DOTT. INCANTAUDITORE.....

qua c'è gente che deve riscuotere...

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  1. L'incantatore
     
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    Andiamo avanti, raccogliendo nel setaccio talune pagliuzze dorate che la discussione ha fatto emergere.

    Julia82 distingue, in modo interessante, fra discipline tecniche e discipline artistiche, svolgendo il concetto nelle eleganti forme di cui sopra.

    Personalmente ritengo che, in misura e con un peso specifico di volta in volta differente, ogni disciplina sia intrinsecamente costituita da una quota di conoscenze tecniche da apprendere ed una quota di "spazio artistico", lasciata all'estro ed alle capacità naturali di ciascuno.

    Nell'attuale assetto degli studi giuridici dell'aspirante uditore tutti gli sforzi sono orientati all'apprendimento della grezza "tecnica", costituita dalla mole immane di materiale normativo, giurisprudenziale e dottrinale di cui appare costituita la scienza giuridica.

    Pochissimo spazio è invece dedicato allo sviluppo della "sensibilità artistica", ossia alla capacità di tessere collegamenti concettuali su temi mai previamente affrontati o di vedere rapporti fra idee che nessuno in precedenza aveva pensato di porre l'una accanto all'altra.

    E si badi che stiamo qui solo scalfendo la superficie di ciò che si potrebbe fare allenando l'intuito giuridico.

    Tale dote in alcuni è naturale come il ritmo del respiro, in altri è il frutto di una conquista personale, svolta attraverso una complessa maturazione individuale ed un'assidua frequentazione dei concetti giuridici.

    Dunque, a mio parere, il diritto nel senso più completo del termine, ossia tanto la tecnica, quanto l'arte giuridica, può essere insegnato e trasmesso, ma a patto di trovare chi sia disposto ad imbarcarsi in un processo di autoformazione, se non di autoperfezionamento che passa attraverso il sacrificio e l'impegno.

    Certo ci sono le raccomandazioni. Naturalmente c'entra la fortuna.

    Ma nulla ritengo possa resistere ad una compiuta e completa maturazione giuridica, che si avvalga di una chiara metodologia nell'affontare i temi scritti di un concorso (e non solo... ;) ).

    Due aspetti davvero molto importanti li sottolinea poi Fidal1:

    CITAZIONE
    L'aspirante deve porsi molte domande (...) Questa forma mentis si riassume nell'ottica problematica. Secondo me chi non la cerca non può sperare nel fato.
    A quel punto, imparata la tecnica, si può viaggiare da soli.

    L'ottica problematica è davvero un aspetto centrale della formazione del giurista: essa si è compiutamente acquistata quando leggendo un solo articolo del codice si riesce a collegarlo con tutto l'ordinamento giuridico, ossia, detto poeticamente, quando si riesce a scorgere tutto l'universo che danza sulla punta di un dito.

    Resta da capire come si acquista una compiuta mentalità problematica.

    Il sottoscritto - ben lungi dall'averla acquisita - si chiede (e vi chiede) come la si possa compiutamente signoreggiare.

    E, del resto, è proprio vero che imparata la tecnica, si può e si deve viaggiare da soli. Tutto ciò che concerne la formazione non è altro, in fondo, che lo sforzo per far divenire lo studente il maestro di sè stesso.

    A presto :)
    L'I.
     
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  2. angiolettabella
     
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    Il tuo discorso è affascinante, però per essere più concreti chi non ha nel dna quella sensibilità giuridica di cui parli come la apprende? C'è qualcuno dei molti corsi esistenti che in grado di far ciò?
     
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    CITAZIONE (angiolettabella @ 13/7/2007, 18:54)
    Il tuo discorso è affascinante, però per essere più concreti chi non ha nel dna quella sensibilità giuridica di cui parli come la apprende? C'è qualcuno dei molti corsi esistenti che in grado di far ciò?

    Certo che c'è !
    Ma il gentilissimo Incantatore ci/mi/ti farà la cortesia di dirtelo in privato, così come farà con chiunque altro gli chieda duri e brutali nomi di docenti che tengono corsi...
    Non per cosa, ma abbiamo dovuto chiudere la sezione dedicata ai corsi per evitare le continue liti tra chi sosteneva la supremazia di Tizio e chi l'incontestabile eccellenza di Sempronio...
    Non vorremmo ricominciare, vero ? :o:
    Tutto in privato, quindi, OK ? ;)
    Grazie in anticipo e
    Bacioni
    Fulsere :D
     
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  4. Galvanor
     
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    Io nno c'entro niente, ma parlo per non sentirmi una persona isolata e asociale. In particolare vorrei farvi soffermare su quanto segue:
    se uno sapesse qual'è il segreto per passare questo maledetto concorso, di certo sarebbe anche a conoscenza della formula segreta per la ricrescita semi-istantanea dei capelli. A quel punto, preferirebbe, invece che barcamenarsio con i 4 guai della giustizia, dominare (almeno economicamente) il mondo, proponendo la sua lozione a caro presoo.
    Il mio intervento è utile alla stregua di colui che cerca di capire se l'acqua è bagnata, ma sicuramente, chiunque ha sorpassato il concorso, non è a conoscenza nenahce lui dei contorti meccanismi che lo hanno portato a quel risultato....
     
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  5. Dante15
     
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    CITAZIONE (Galvanor @ 13/7/2007, 22:28)
    Io nno c'entro niente, ma parlo per non sentirmi una persona isolata e asociale. In particolare vorrei farvi soffermare su quanto segue:
    se uno sapesse qual'è il segreto per passare questo maledetto concorso, di certo sarebbe anche a conoscenza della formula segreta per la ricrescita semi-istantanea dei capelli. A quel punto, preferirebbe, invece che barcamenarsio con i 4 guai della giustizia, dominare (almeno economicamente) il mondo, proponendo la sua lozione a caro presoo.
    Il mio intervento è utile alla stregua di colui che cerca di capire se l'acqua è bagnata, ma sicuramente, chiunque ha sorpassato il concorso, non è a conoscenza nenahce lui dei contorti meccanismi che lo hanno portato a quel risultato....

    L'hai detto! ;)
     
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  6. L'incantatore
     
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    Il problema dell'acquisizione della sensibilità giuridica, sollevato da angiolettabella, è proprio il centro di tutta la formazione del giurista ed è argomento che deve essere trattato con cautela, perchè contiene, in potenza, tutte le possibili esperienze giuridiche e tutti i possibili percorsi che conducono, ad esempio, dal semplice e speranzoso studente che inizia a dare una lettura al Torrente, al futuro Presidente della Corte di Cassazione, che imprimerà un marchio indelebile sull'ordinamento giuridico dello Stato.

    Quello cui qui si fa' riferimento è senza dubbio un percorso personale di maturazione e di crescita nell'esperienza del diritto, rispetto al quale la frequentazione con i testi è certamente elemento necessario, ma non certo sufficiente.

    I corsi? Rispetto a tale complesso percorso possono funzionare da catalizzatore, ma nessuno ha per certo la formula magica che riesce a trasformare chiunque in un grande giurista, soprattutto in assenza di un suo consapevole sforzo di autoformazione in tal senso.

    La fortuna? Senza dubbio gioca un ruolo di rilievo, ma poichè opera per tutti in modo sostanzialmente paritario (soprattutto ove si tenga conto che il concorsista medio i concorsi li prova e li riprova) finisce per assumere un grande rilievo in qualche caso isolato, per non assumerne alcuno da un punto di vista generale.

    C'è tuttavia la possibilità - e qui rispondo a Galvanor - di aiutarsi e venirsi incontro l'un l'altro, tentando di contribuire assieme nella ricostruzione di un fenomeno, quello giuridico, che tutti ci riguarda e che, per chi decida di sposare l'impegnativo percorso delle professioni legali, diventa spesso abito mentale e, talvolta, ragione di vita.

    Nessuno è a conoscenza delle serie causali in forza delle quali si ottiene un risultato piuttosto che un altro o, più nel dettaglio, delle serie causali in forza delle quali uno scritto passa un concorso ed un altro non lo passa.

    Si può tuttavia tentare di accendere una candela spenta con una candela che già arde, trasmettendo un fuoco che spesso si è notato essere apportatore di luce...

    Fuor di metafora, l'intera storia dell'insegnamento non è altro che il tentativo di trasmissione non solo del dato nozionistico, ma anche di un metodo capace di ordinare il sapere ed erigerlo a sistema, in forza del quale fornire poi risposte a domande fino a quel punto inedite e dare così occasioni - non solo di conoscenza - in favore di chi non le ha ancora avute, ad opera di chi ci è già passato.

    L'attuale struttura degli studi giuridici per come ho avuto modo di viverla, e per certi versi subirla, io stesso non è stata altro che un tentativo - come dice autorevole dottrina ;) - di inculcare l'incomprensibile nell'indifferente ad opera dell'incompetente.

    Se invece si partisse da una partecipata volontà di apprendere e di migliorarsi e ci si rivolgesse a chi ha dimostrato con i fatti di saper superare gli ostacoli, costringendolo però a riivelare la sua esperienza, piuttosto che a rimestare l'acqua nel pestello del diritto, probabilmente ci sarebbero finalmente buoni discepoli e qualche vero maestro.

    A scanso di ogni possibile equivoco è ovvio peraltro che il sottoscritto è ben lungi dal potersi proporre come maestro e può al massimo insegnare la sua stessa ignoranza.

    Si può tuttavia ragionare assieme sul metodo e magari, nella discussione, arrivare a qualche utile risultato condivisibile da molti e magari d'aiuto proprio per il prossimo intenso ottobre.

    In sintesi: o curioso e generoso lettore che sei giunto con tanta pazienza alla fine di questo lungo e noioso post, tu che metodo usi per ordinare in unitario sistema ciò che conosci di diritto?

    L'I.
     
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  7. Id-Es-Io
     
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    CITAZIONE (L'incantatore @ 16/7/2007, 15:43)
    Il problema dell'acquisizione della sensibilità giuridica, sollevato da angiolettabella, è proprio il centro di tutta la formazione del giurista ed è argomento che deve essere trattato con cautela, perchè contiene, in potenza, tutte le possibili esperienze giuridiche e tutti i possibili percorsi che conducono, ad esempio, dal semplice e speranzoso studente che inizia a dare una lettura al Torrente, al futuro Presidente della Corte di Cassazione, che imprimerà un marchio indelebile sull'ordinamento giuridico dello Stato.

    Quello cui qui si fa' riferimento è senza dubbio un percorso personale di maturazione e di crescita nell'esperienza del diritto, rispetto al quale la frequentazione con i testi è certamente elemento necessario, ma non certo sufficiente.

    I corsi? Rispetto a tale complesso percorso possono funzionare da catalizzatore, ma nessuno ha per certo la formula magica che riesce a trasformare chiunque in un grande giurista, soprattutto in assenza di un suo consapevole sforzo di autoformazione in tal senso.

    La fortuna? Senza dubbio gioca un ruolo di rilievo, ma poichè opera per tutti in modo sostanzialmente paritario (soprattutto ove si tenga conto che il concorsista medio i concorsi li prova e li riprova) finisce per assumere un grande rilievo in qualche caso isolato, per non assumerne alcuno da un punto di vista generale.

    C'è tuttavia la possibilità - e qui rispondo a Galvanor - di aiutarsi e venirsi incontro l'un l'altro, tentando di contribuire assieme nella ricostruzione di un fenomeno, quello giuridico, che tutti ci riguarda e che, per chi decida di sposare l'impegnativo percorso delle professioni legali, diventa spesso abito mentale e, talvolta, ragione di vita.

    Nessuno è a conoscenza delle serie causali in forza delle quali si ottiene un risultato piuttosto che un altro o, più nel dettaglio, delle serie causali in forza delle quali uno scritto passa un concorso ed un altro non lo passa.

    Si può tuttavia tentare di accendere una candela spenta con una candela che già arde, trasmettendo un fuoco che spesso si è notato essere apportatore di luce...

    Fuor di metafora, l'intera storia dell'insegnamento non è altro che il tentativo di trasmissione non solo del dato nozionistico, ma anche di un metodo capace di ordinare il sapere ed erigerlo a sistema, in forza del quale fornire poi risposte a domande fino a quel punto inedite e dare così occasioni - non solo di conoscenza - in favore di chi non le ha ancora avute, ad opera di chi ci è già passato.

    L'attuale struttura degli studi giuridici per come ho avuto modo di viverla, e per certi versi subirla, io stesso non è stata altro che un tentativo - come dice autorevole dottrina ;) - di inculcare l'incomprensibile nell'indifferente ad opera dell'incompetente.

    Se invece si partisse da una partecipata volontà di apprendere e di migliorarsi e ci si rivolgesse a chi ha dimostrato con i fatti di saper superare gli ostacoli, costringendolo però a riivelare la sua esperienza, piuttosto che a rimestare l'acqua nel pestello del diritto, probabilmente ci sarebbero finalmente buoni discepoli e qualche vero maestro.

    A scanso di ogni possibile equivoco è ovvio peraltro che il sottoscritto è ben lungi dal potersi proporre come maestro e può al massimo insegnare la sua stessa ignoranza.

    Si può tuttavia ragionare assieme sul metodo e magari, nella discussione, arrivare a qualche utile risultato condivisibile da molti e magari d'aiuto proprio per il prossimo intenso ottobre.

    In sintesi: o curioso e generoso lettore che sei giunto con tanta pazienza alla fine di questo lungo e noioso post, tu che metodo usi per ordinare in unitario sistema ciò che conosci di diritto?

    L'I.

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  8. eugeniale
     
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    caro Incantatore, ho scorso velocemente la discussione e innanzitutto......complimenti!!!

    quello che vorrei chiederti non è tanto come si fa a passare gli scritti, perchè si sa che non è possibile descrivere con esattezza il tipo di comportamento che si deve tenere prima e durante gli scritti, e poi perchè è noto che il risultato dipende non solo dallo studio, inteso come impegno e tempo dedicato ai libri, ma anche dalle qualità personali del candidato, attenzione...del candidato non "in sè", ma nella situazione di quei due giorni su un banchino della fiera o dell'ergife...e insomma, le condizioni e le combinazioni per passare questo concorso, o non passarlo, allo scritto sono tante...

    quello che vorrei chiederti, dunque, è come si fa a studiare per l'orale. .....e' paradossale, lo so, ma a me, fa più paura l'orale che lo scritto. Come e' possibile preparare cosi' tante materie in pochi mesi? tu come hai fatto, su che libri hai stusiato e con quale metodo...?

    la discussione certamente non sarà di attualità, ma mi interessa molto, perchè ho l'impressione che mentre prima dello scritto e dell'uscita dei risultati questo forum sia compatto, dopo i risultati si divida e mi pare, tralasciando la situazione di chi non è passato, che anche i fortunati, dopo la gioia immensa, si trovino completamente disorientati, a scambiarsi informazioni tra di loro e mai con chi l'orale l'ha fatto e l'ha anche superato!

    complimenti ancora, a te e a tutti gli altri forumisti uditori!!
     
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  9. alberto 71 mo
     
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    Tutto davvero molto interessante e costruttivo!
    incantauditore, potresti per favore scrivere solo a me in privato come superare gli scritti? :P :wacko:
    grazie :)
     
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  10. L'incantatore
     
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    @ eugeniale

    In tutta franchezza, il problema dell'orale è sempre opportuno porselo dopo esservi stato ammesso e non prima.

    In generale, tuttavia, mi sento di dirti che arrivato a quello stadio della procedura, la difficoltà è più dal punto di vista della putatività, che non da quello dell'effettività.

    E' certamente un periodo non facile, invece, quello della preparazione agli orali... sia da un punto di vista psicologico, che esistenziale, sospesi, come si resta, fra l'abisso dell'ignominia e quello che appare essere l'Empireo della Gloria; una volta arrivato su quella sedia, tuttavia, le cose - ti assicuro - prendono tutte il posto che loro le spetta e nella più gran parte dei casi si discute serenamente di diritto fino alla sospirata idoneità.

    I pochi che purtroppo non superano gli orali - cui va' tutta la mia più incondizionata vicinanza emotiva - sono coloro cui la pressione psicologica gioca uno scherzo davvero brutto.

    Rebus sic stantibus, siamo a questo concorso a quota 13 - purtroppo - bocciati agli orali, su circa 250 candidati esaminati.

    Una proporzione tristemente realistica e spesso ripetutasi nei vari concorsi che si sono susseguiti nel tempo.

    Per adesso, tuttavia, concentrati sugli scritti... come disse Taluno "ad ogni giorno basta la sua pena" :)

    @ Alberto 71 mo

    Formule magiche non ce le hanno più nemmeno gli Incantatori... come il Prospero della "Tempesta" ho liberato il mio spirito Ariel e buttato a mare -ormai - tutti i miei libri... :woot:

    Se vuoi rispondere tuttavia alle domande che ho seminato in questo thread, ritengo che tutti quanti - ed io per primo - si possa profittare straordinariamente di un dialogo costruttivo sul metodo giuridico e nei limiti delle mie operose vacanze non farò mancare i miei interventi. :)

    A presto
    L'I.
     
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  11. eugeniale
     
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    grazie della risposta...in realtà pensavo che stessi già godendo delle strameritate vacanze!!!

    apprezzo la franchezza, so bene che il problema degli orali per ora non si pone. Tuttavia, dal momento che la preparazione agli scritti bene o male la curo da anni e quindi i risultati non potranno che dipendere, oltre che dalle capacità soggettive, da tutte le variabili di cui ho detto sopra e contro le quali si può fare ben poco, mi chiedevo, ovviamente solo in via ipotetica, come sia possibile imparare in pochi mesi materie del tutto nuove, non più toccate dagli anni di università per arrivare preparati all'orale.

    In sostanza: il percorso per arrivare agli scritti mi è noto, anche se non conosco la formula magica per superarli (ammesso che esista), mentre quello per arrivare agli orali mi è del tutto sconosciuto e allora -dal momento che il tempo per la preparazione potrebbe essere molto breve se si appartiene ad una delle corti di appello sorteggiate per prime - mi chiedevo, o meglio ti chiedevo, implicitamente, se è il caso di mettersi a studiare già subito dopo gli scritti, ben sapendo tuttavia che non si è sicuri di averli superati. Ovviamente ora non ci penso e mi preoccupo di prepararmi per gli scritti, ma visto che ti sei reso disponibile al dialogo, volevo chiederti: tu come ti sei regolato?


    p.s. alcuni anni fa ho superato gli scritti per l'esame di avvocato presso una Corte d'appello notoriamente molto rigida, esame cui accedevo, giovanissima, per la prima volta. Gli esiti sono usciti a metà giugno e dopo circa una settimana ho saputo che sarei stata interrogata la prima settimana di settembre. Ho passato l'estate sui libri, ma purtroppo non ho superato l'orale. Fortunatamente a dicembre ho ridato gli scritti e li ho superati di nuovo, superando poi anche l'orale.
    Certe esperienze, anche se il tempo passa e nella vita si supera tutto, lasciano comunque il segno...
     
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  12. L'incantatore
     
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    Io mi sono regolato come si può regolare un "povero a lui" che pensava senza ombra di dubbio di essere stato bocciato...

    Non ho aperto libro per gli orali fino ad alcune settimane dopo la fatidica notizia, anche perchè le comunicazioni ufficiali mi raggiunsero mentre ero in quel di Parigi...

    Sono poi cominciati sei mesi d'inferno, allietati peraltro da una splendida, incantevole, dolcissima compagna di studi :wub: :wub: :wub: (senza la quale non avrei avuto, fra l'altro, un provvidenziale confronto ed un utilissimo stimolo a studiare nei moltissimi momenti difficili che si sono susseguiti...).

    Superare gli orali, in ultima analisi, è un po' come trovarsi d'improvviso in mezzo ad una catastrofe image : l'istinto di sopravvivenza ti fa' fare cose che, in tempi di pace, mai neppure avresti immaginato come possibili...

    That's all, folks! image

    L'I.

    P.s. Restano peraltro tristemente inevase le numerose domande metodologiche seminate ampiamente in questo thread... che peccato!!! <_<
     
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  13. eugeniale
     
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    questa si' che è una risposta sincera e che fa capire come le cose corrano spesso contro ogni previsione e come la forza di fare, l'entusiasmo (e anche la dolcezza, in questo caso) siano portate dagli eventi e dalla vita stessa che, è una continua risorsa.
    grazie. ciao!
     
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42 replies since 10/7/2007, 08:36   3256 views
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