Posts written by reckless

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    CITAZIONE (jakmandolino @ 22/3/2018, 11:47) 
    Ma quindi?
    Faccio prima a comprare gli hotpants?


    Uff, sta smania di cambiare i governi.....

    in effetti che noia,
    elezioni anticipate o bando posticipato?
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    Ecco, io in questo caso la penso in maniera non tanto diversa da Seminerio (ma lascio aperta la possibilità che possano aver ragione loro, quindi in ogni caso sarebbe un successo)

    https://phastidio.net/2018/03/20/lasciate-...polo-governino/

    CITAZIONE
    A tre giorni dall’insediamento della nuova legislatura, e sedici dopo le elezioni, i giornali sono resi pressoché illeggibili da psicopatologici resoconti sui negoziati tra partiti per assegnare la presidenza di Camera e Senato. Un turbine di sovrainterpretazioni, inferenze fallaci, messaggi in bottiglia tra fazioni, di cui al paese non può fregar di meno. E infatti oggi non parliamo di quello, quanto di eventuali scenari di governo e governabilità.

    Il mio scenario centrale, come ho scritto all’indomani delle elezioni, è quello che (in una prima fase) vede il tentativo di aggregare partiti sconfitti ai cosiddetti vincitori; fallito il quale assisteremo in sequenza al tentativo di aggregazione di spezzoni di partito (le celebri “correnti”, alcune delle quali nasceranno allo scopo), e da ultimo, a quello di catturare singoli parlamentari, per il quale servono tuttavia numeri non contenuti.

    Fallita questa sequenza, si porrà il tema di nuove elezioni e dell’immancabile riforma elettorale, che tuttavia si schianterà sugli scogli di un “dettaglio”: meglio premio di maggioranza alla singola lista (M5S) o alla coalizione (Lega)? E amen. Oggi potremmo definire ormai archiviato il tentativo piuttosto demenziale di molti organi di stampa ed editorialisti, di aggregare a forza il Pd ad un monocolore Di Maio. Un giorno bisognerà tornare su questa pulsione autoritaria, di cui hanno dato prova sia noti esagitati che figure considerate moderate.

    Abbiamo letto sproloqui su referendum tra gli iscritti Pd, di parallelismo col contratto CDU-Spd in Germania, di intemerate di giovani democratici idealisti contro “il marcio” del partito degli adulti, e quant’altro. Il tutto a servizio di una ed una sola tesi: il Pd deve “credere, aderire, combattere” per un governo monocolore grillino guidato dal giovine statista di Pomigliano. Il quale statista ha reiterato per giorni il “diritto” del M5S a fare un governo in splendida solitudine, dall’alto del suo 32% di voti, che hanno prodotto il 36% di deputati. Resta il problema di fondo che stiamo parlando del 32% del 70%, cioè di un voto ai pentastellati che è stato dato da poco più del 20% degli aventi diritto. Non esattamente un plebiscito epocale, ma che tale è considerato da molti che hanno trascorso la passata legislatura a gridare al golpe per il premio di maggioranza dell’Italicum.

    Discorsi ancor più surreali, se possibile, per la posizione di Matteo Salvini e del 17% della Lega. O forse non tanto surreali, se si considera già acquisita l’annessione alla Lega di Forza Italia, e la tumulazione politica di Silvio Berlusconi. Ma il punto vero sta altrove. I due partiti che hanno “vinto” le elezioni sono considerati due partiti “populisti”, qualunque cosa ciò significhi. Per me significa una cosa sola: proporre soluzioni semplici, ed in quanto tali irrealizzabili, a problemi complessi. In questo risiede la loro “diversità” antropologica dai partiti che hanno sconfitto. In questo risiede anche la non coalizzabilità con gli stessi. In questo risiede l’unico esito possibile: che questi due partiti, singolarmente o in coalizione tra loro, governino il paese e la complessità del reale.

    Se il Pd si assoggettasse alla chiamata alle armi dei poteri morti e dei Robespierre della carta stampata, e fornisse appoggio esterno alla totalità del programma, perinde ac cadaver, avremmo che ad ogni sussulto di dignità (umana prima che politica) e resistenza degli eletti del Nazareno, i grillini avrebbero davanti l’autostrada del “non ci fanno lavorare, golpe!”, ed al prossimo turno elettorale il Pd si estinguerebbe. Se invece vi fosse “obbedienza cieca, pronta ed assoluta” (come diceva Giovannino Guareschi dei comunisti trinariciuti) al programma grillino, il Pd si estinguerebbe comunque, per manifesta inutilità, magari dopo la transumanza di suoi esponenti nel Movimento.

    Per questo serve che M5S e Lega, individualmente dopo aver risucchiato correnti e spezzoni “responsabili” di altri partiti oppure in coppia, entrino nella stanza dei bottoni di questo paese, e tentino di applicare il loro programma, per le parti ampiamente sovrapponibili. Che poi sono tutte quelle dove il collante è la spesa pubblica ed il deficit, quindi molte ed ampie.

    Si è detto che il successo del voto ai grillini ha tra le determinanti principali il ricambio radicale della classe politica ed una disperata “domanda di welfare”, per usare un morbido eufemismo che serve a non tirarsi addosso accuse di razzismo. E sia. Ora è tempo che i nostri eroi procedano. Se non a questa legislatura, alla prossima. Serve davvero un monocolore grillino, a cui magari arrivare con più rispetto della democrazia, ma quello deve essere l’esito. Raggiunto il quale, il Movimento potrà misurarsi con la realtà, e rimangiarsi tutte le mirabolanti promesse di nuovo deficit. Oltre, secondo un classico schema italiano, incolpare qualche “agente ostruente esterno” per gli insuccessi che il governo Di Maio andrà a mietere. Spoiler: quell’agente è la realtà, ovviamente. Discorso pressoché identico per una Lega mangiatutto di Matteo Salvini.

    L’unica terapia, per un paese che ha deciso maggioritariamente di applicare l’antico motto sessantottino “siate realisti: chiedete l’impossibile” è la prassi del governo in solitaria. Con questo non intendo negare che nel paese esistano ampie e forse crescenti aree di disagio, a cui bisognerà dare risposta. Ma è del tutto evidente che in Italia si è formato un processo perverso di ipertrofia delle aspettative che non potrà che finire male, o molto male.

    Quella è stata la fine di Matteo Renzi: legato alla realtà del governare, i suoi proclami panglossiani si sono scontrati contro l’evidenza di miglioramenti ben inferiori a quanto rivendicato ma soprattutto contro una macchina propagandistica inesorabile, quella grillina, che ha lavorato per un’intera legislatura a gonfiare in modo patologico le aspettative dell’elettorato contando (ripetiamolo) sulla deprivazione (culturale prima che economica) del medesimo, cioè su un altrettanto patologico tasso di credulità popolare. Per questo motivo, l’unico approdo possibile è un governo monocolore grillino o lepenista salviniano. Ma anche un bicolore di queste due forze anti-realtà andrà benissimo.
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    dice che Berlusconi ha dimostrato qualche apertura nei confronti dell'ipotesi di un accordo coi pandistelle
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    CITAZIONE (reckless @ 16/3/2018, 17:42) 
    vado ai Navigli.

    Dove ho beccato il miglior albergo della mia vita ed ovviamente locali per tutti i gusti.
    Mi sto innamorando di Milano.
    Meno entusiasta il portafogli
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    CITAZIONE (jakmandolino @ 16/3/2018, 17:06) 
    Milano è attrezzata solo per ricevere gente il cui pernottamento è a carico dell'azienda, e che quindi non bada a spese né a romanticherie. Come ristoranti invece va meglio..
    Io son sempre stato turista in giornata a Milano, quasi sempre per le mostre a palazzo Reale. Ho pernottato solo una volta, dopo un concerto all'alcatraz: prezzo medio, per una topaia rumorosissima e senza colazione, una tristezza.
    Per mangiare, oltre ai Navigli direi anche la zona Garibaldi (sia a nord, Isola, sia a sud..spesso vado alla filiale milanese di Pescaria..)

    C'hai ragione.
    È che avevo sbagliato quartiere.
    Ho disdetto tutto, vado ai Navigli.
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    Mettendo insieme l'esito dei contatti che ho avuto finora con albergatori e ristoratori,
    la funzionalità dei siti web di musei ed altre attrazioni e delle strutture recettive,
    le recensioni che leggo in giro,
    Milano ne esce finora come la città peggio attrezzata d'Italia per ricevere turisti.
    Il paragone con Napoli è imbarazzante, ha ragione Ningun, i veri terroni (nel senso spregiativo del termine) stanno in Lombardia
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    Insomma proprio 'na merda 'sta Milano.
    Non c'è niente, fai fatica pure per mangiare
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    Zefiro,
    lo Stato nazionale (qualsiasi Stato nazionale) una ed una sola cosa deve fare: gestire il proprio bilancio.
    Non c'è altro.
    Perché possiamo scrivere pure un bellissimo codice civile che preveda che chiunque cagioni un danno ne risponda eccetera, ma se poi non mettiamo su un tribunale quel bel diritto rimarrà lettera morta.
    E se decidiamo di metter su un tribunale, dobbiamo anche decidere chi lo paga.

    Se non parliamo di soldi, il diritto smette di essere diritto ed è soltanto letteratura.

    Poi, ovviamente, ci sono tutta una serie di impostazioni e teorie su come lo Stato debba impostare la propria politica fiscale (cioè come decidere a chi dare ed a chi togliere) e qui in effetti si entra nel campo delle cose astratte.

    La più astratta di tutte è proprio questa:

    CITAZIONE (Zefiro80 @ 15/3/2018, 11:45) 
    (banalmente: se la gente non ha soldi non può spendere, e se non può spendere l'economia non gira perché anche chi sta dal lato del venditore troverà più difficile reperire acquirenti).

    Io domani ti regalo 1000 euro per andare a comprare le pesche.
    Chi me li dà?
    Magari decido di farli pagare al fruttarolo, sotto forma di tasse.
    E quello allora dice sai che c'è, io chiudo così non pago le tasse.
    E tu così con i tuoi 1000 euro vai al mercato e non trovi più nulla da compare.

    Il progresso economico in ogni tempo e luogo è sempre dipeso da una cosa soltanto: dall'innovazione tecnologica.
    Se non avessimo aumentato le rese agricole di 1000 volte, col cavolo che facevamo colazione con le gocciole al mattino.
    Se non avessimo inventato il telaio meccanico, col cavolo che indossavamo tutti la t-shirt di cotone.
    Se non avessimo inventato il computer... vabbe', ci siamo capiti.

    Al limite potremmo anche decidere di cominciare a stampare moneta per tutti (a proposito, chi lo paga il tipografo?) ma quando domani l'avremo distribuita, se non ci sarà nessuno a produrre ed innovare, il miglior utilizzo che potremo fare di quelle banconote sarà intrecciarle tra loro come vimini per ricavarne un secchio con cui andare ad attingere l'acqua da qualche sorgente come si faceva nella preistoria.

    Ora, va benissimo discutere di domanda, offerta, distribuzione, servizi e fiscal compact,
    ma se perdiamo di vista quel paio di cose semplicissime e vere per definizione (cioè che i beni e servizi che consumi qualcuno dovrà produrli, e che Lo Stato si occupa di redistribuire i guadagni che gli derivano dalla produzione organizzata di quei beni e servizi) quando ci metteremo a parlare di diritto ed economia staremo parlando ogni volta semplicemente del nulla.
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    CITAZIONE (Zefiro80 @ 14/3/2018, 12:33) 
    (mi viene da pensare: un diverso modo di gestire la crisi, con un occhio più attento alle situazioni che si vengono a creare in concreto piuttosto che guardare unicamente dati astratti di bilancio dello Stato che - da soli - non sono in grado di descrivere il miglioramento o il peggioramento delle condizioni della società).

    Volevo fare un altro intervento ma questo passaggio mi ha praticamente stregato.
    Non riesco proprio a capire cosa ci sia di astratto nei dati di bilancio, visto che si tratta dei soldi che utilizzi per pagare polizia, insegnanti, magistrati, e poi ancora le attrezzature sanitarie presso gli ospedali, i veicoli dei vigili del fuoco, i costi di manutenzione della rete idrica e non mi dilungo oltre perché arriverei a descrivere analiticamente mezzo pil.

    ci siamo abituati all'idea che l'unica cosa di concreto che esista siano i diritti (che di concreto ovviamente da soli non hanno un bel nulla), dimenticandoci che dietro al diritto di uno c'è sempre qualcun altro che deve farsi il mazzo.

    la politica di quello si occupa: di chi deve farsi il mazzo
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    Sabato e domenica prossimi sarò a Milano da turista insieme a mia moglie.
    Ci sono stato solo un paio di volte nella vita e sempre di passaggio, in pratica conosco solo il Duomo, la Galleria, la stazione ed un po' i navigli.
    Uniche tappa programmate per questa volta sono la pinacoteca di Brera e, se il tempo lo permette, Parco Sempione.
    Per il resto, sono qui a richiedere vostri consigli innanzitutto su dove cenare (no roba stellata comunque di troppe pretese, ma neanche bettole) e poi anche su altre cose anche meno note da fare o visitare.
    Tutto quello che vi viene in mente.
    Ma chi conosce la città pensi anche a non lasciami a pancia vuota.
    Alloggeremo in zona Brera.
    Grazie in anticipo
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    ok, ho trovato la soluzione.
    il PD si divide in un'ala liberale ed una diciamo così socialista, in cui confluisce Leu.
    quest'ultima si allea con M5S e fa il governo.
    in alternativa, è l'ala liberale che si allea con il centrodestra, anche se questa la vedo più difficile perché salvini e liberale nella stessa frase non stanno benissimo insieme...
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    CITAZIONE (Nicola2005 @ 7/3/2018, 21:40) 
    Non avendo la maggioranza parlamentare, spetta ai 5s cercare di formare il Governo. Proporranno una piattaforma programmatica e inviteranno le forze presenti in Parlamento a convergere sul loro programma.
    Qual è la forza politica più vicina ai programmi dei 5s tra quelle esistenti in Parlamento?
    Direi il PD o quel che ne rimane, come dimostra il fatto che milioni di elettori hanno abbandonato il PD perché non si sono più sentiti rappresentati da quel partito.
    Il PD non consentirà la nascita del nuovo governo a guida 5s? (ma vorrò vedere il PD fregarsene degli appelli alla responsabilità di Mattarella.... ;) )
    Si andrà di nuovo ad elezioni tra 6 mesi e il PD dovrà rendere conto ai suoi elettori di sinistra perché non converge su reddito di cittadinanza, ambientalismo, lotta alla corruzione e agli sprechi, tagli delle indennità parlamentari, etc. e ai suoi elettori di centro perché causa l'instabilità del Paese e rafforza Salvini....
    Prevedo che qualche altro milione di elettori del PD voterebbe 5s.

    Partendo da questi presupposti, le tue conclusioni (e previsioni) sono certamente condivisili.
    Ma è proprio sui presupposti che si possono nutrire dei dubbi.
    Per ora i pandistelle hanno smentito che ci sia una piattaforma programmatica da proporre al PD, ma anche al di là di questo, mi pare evidente che le divergenze sono più profonde e riguardano qualcosa di diverso.

    Capisco che parte dell'elettorato del PD abbia virato verso M5S, tuttavia:
    - li recuperi questi, se diventi la stampella del M5S?
    - si può davvero escludere che tra i potenziali elettori del PD ve ne siano altri, in percentuale anche significativa, che invece vorrebbero vedere andare il partito in direzione contraria, abbracciando istanze più liberali?

    Poi è vero, ci sarebbe lo spauracchio delle elezioni anticipate, dove una volta acclarato che il PD non ha più neanche lontanamente i numeri per (né avrebbe mostrato la volontà di) governare, molti potrebbero scegliere il voto utile al centrodx o ai pandistelle. Ma da qui ad allora c'è anche il tempo di presentarsi con vertici e programmi rinnovati ed eventualmente costruire alleanze meno compromettenti.

    In ogni modo, il mio non era un pronostico ma, per una volta, l'espressione di una preferenza personale. Io apprezzerei di più un PD all'opposizione, poi ovviamente, che se la vedano loro.
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    CITAZIONE (Nicola2005 @ 7/3/2018, 19:57) 
    CITAZIONE (reckless @ 7/3/2018, 14:29) 
    Comunque è pazzesco, chiunque vinca le elezioni, le responsabilità sono sempre del PD.
    Per quanto colmo di personaggi discutibili, il partito si guadagna il mio rispetto se manda a fare in culo M5S e centrodestra senza se e senza ma. Magari in streaming

    Se posso dire, anche il diritto di mandare a fanculo qualcuno bisogna guadagnarselo e Renzi si è comportato con tale arroganza che non se l'è guadagnato.
    Quindi, per quel che vedo, o adesso il PD farà da ruota di scorta al governo dei 5s, o quando si dovesse tornare a votare alle elezioni di fine anno scenderà sotto il 10% (e i 5s andranno al 50%).

    Ben rivisto Nicola, avevo provato ad evocarti mi pare in qualche discussione, ma ci sono volute le politiche a farti saltare fuori ;)

    Il PD non è Renzi, e Renzi non è il PD.
    Ma a volerla dir tutta, lo stesso Renzi quel diritto potrebbe esserselo guadagnato andando in streaming qualche anno fa.
    Tra gli elettori del PD sui social sta dilagando l'hashtag #senzadime, riferito ad un eventuale accordo con M5S.
    Se seguissero davvero questa linea, il mio voto lo guadagnerebbero, perché dimostrerebbero che la coerenza stavolta è venuta prima dell'attaccamento alla poltrona.
    E la coerenza per me è molto importante.
    Spetta ai vincitori formare il Governo, credo che su questo punto ci sia poco da discutere

    Edited by reckless - 7/3/2018, 21:12
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    Per me sopravvaluti l'importanza del dato formale.
    L’orientamento generale dell'assemblea costituente era favorevole al sistema proporzionale, ma non sembrò necessario costituzionalizzarlo, fissando piuttosto norme più adattabili all'evolversi della situazione. La costituzione prevede il meccanismo della fiducia e tutto, ma anche se questa sembra presupporre il sistema proporzionale, rimane comunque compatibile con un sistema maggioritario. Per volontà stessa dei costituenti.
    Forse qualche spunto in più potremmo ricavarlo dai regolamenti parlamentari ma ripeto: qui si sopravvaluta il dato giuridico, mentre il diritto finisce dove inizia la politica (altrimenti ad esempio i sindacati dovrebbero essere registrati e chi uccise Mussolini avrebbe dovuto essere processato per omicidio). Se i vari schieramenti si presentano agli elettori come schieramenti che vogliono governare, e questo non è incompatibile con la Costituzione, allora be', la convinzione comune, per la quale il voto va ad un governo, non è poi tanto sbagliata.
    D'altra parte l'elettore, per quanto uno voglia averlo in disistima, ha capito benissimo che adesso bisogna trovare un accordo (ascoltavo ieri il titolare di un negozio di abbigliamento, quindi non esattamente un costituzionalista, che parlava di una camera alla Lega ed una al M5S, con ministri in maggioranza a quest'ultimo e Di Maio premier).
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    Comunque è pazzesco, chiunque vinca le elezioni, le responsabilità sono sempre del PD.
    Per quanto colmo di personaggi discutibili, il partito si guadagna il mio rispetto se manda a fare in culo M5S e centrodestra senza se e senza ma. Magari in streaming
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