perché noi che leggiamo, siamo in quell’attimo prima di un uccidere un bambino, il che significa che abbiamo ancora infinite possibilità di evitare quell’evento e di non ritrovarci mai nel minuto dopo. :smokeing.gif:

    Poi, ognuno vive e legge l’arte a modo suo; io ad esempio non avevo minimamente pensato alla questione dei pazzi che sfrecciano a tutta birra e investono le persone. Davvero, non avevo proprio ricollegato questo racconto all’attualità! :dunno.gif:
     
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  12. vampi81
     
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    CITAZIONE (blacksakura @ 5/12/2008, 13:11)
    CITAZIONE (vampi81 @ 5/12/2008, 12:07)
    dream è spietato ma ha ragione.
    Bel racconto, ma molto, troppo triste.
    In tempi bui come quelli moderni, non m'ha fatto molto piacere. basta ascoltare un tg per sentire le stesse cose.

    Ho postato questo racconto perché l’ho trovato –semplicemente- bellissimo, non tanto per il contenuto, quanto, piuttosto, da un punto di vista stilistico. E poi mi sembra sempre doveroso far conoscere quegli artisti che in qualche modo ho amato…mi pare giusto restituirgli il favore. :D

    In realtà, il contenuto del racconto a me pare interessante soprattutto per comprendere la vita dell’autore: lo svedese Dagerman –ahinoi- si tolse la vita a 33 anni e mentre in altri scritti tale infausto proposito è piuttosto manifesto, in questo racconto lo si capisce per sottrazione. Infatti, a ben leggere, non è la morte del bambino l’evento negativo in sé, bensì la vita che va avanti, nonstante tutto.. E’ la vita dei sopravvissuti che viene colorata di un rimorso crudele spietato; la morte del bambino è solo un pretesto per far luce su quanto la vita possa essere spietata con coloro che restano.

    E cmq i nostri non sono tempi bui. Non c’è la Spagnola a decimare vecchi e bambini, i nostri padri e mariti non sono costretti a combattere al fronte e i malati possono disporre di cure sempre più evolute ed efficaci.
    Per noi occidentali, questi, non sono decisamente tempi bui.

    Peraltro, il racconto ha un effetto positivo, catartico (mi perdoni Aristotele :rolleyes: ): perché noi che leggiamo, siamo in quell’attimo prima di un uccidere un bambino, il che significa che abbiamo ancora infinite possibilità di evitare quell’evento e di non ritrovarci mai nel minuto dopo. :smokeing.gif:

    Poi, ognuno vive e legge l’arte a modo suo; io ad esempio non avevo minimamente pensato alla questione dei pazzi che sfrecciano a tutta birra e investono le persone. Davvero, non avevo proprio ricollegato questo racconto all’attualità! :dunno.gif:

    non devi vedere il mio commento come un attacco nei tuoi confronti. io ho solo detto che il racconto, anche se stilisticamente e lettarariamente interessante, è un po' deprimente (sarà un caso il suicidio dell'auotre?) di questi tempi. va bene se letto in modo totalmente asettico, senza pensare al mondo di fuori.
    e personalmente ritengo che i "tempi bui" non siano necessariamente da collegarsi a epidemie o guerre. E so anche che non viviamo in qualche sperduto paese africano in cui si muore tutti i giorni ta guerra civile e fame e malattie. Ma personalmente ritengo che questi siano tempi bui. non per la crisi economica, ma per il troppo benessere (una delle cause della crisi economica) e per la mancanza di punti fermi. Io vedo da una parte le nuove leve, diciamo i nati dal '90 in poi, che vivono solo per il cellulare, facebook e gli incontri via chat, ma che non sanno scrivere una lettera a mano e che non sanno cosa sia leggere un buon libro, e sono maleducati e arroganti già a 7, 8 anni.
    non tutti, ma molti sono così. poi vedo coppie che scoppiano dopo pochi mesi, ed improbabili famiglie allargate con due, tre, quattro madri/padri/matrigne/fidanzate di papà, che portano nella più grande confusione un ragazzo più o meno adolescente. Poi vedo consumismo, tanto consumismo. poi vedo quotidianamente rapine, violenze e incidenti stradali dettati spesso da violenza, droga, alcool. sento dire che un sacco di gente fa uso di cocaina e droghe varie,anche chi meno te lo aspetti. sento parlare sempre di voglia di non fare niente, ma con tanti progetti per le programmmare le ferie. sentoparlare di attentati in giro per il mondo e non solo, sento parlare di preti pedofili, di magistrati trasferiti perchè hanno osato fare inchieste pericolose, di politici che hanno uno stipendio che in un anno permetterebbe, tutti assieme, di risanare le casse dello stato, ...sento e vedo un sacco di cose, e sono sempre cose tristi e brutte. E non c'è la spagnola. o come ha detto qualcuno, c'è, ma sotto forma di altre malattie.
    per me sono tempi bui, sotto tanti punti di vista. culturalmente e non. e quindi mi sono solo permessa di dire che, per quanto ben scritto e d'effetto, il racconto postato non l'ho gradito. Per il resto, il tuo invito alla lettura ha funzionato, perchè il racconto l'ho letto.

    meglio una storia a lieto fine, che magari non sarà la metafora della vita di tutti i giorni, ma almeno offre la speranza di una vita migliore. tipo un bel "Bambi" ;)
     
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  13. blacksakura
     
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    CITAZIONE (vampi81 @ 5/12/2008, 14:03)
    CITAZIONE (blacksakura @ 5/12/2008, 13:11)
    Ho postato questo racconto perché l’ho trovato –semplicemente- bellissimo, non tanto per il contenuto, quanto, piuttosto, da un punto di vista stilistico. E poi mi sembra sempre doveroso far conoscere quegli artisti che in qualche modo ho amato…mi pare giusto restituirgli il favore. :D

    In realtà, il contenuto del racconto a me pare interessante soprattutto per comprendere la vita dell’autore: lo svedese Dagerman –ahinoi- si tolse la vita a 33 anni e mentre in altri scritti tale infausto proposito è piuttosto manifesto, in questo racconto lo si capisce per sottrazione. Infatti, a ben leggere, non è la morte del bambino l’evento negativo in sé, bensì la vita che va avanti, nonstante tutto.. E’ la vita dei sopravvissuti che viene colorata di un rimorso crudele spietato; la morte del bambino è solo un pretesto per far luce su quanto la vita possa essere spietata con coloro che restano.

    E cmq i nostri non sono tempi bui. Non c’è la Spagnola a decimare vecchi e bambini, i nostri padri e mariti non sono costretti a combattere al fronte e i malati possono disporre di cure sempre più evolute ed efficaci.
    Per noi occidentali, questi, non sono decisamente tempi bui.

    Peraltro, il racconto ha un effetto positivo, catartico (mi perdoni Aristotele :rolleyes: ): perché noi che leggiamo, siamo in quell’attimo prima di un uccidere un bambino, il che significa che abbiamo ancora infinite possibilità di evitare quell’evento e di non ritrovarci mai nel minuto dopo. :smokeing.gif:

    Poi, ognuno vive e legge l’arte a modo suo; io ad esempio non avevo minimamente pensato alla questione dei pazzi che sfrecciano a tutta birra e investono le persone. Davvero, non avevo proprio ricollegato questo racconto all’attualità! :dunno.gif:

    non devi vedere il mio commento come un attacco nei tuoi confronti. io ho solo detto che il racconto, anche se stilisticamente e lettarariamente interessante, è un po' deprimente (sarà un caso il suicidio dell'auotre?) di questi tempi. va bene se letto in modo totalmente asettico, senza pensare al mondo di fuori.
    e personalmente ritengo che i "tempi bui" non siano necessariamente da collegarsi a epidemie o guerre. E so anche che non viviamo in qualche sperduto paese africano in cui si muore tutti i giorni ta guerra civile e fame e malattie. Ma personalmente ritengo che questi siano tempi bui. non per la crisi economica, ma per il troppo benessere (una delle cause della crisi economica) e per la mancanza di punti fermi. Io vedo da una parte le nuove leve, diciamo i nati dal '90 in poi, che vivono solo per il cellulare, facebook e gli incontri via chat, ma che non sanno scrivere una lettera a mano e che non sanno cosa sia leggere un buon libro, e sono maleducati e arroganti già a 7, 8 anni.
    non tutti, ma molti sono così. poi vedo coppie che scoppiano dopo pochi mesi, ed improbabili famiglie allargate con due, tre, quattro madri/padri/matrigne/fidanzate di papà, che portano nella più grande confusione un ragazzo più o meno adolescente. Poi vedo consumismo, tanto consumismo. poi vedo quotidianamente rapine, violenze e incidenti stradali dettati spesso da violenza, droga, alcool. sento dire che un sacco di gente fa uso di cocaina e droghe varie,anche chi meno te lo aspetti. sento parlare sempre di voglia di non fare niente, ma con tanti progetti per le programmmare le ferie. sentoparlare di attentati in giro per il mondo e non solo, sento parlare di preti pedofili, di magistrati trasferiti perchè hanno osato fare inchieste pericolose, di politici che hanno uno stipendio che in un anno permetterebbe, tutti assieme, di risanare le casse dello stato, ...sento e vedo un sacco di cose, e sono sempre cose tristi e brutte. E non c'è la spagnola. o come ha detto qualcuno, c'è, ma sotto forma di altre malattie.
    per me sono tempi bui, sotto tanti punti di vista. culturalmente e non. e quindi mi sono solo permessa di dire che, per quanto ben scritto e d'effetto, il racconto postato non l'ho gradito. Per il resto, il tuo invito alla lettura ha funzionato, perchè il racconto l'ho letto.

    meglio una storia a lieto fine, che magari non sarà la metafora della vita di tutti i giorni, ma almeno offre la speranza di una vita migliore. tipo un bel "Bambi" ;)

    Forse mi sono espressa male, non ho vissuto il tuo commento come un attacco (non l'avrei vissuto così, nemmeno se ne fossi stata l'autrice); ti ho risposto solo perché il mio intento era di quello di far apprezzare (e non solo "conoscere") Dagerman, quindi cercavo di spiegare cosa c'è dietro il suo racconto per arricchirlo di significato.

    Ma il pezzo dove la mamma di Bambi muore e lui la cerca disperato in mezzo alla bufera di neve, dove lo vogliamo mettere?!! Disney sì che è crudele... :cry: :P :D

    P.s. La prossima volta posterò qualcosa di più allegro.

    P.p.s. Inserire le improbabili famiglie allargate con due, tre, quattro madri/padri/matrigne/fidanzate di papà, che portano nella più grande confusione un ragazzo più o meno adolescente fra i motivi che ti portano e definire questi tempi come bui, mi fa capire il perché abbiamo diverse vedute su questo argomento.
    Cmq una cosa è certa: se i governi non si decidono ad investire in energie alternative, altro che tempi bui...ci ritroveremo a vivere tempi a lume di candela! :P
     
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  14. dreamrecorder
     
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    CITAZIONE (vampi81 @ 5/12/2008, 14:03)
    meglio una storia a lieto fine, che magari non sarà la metafora della vita di tutti i giorni, ma almeno offre la speranza di una vita migliore. tipo un bel "Bambi" ;)

    Analizzando la psiche di alcuni serial killer è emerso che tutti, in comune, avevavo avuto la visione del cartone in tenera età ad erano rimasti traumatizzati dalla morte della mamma di Bambi. :lol: :lol:
    Sono sicuro che scherzavi quando hai parlato di "lieto fine" e poi di Bambi.
    Ci sono adulti che ancora piangono nel rivedere quella scena straziante.
    Dream
     
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  15. vampi81
     
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    CITAZIONE (dreamrecorder @ 5/12/2008, 17:55)
    CITAZIONE (vampi81 @ 5/12/2008, 14:03)
    meglio una storia a lieto fine, che magari non sarà la metafora della vita di tutti i giorni, ma almeno offre la speranza di una vita migliore. tipo un bel "Bambi" ;)

    Analizzando la psiche di alcuni serial killer è emerso che tutti, in comune, avevavo avuto la visione del cartone in tenera età ad erano rimasti traumatizzati dalla morte della mamma di Bambi. :lol: :lol:
    Sono sicuro che scherzavi quando hai parlato di "lieto fine" e poi di Bambi.
    Ci sono adulti che ancora piangono nel rivedere quella scena straziante.
    Dream

    ma scusate! la fine di Bambi mica è la morte della madre! :nono2.gif:
    a me non ha assolutamente traumatizzato quella scena... :dunno.gif: tra l'altro è funzionale alla conclusione, perchè Bambi cresce più forte, provato dall'esperienza. E rappresenta una delle difficoltà della vita, nonchè una delle cose più naturali che ci sia (o almeno, si spera che non succeda il contrario, cioè che un filio premuoia alla madre).

    vabbè, dai, cambio film...la Sirenetta va bene? non ditemi che è a sfondo razzista, perchè ha per oggetto il diverso, eh! :fisch.gif:

    cmq non ho (ancora) ucciso nessuno, neanche in modo seriale ;) :emot-angel.gif:
    e mi sa che siamo un po' o.t. :59.gif:
     
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14 replies since 24/11/2008, 17:41   551 views
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