RISCATTO ANNI DI LAUREA

PENSIONE

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  1. speriamoche
     
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    Spiega bene questo recente articolo sul sito de IlSole24Ore come, tra tutti i futuri pensionati, quelli nati negli anni ’60 saranno i più sfortunati in assoluto, in quanto non godranno più dei vantaggi delle generazioni appena precedenti (che hanno potuto contare su un sistema previdenziale tra i più generosi del mondo) e al tempo stesso tempo hanno avuto e avranno meno tempo a disposizione per investire denaro in forme di previdenza complementare.

    Se questo è vero, allora vale la pena di chiedersi se valga la pena di riscattare gli anni di università per avere tra qualche anno una pensione più decorosa. Ma vediamo prima come funziona attualmente la normativa:

    L’importo da pagare viene calcolato dall’INPS in base alla retribuzione media pensionabile alla data della richiesta. Si dovrà pagare una cifra grosso modo pari al 26-27% degli stipendi attuali, moltiplicata per il numero degli anni da riscattare. L’Inps invia al richiedente i bollettini per effettuare i pagamenti e comunicherà la somma precisa da pagare. Detta cifra potrà essere versata in un’unica soluzione oppure fino a 120 rate mensili senza maggiorazioni.

    Sembrerebbe palese che prima si presenta la domanda più si risparmia, poiché il calcolo si baserà su stipendi più modesti di quelli che quasi sicuramente arriveranno in seguito. In realtà, il riscatto può essere richiesto anche prima di iniziare a lavorare. In questo caso il contributo per ogni anno da riscattare sarà pari all’importo che deriva applicando l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche per i lavoratori dipendenti (33%) al minimale imponibile per artigiani e commercianti (per il 2009 la cifra è stata pari a 14.240 euro, che, moltiplicati per il 33%, corrispondono a 4699 euro per ogni anno di studi.

    Il contributo versato è fiscalmente deducibile dall’interessato o detraibile dall’imposta che devono versare le persone di cui questa persona risulta fiscalmente a carico (per esempio il padre), in misura del 19% dell’importo stesso.

    Per valutare ulteriormente la convenienza o meno del riscatto degli anni di laurea, bisogna tenere presenti alcuni punti chiave: soprattutto l’anzianità e l’orizzonte temporale lavorativo: per chi andrà in pensione tra 35 anni è oggi praticamente impossibile fare supposizioni su come sarà articolato il sistema pensionistico tra vari decenni, perciò permane una notevole incognita sul rischio. Da non sottovalutare la capacità di risparmio per far fronte alle scadenze dei bollettini INPS per il riscatto. Si noti infatti che, se il riscatto viene richiesto da un pensionato, non sarà possibile effettuare un pagamento rateale e l’intero importo dovrà essere pagato entro 60 giorni.

    Il riscatto degli anni di laurea porterà però con sé la gradevole possibilità di andare in pensione con alcuni anni di anticipo a parità di contributi previdenziali versati. Inoltre, riscattare gli anni di laurea nel regime previdenziale obbligatorio aumenta l’anzianità contributiva e aumenta anche l’importo delle prestazioni “complementari” che l’INPS prevede, come assegno di reversibilità in caso di morte dell’interessato e o eventuali prestazioni di invalidità/inabilità.

    In ogni caso, per attivare il riscatto degli anni impiegati per conseguire la laurea, bisogna presentare una domanda compilando gli appositi moduli dell’INPS, reperibili su questa pagina, su cui si trova anche una approfondita spiegazione dei requisiti necessari.
     
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  2. valerie05
     
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    io l'ho presentata a marzo di quest'anno, nel dubbio, tanto pare che la risposta arriverà tra una decina di anni.....
    mi mangio le mani per non averlo cmq fatta appena assunta che prendevo una miseria, a 25 anni.
    tant'è.. vedremo come andrà.
    io ho fatto richiesta per università + sspl
     
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  3. speriamoche
     
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    Che ne pensate della previdenza complementare?
    Conviene?
     
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  4. alex.falco
     
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    CITAZIONE (speriamoche @ 16/5/2012, 16:27) 
    Che ne pensate della previdenza complementare?
    Conviene?

    e' il secondo pilastro, in special modo necessaria ora che con la nuova riforma non andremo piu' in pensione con il 50 , 60 percentuale del nostro reddito attuale ma con meno, stante l'ultimo periodo a partire da oggi, ovvero la quota b , calcolato interamente con il contributivo..per gli anni a venire
    ...allora e' proprio il momento di considerare la integrazione previdenziale.

    sulla convenienze potresti fartene un idea, dipende dai fondi, espero- scuola, laborfond ed altri cioe' dal comparto ove fa riferimento il tuo contratto
     
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  5. speriamoche
     
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    Lunedì stipulerò un contrato di assicurazione per una pensione integrativa con INASSITALIA. Mi ha convinto il fatto che sono nell' impossibilità di riscattare gli anni di laurea presso l' INPDAP perchè è troppo costoso e poi perchè posso defalcare l' importo annualmente versato a titolo contributivo dalla denuncia dei redditi.
    Verserò €. 150,00 al mese per 25 anni al fine di avere una pensione di €. 475,00 mensile ovvero un capitale di circa €. 85.000.
    Penso di avervi dato delle ottime informazioni.
    saluti.
     
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  6. speriamoche
     
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    A tutti i dipendenti Ministeriali e delle Agenzie Fiscali : " Come giudicate il fondo di previdenza sirio"?
     
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  7. speriamoche
     
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    Secondo voi è utile, ovvero dannoso, visto che a dire di molti è gestito dai sindacati ?
     
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    forumista di professione

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    pare che sia vantaggioso soprattutto per chi è vicino alla pensione

    la cosa più sgradevole e sospetta è che non riesco mai a trovare un confronto dignitoso tra rendimento TFR e rendimento SIRIO
    sul sito sirio e in rete circolano solo specchietti (per le allodole) in cui si evidenzia il rendimento spettacolare di SIRIO (quasi integralmente fondato sul regime fiscale favorevole...della serie: rende meno del TFR ma quel che versi te lo tassiamo meno: tu versa tanti soldini---poi tra 40 anni li rivedi ---- se non muori prima -----)
    bah
     
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  9. ffrrgg
     
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    Direi che conviene richiedere il riscatto SOLO all'inizio della propria carrriera lavorativa, visto che il conteggio viene effettuato sullo stipendio di entrata.
    Dopo a parer mio non conviene - lo ritengo troppo caro.
    Personalmente ho scelto di non destinare le quote del tfr all'inps e neppure di scegliere il fondo di categoria perchè non li ritengo molto chiari. Le ho destinate ad una società di gestione di risparmio privata e sono molto soddisfatto, chi può essere interessato mi chieda lumi in privato, non voglio fare pubblicità.
    ciao
     
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  10. avvocatomv
     
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    http://tesoro.usb.it/fileadmin/archivio/te...di_pensione.pdf
     
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  11. speriamoche
     
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    Ragazzi avete visto, il fondo di previdenza SIRIO è praticamente fallito.
    Che ne pensate?

    FONDO SIRIO SULL’ORLO DEL FALLIMENTO
    SENZA SOLDI PUBBLICI LA PREVIDENZA COMPLEMENTARE NON DECOLLA
    USB P.I.: RIPARTIRE DALLO SVILUPPO DELLA PREVIDENZA SOCIALE PUBBLICA

    (Comunicato stampa UILPA del 24.02.2014) “Nel passaggio alla Camera è stata cassata una disposizione contenuta nel “Milleproroghe” finalizzata a consentire la fase di avvio del Fondo Sirio…” Continua Attili: “La riforma del sistema pensionistico affida alla previdenza complementare il ruolo fondamentale di integrare le pensioni future che, dal 90-95 % dell’ultima retribuzione, caleranno al 45-50%. Privando i lavoratori dei Ministeri, delle Agenzie Fiscali, degli Enti Pubblici, delle Università, degli Enti di Ricerca della possibilità di costruirsi una pensione integrativa, di fatto vengono condannati ad una vecchiaia di indigenza e povertà. Per risparmiare 250.000 euro si gettano le basi per un enorme problema sociale: 500.000 nuovi poveri.”

    Queste le parole della UILPA alla notizia del mancato sblocco delle risorse pubbliche destinate all’avvio del Fondo Sirio. Sul sito della UILPA si ammette anche l’impossibilità di raggiungere la quota minima di 10.000 adesioni entro il 17 ottobre del 2014.

    Un vero e proprio fallimento della previdenza complementare nel pubblico impiego, alla quale hanno contribuito in modo determinante la USB e i lavoratori del pubblico impiego che si sono impegnati contro lo scippo del TFR/TFS, com’era accaduto in precedenza nel lavoro privato, denunciando i guasti del sistema contributivo introdotto con la Riforma delle pensioni del 1995.

    La UILPA ammette che l’attuale sistema pensionistico produrrà pensioni da fame, ma la risposta è assolutamente inadeguata se ci si limita a chiedere risorse pubbliche per far funzionare la previdenza privata.

    Oggi i comunicati dei “gestori” sindacali della previdenza complementare sono listati a lutto, perché quella manciata di adesioni ottenute, che non consente al Fondo Sirio di decollare, sono il segno evidente del fallimento di chi non ha ancora capito che i lavoratori dopo anni di bassanini-brunetta-patroni griffi-cottarelli-camusso-angeletti-bonanni non sono più disposti a farsi incantare dalla musica dei pifferai di professione.

    USB continuerà a lottare con sempre maggiore forza per una pensione pubblica, universale e solidaristica, per salari e pensioni non da fame ma capaci di assicurare un presente ed un futuro dignitosi, per combattere il precariato, prima ragione della discontinuità contributiva. USB invita le lavoratrici e i lavoratori a scendere in piazza il 14 marzo, contro la spending review, per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego, contro ogni attacco al mondo del lavoro pubblico e per riconquistare i servizi privatizzati o cancellati.

    Roma, 4 marzo 2014 USB Pubblico Impiego
     
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  12. speriamoche
     
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    Pensione di scorta: si fondono Perseo e Sirio, fondi del pubblico impiego

    di Valentina Brini16 maggio 2014













    L'unione fa la forza, anche nel settore della previdenza complementare pubblica. Devono averla pensata così i dirigenti di Sirio e Perseo, i due maggiori fondi pensione del pubblico impiego insieme a Espero, che hanno scelto di dare vita a un unico fondo di categoria dedicato ai lavoratori di Regioni, Enti locali, Sanità, Ministeri, Enac e Cnel: «Ci siamo resi conto che mantenere tre fondi pensione era anacronistico – spiega il direttore generale di Perseo, Maurizio Sarti – e abbiamo pensato di unificare tutto il mondo a contratto, ad eccezione dei lavoratori della scuola, dando ordine al panorama».

    L'operazione vuole rispondere all'esigenza di accrescere il patrimonio in gestione dei fondi, contenerne i costi per i lavoratori (12.290 gli associati di Perseo e 1920 quelli di Sirio) e aumentare la possibilità di diversificazione degli investimenti, con la conseguente minore esposizione al rischio finanziario: «Bisogna sempre essere attenti all'abbattimento dei costi – sottolinea Sarti – e la fusione, con l'allargamento della fascia associativa e l'aumento del patrimonio, permetterà di rendere l'adesione ancora più favorevole in termini di costi, anche considerando che la quota associativa attuale è di 16 euro per Perseo e 20 per Sirio, tra le più basse nel settore».






    Fin qui, la strada non è stata semplice per i due fondi, ma i risultati sono in crescita e l'esperienza finora compiuta da Perseo e Sirio non è da buttare. Se la popolazione italiana che sceglie di costruire la propria pensione aderendo ai fondi negoziali rappresenta ancora oggi solo il 10%, quando si punta la lente sul pubblico impiego «le cifre sono ancora più basse e le difficoltà, soprattutto iniziali, sono state molte», ammette Sarti, ma il flusso delle adesione è più che raddoppiato tra gli ultimi mesi del 2013 e il primo scorcio del 2014. Il bicchiere sembra dunque mezzo pieno: «Abbiamo raggiunto un livello importante – evidenzia il direttore generale -, che ci consente di ben sperare per i prossimi mesi. Il nostro obiettivo è fare crescere ulteriormente le adesioni».


    Complice l'incertezza occupazionale, il bisogno di reperire risorse aggiuntive per far fronte alle esigenze familiari e l'attesa economica negativa, la previdenza complementare nel nostro Paese agisce in un mercato di difficile penetrazione. In particolare, il destino dei prodotti previdenziali del pubblico impiego si è dovuto scontrare con una situazione di blocco dei rinnovi contrattuali e di progressiva contrazione delle risorse; sono stati gli stessi fondi di categoria a farsi promotori per la risoluzione di problematiche come il finanziamento della previdenza complementare contrattuale e la necessità di una maggiore informazione per ampliare la conoscenza nel settore. Gli ostacoli più rilevanti riguardano le differenze normative tra settore pubblico e privato, la bassa collaborazione da parte degli enti locali e la frammentazione territoriale: «La scarsità delle risorse – evidenzia Sarti – ha condizionato anche l'atteggiamento degli enti, che in alcune situazioni hanno posto delle barriere in entrata. Inoltre, la normativa fiscale tra settore pubblico e privato vede il primo destinatario di misure fiscali meno favorevoli di quelle in adozione per il secondo. Ciò comporta che, nel mercato pensionistico complementare, le forme non contrattuali presentino un vantaggio competitivo sotto il profilo fiscale e abbiano minori vincoli, come la trasformazione del trattamento di fine servizio in godimento in trattamento di fine rapporto, e il conferimento di quest'ultimo a fini previdenziali. Se si intervenisse sulla parificazione tra pubblico e privato, si aprirebbe una nuova stagione anche per il pubblico impiego».


    Una nuova campagna di comunicazione e la fusione sono ora le armi in più per dare nuova linfa alla previdenza complementare pubblica e contrastare l'opinione comune che questa sia qualcosa di distante dalle esigenze dei dipendenti pubblici: «Lanceremo un messaggio nuovo, indirizzato ai più giovani, oggi sempre più scoraggiati in fatto di futura pensione – conclude Sarti -. La nostra situazione previdenziale non è così disastrosa come si pensa e il fondo pensione deve essere il nuovo strumento di rendita vitalizia».

    Che ne pensate ?

    Qualcuno di voi ha aderito al fondo SIRIO O PERSEO ?
    Potete dirmi qual cosa ?
     
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    www.fondopensionesirio.it/domandeFr...l?expandable=9#


    TIENI PRESENTE CIO' CHE SI DICE QUI








    Tfs- opzione per il Tfr - fondi pensione -cosa conviene ?
    Paolo Gros il Lun 17 Gen 2011 - 15:37

    .Il TFR si calcola accantonando annualmente –lungo l’intero arco dell’attività lavorativa- il 6,91% dello stipendio lordo annuale rivalutato dello 0,75% del tasso d’inflazione ufficiale più un 1,5% fisso (esempio: con un tasso d’inflazione al 3% il TFR viene rivalutato del 2,25% -equivalente allo 0,75% dell’inflazione- + l’1,5% fisso, quindi del 3,75%).Per i dipendenti pubblici il TFS equivale ai 13/12 dell’80% dell’ultimo stipendio lordo (negli enti locali e nella sanità si calcola sull’80% della media dell’ultimo anno di stipendio), vale a dire l’86,66% dell’ultimo stipendio moltiplicato per gli anni di servizio (non solo quelli effettivamente prestati, ma anche quelli riscattati). Il TFS non è salario differito (come il TFR), bensì salario previdenziale istituito per legge, gode di un trattamento fiscale più favorevole (solo il 40% del TFS è tassato) rispetto al TFR. Ma per tutti i dipendenti a regime TFS conviene mantenere tale forma di liquidazione, perché, qualora oggi optino per il TFR, automaticamente si troverebbero in un fondo pensione (infatti non è possibile scegliere il TFR senza aderire ad un fondo pensione. Diverso è il caso dei neoassunti, che oggi già sono a regime TFR; essi a tuttora non sono vincolati ai fondi pensione, almeno finchè non scatterà il meccanismo del silenzio/assenso.
    Per i “neoassunti” (a partire dal 30/5/2000 quelli a tempo determinato, dopo il 31/12/2000 quelli a tempo indeterminato) che scelgono di aderire ai fondi pensione, automaticamente tutto il TFR maturando (il famoso 6,91% dello stipendio) più l’1% dello stipendio, più l’1% versato dall’amministrazione di appartenenza confluiscono nel fondo di riferimento; in più l’amministrazione pubblica aggiunge un versamento/bonus dell’1% per un anno se l’adesione avviene entro il primo anno di operatività del fondo, o dello 0,5% sempre per un anno se l’adesione avviene entro il secondo anno di vita.
    Per gli assunti a tempo indeterminato entro il 31/12/2000 che scelgono la previdenza complementare, la quota che confluisce nei fondi pensione è costituita da un versamento dell’1% dello stipendio, a cui si somma il versamento di eguale entità dell’amministrazione di appartenenza, a cui vanno aggiunti il 2% dello stipendio trattenuto dalla quota del TFR maturando e l’1,5% trattenuto dal TFS precedentemente maturato, infine c’è da addizionare l’1% o lo 0,5% elargito per un anno dall’amministrazione se l’adesione ai fondi avviene entro il primo o il secondo anno di vita della loro operatività. Le quote da prelevare sul TFR e versare ai fondi potrebbero variare in seguito a sopravvenuti accordi in sede contrattuale. Al momento attuale non è ancora del tutto chiaro se, all’atto dell’eventuale entrata in vigore del meccanismo del silenzio/assenso, tutto il TFR maturando dei vecchi assunti passerà ai fondi pensione. Le indicazioni non possono che essere semplici e chiare: per chi è in regime TFS mantenerselo stretto altrimenti si va a finire dritti nei fondi pensione; anche per chi è in regime TFR –quei neoassunti verso cui più martellante è la campagna della previdenza complementare- non optare per i fondi, non farsi incantare dalle mirabolanti promesse di un’altra pensione che sostituisce la parte amputata a quella pubblica; perché nulla è certo, anzi no, l’unica cosa certa è che si ritroveranno con una pensione pubblica miserabile e senza TFR; in quanto poi alla pensione integrativa è stato calcolato che, per arrivare a 900 euro mensili, occorre, a inflazione ferma, versare qualcosa come 5.000 euro all’anno e con gli stipendi e i salari attuali per i più giovani è come chieder loro la luna.

    Ma come dicono alcuni spot pubblicitari......liberi di scegliere

    Edited by xela 10 - 25/7/2014, 11:32
     
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  14. speriamoche
     
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    In quale amministrazione sei assunta ?
    Io sono del Ministero del Lavoro, Sono Ispettore del lavoro cat. C. f4 guadagno circa 1610,00 al mese ed ho 7 anni e mezzo di anzianità
    Tu che mi consigli?
    ciao e buone ferie
     
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    CITAZIONE (speriamoche @ 31/7/2014, 15:36) 
    In quale amministrazione sei assunta ?
    Io sono del Ministero del Lavoro, Sono Ispettore del lavoro cat. C. f4 guadagno circa 1610,00 al mese ed ho 7 anni e mezzo di anzianità
    Tu che mi consigli?
    ciao e buone ferie

    al momento e' meglio non aderire ...per chi e' stato assunto in regime tfs ovvero ante 2000, per chi come te e' gia in regime tfr e' da pensare...

    ma solo versando come qualsiasi polizza privata, almeno 2000 euro annuali...
     
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