La vittoria dei 5stelle: solo un fuoco di paglia?

l'interessante analisi del voto di Federico Fubini

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    Le ricette economiche
    Sud, il dilemma del Movimento
    I 5 Stelle e l’assenza di una ricetta per non deludere gli elettori del Sud
    di
    Federico Fubini

    Forse non era mai successo prima che il Mezzogiorno riuscisse a contare tanto nel governo del nostro Paese. Possono infatti restare dubbi su come esso verrà formato, ma non sul fatto che in qualunque maggioranza il Movimento 5 Stelle sarà determinante perché ha quasi il doppio dei voti del secondo e del terzo partito. Se quello oggi è il primo gruppo in Parlamento, deve ringraziare il territorio sotto Roma che da solo formerebbe il quinto Stato più grande dell’area euro.

    Senza il Mezzogiorno, le elezioni avrebbero deluso M5S. Rispetto alle legislative del 2013 il Movimento ha perso voti in Piemonte, Veneto e Liguria, ed è crollato in Friuli-Venezia Giulia. Al Nord nel complesso ha fatto fatica ed è riuscito a prevalere solo grazie a un balzo dal 26% al 47% nel Mezzogiorno. Il gruppo sociale nel quale si è imposto più nettamente non sono i disoccupati, ma quello meno esposto ai rigori della globalizzazione: gli statali fra i quali, stima Ipsos, il 40% ha preferito la forza di Luigi Di Maio..

    Per radicarsi e consolidare il proprio ruolo come cardine del sistema politico, M5S ora dovrà dunque rispondere alle speranze di milioni di elettori in Campania, Sicilia, Calabria, Puglia o Sardegna. La ricetta è nota: il reddito di cittadinanza, in qualunque forma dovesse realizzarsi. Ma per capire se un’idea del genere abbia una possibilità di fare la differenza, è il caso di ricordare quale sia la situazione nell’area di venti milioni di abitanti che oggi chiede un governo nel proprio interesse.

    Il Mezzogiorno sta vivendo una ripresa, un po’ più lenta rispetto al resto del Paese, dove a sua volta è più lenta rispetto al resto d’Europa. Vanta alcuni distretti competitivi, segnala Intesa Sanpaolo, come la meccatronica e l’agroalimentare in Puglia o la mozzarella di bufala campana. Ma niente di tutto questo cambia il quadro di fondo: gli anni dell’euro al Sud hanno coinciso con una catastrofe economica con pochi paragoni nella storia europea. Dall’inizio del secolo il Meridione è rimasto indietro rapidamente: in termini di reddito lordo, ha perso un terzo sulla media dell’Unione europea, il 30% sulla Germania, il 27% sull’area euro e circa il 40% sulla Spagna; l’arretramento sul centro-nord dell’Italia è stato di oltre dieci punti, persino sulla Grecia di cinque (i dati sono basati su stime della Svimez).

    In tutta Europa solamente in Campania, Calabria e Sicilia metà della popolazione o oltre viene considerata da Eurostat a rischio di povertà e di esclusione sociale. La stessa agenzia europea mostra che, stimando il reddito per abitante in proporzione al costo della vita, il Mezzogiorno ormai viaggia al livello della Lettonia, più indietro della Lituania e dell’Ungheria, quando vent’anni fa era molto più avanti. Nel 2015 circa quattro abitanti del Sud su dieci non avevano mai usato Internet, sempre secondo Eurostat, valori registrati solo in una singola regione greca e in parti della Romania.

    Criticare e ancor meno deridere non avrebbe senso. Per motivi che hanno poco a che fare con Bruxelles o Francoforte, l’esperienza del Mezzogiorno nell’euro finora è stata un drammatico fallimento ma adesso il tempo stringe: dall’inizio del secolo quest’area ha visto emigrare un decimo dei suoi abitanti, i più dinamici e istruiti. E provateci voi a vendere una casa, quando tanta gente vuole andarsene. Al Sud milioni di famiglie hanno profuso i loro risparmi in immobili che oggi hanno un valore di mercato residuale. Di Maio probabilmente si rende conto che nessun tipo di reddito di cittadinanza basta a correggere un quadro del genere e a preservare la fiducia riposta in lui dagli elettori. Se non vuole che la speranza si trasformi presto in delusione e la forza dei 5 Stelle si riveli effimera, deve pensare a qualcos’altro. Per esempio può guardare ai contratti di lavoro, che in Italia sono ancora definiti a livello nazionale in circa l’80% dei casi. In teoria questa centralizzazione nata con il fascismo servirebbe a garantire una presunta uguaglianza fra lavoratori, anche se finisce soprattutto per scoraggiare l’investimento laddove l’efficienza è minore ma i costi del lavoro no.

    È anche possibile che i sindacati abbiano sempre rifiutato l’idea di allineare i salari alla minore produttività e ai costi della vita ridotti del Sud per evitare delocalizzazioni dal Nord. Ma oggi che dal Veneto o dal Piemonte si può comunque spostare un impianto in Slovacchia o in Romania, è ora che questo tabù nazionale ai danni del Mezzogiorno cada.
    Si presenta poi un altro modello per il Sud: il Portogallo, che esenta dalle imposte sui redditi tutti i pensionati europei purché passino lì almeno sei mesi l’anno. Quella misura sta attirando decine di migliaia di persone verso Lisbona, rianimandone il mercato immobiliare, il lavoro nelle costruzioni, i servizi. È una concorrenza fiscale giocata sulle persone, così come l’Irlanda la pratica sulle imprese. Ma per l’Italia e il Mezzogiorno non è più tempo di andare per il sottile.

    www.corriere.it/politica/18_aprile_...ca1ebe852.shtml

    Un'analisi interessante del voto, specie di quello del sud Italia.
    Che i 5stelle avessero stravinto al sud, infatti, lo avevamo capito tutti.
    Che invece avessero perso voti al nord, forse, ero l'unico a non averlo capito.

    Orbene, se avesse ragione Fubini, considerato che non sarà per nulla facile per Di Maio risolvere la "questione meridionale" (non lo sarebbe per chiunque, figuriamoci per lui...), è prevedibile ipotizzare che il successo elettorale dei 5stelle sarà alquanto effimero!

    TRUMAN

    Edited by - Truman - - 9/4/2018, 09:19
     
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    in emilia romagna, dove elessero il primo consigliere regionale della loro storia, erano già passati di moda cinque anni fa.
    ma credo che più che un'emorragia di voti pentastellata si tratti stavolta di un'affermazione di salvini, per capire la quale credo occorra capire la visione che ormai hanno in nord italia dell'immigrazione
     
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    enfant terrible

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    Immigrazione, al nord.
    Reddito di cittadinanza, al sud.
    E' impressionante vedere come l'offerta (e la domanda) politica si sia semplificata.
    E, soprattutto, quanto poco ci voglia, ormai, ad ottenere il consenso (e a perderlo...).

    Personalmente, a Di Maio e/o a Salvini non farei amministrare neanche il mio condominio!

    TRUMAN
     
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    Panebianco sul corriere (ma io "quoto" da Il Post) dà questa interpretazione:

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    Scherzando ma non troppo si può dire che le consultazioni al Quirinale e gli incontri in vista della formazione del governo abbiano il grave difetto di non coinvolgere tutti quelli che dovrebbero essere coinvolti. A quelle consultazioni e a quegli incontri dovrebbero partecipare anche le delegazioni dei «poteri forti», gli unici poteri forti sopravvissuti in Italia: i vertici delle magistrature (ordinaria, amministrativa, costituzionale) e la dirigenza amministrativa. Gli orientamenti di queste tecnostrutture statali sono cruciali. Può anche formarsi un governo senza la loro benedizione ma in tal caso la sua navigazione sarà inevitabilmente agitata e precaria, e i suoi esponenti saranno costantemente a rischio di decapitazione politica.

    La centralità di quelle tecnostrutture mi fa pensare, contro l’opinione di molti, che il Movimento 5 Stelle (il cui successo è soprattutto, a mio giudizio, un sottoprodotto, un «effetto collaterale», dell’operato di quelle tecnostrutture) non sia affatto l’equivalente di una bolla speculativa, ossia un fenomeno destinato a sgonfiarsi con la stessa velocità con cui è cresciuto. Con la fine della Guerra fredda finì anche l’era del predominio dei partiti sulla vita pubblica. Ma poiché la politica non ammette vuoti, quel vuoto venne rapidamente riempito dalle suddette tecnostrutture statali. Negli ultimi trenta anni la «politica rappresentativa» è diventata debole e ricattabile. Ha dovuto cedere ampie fette di potere all’ amministrazione e alle magistrature.
     
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  5. ARANCIA.meccanica
     
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    Ma davvero credete nel movimento 5 stelle?
    È un partito, ma lo chiamano movimento.
    Parlano male di tutti, ma poi cercano alleanze a destra e manca.
    Propongono alleanze, ma le chiamano contratti (forse oltre alla Costituzione, non hanno mai sfogliato un codice civile).
    Sono contrari alla spartizione delle poltrone, ma delle 2 disponibili, una è andata a loro.
    Ma davvero? :ph34r:
     
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    [Il retroscena] E Grillo-conte Ugolino alla fine mangiò il figlio Giggino
    Tempo scaduto per il giovane di Pomigliano. Il Movimento torna al vaffa. E al voto. Intanto nel Pd la tregua dura poco più di dodici ore. Dopo l'affondo del comico, Renzi dice "fiero di aver evitato accordo". Franceschini: "Riflessione superficiale e sbagliata". Un piano per spingere l'ex segretario fuori dal partito?. In campo anche Veltroni: "Avrei voluto un governo Pd-M5s a guida Cantone...."

    di Claudia Fusani, giornalista parlamentare

    "E la bocca sollevò dal fiero pasto....". Viene in mente il Conte Ugolino e il XXXIII canto dell'Inferno - dove il nobiluomo pisano è raffigurato chiuso nella torre costretto dalla fame a cibarsi dei propri figli - quando, dopo due mesi di silenzio, si legge di Beppe Grillo che chiede il referendum per uscire dall'euro. Il "figlio" in questione è Luigi Di Maio da ieri prima vittima di cannibalismo politico in casa 5 Stelle.
    Dopo due mesi di tira e molla tra Salvini - per 45 giorni - e il Pd - 5 giorni - il capo politico dei 5 Stelle è oggi costretto a barricarsi nella richiesta, anche un po' sguaiata e poco rispettosa, del "voto a giugno" convinto di trascinare finalmente il Paese "a quel ballottaggio tra noi e la Lega che i cittadini chiedono di poter fare". Da lunedì 30 aprile, dopo l'intervista chiarificatrice di Matteo Renzi circa l'impossibilità di un governo Pd- M5s, Di Maio spara a zero su tutti, Berlusconi e Renzi ovviamente, ma anche su Salvini e la dirigenza Rai. Dipende dove porta il sentimento rilevato quel giorno dagli algoritmi della piattaforma Rousseau.
    Nei piani della Casaleggio è ancora lui, Giggino, l'uomo su cui scommettere. Ma non c'è dubbio che 60 giorni di trattative, ondeggiamenti di qua e di là e compromessi, ne abbiano logorato freschezza, credibilità ed appeal. L'intervista ieri di Grillo è, forse, la mazzata finale sulla sua leadership che già tanto indigesta era risultata quando fu decisa. Il segnale alle truppe di cambiare cavallo e partita. Perché quella roba là - i punti, il contratto, il tavolo, le dichiarazioni istituzionali, le giacche e le cravatte - non fa per loro. "Noi non vogliamo governare - dice Grillo a Putsch, giornale francese on line dedicato alla cultura. "Noi vogliamo dare alle persone gli strumenti per rappresentarsi da sole. Con la nostra Rousseau si fa un referendum ogni settimana senza dover raggiungere un quorum. Se ci danno i mezzi per farlo, non abbiamo bisogno del potere. Il poter deve essere ridistribuito dal basso. Questo è il Movimento 5 Stelle".

    All’insaputa di tutti
    Interessante la scelta di camuffare un messaggio chiaramente politico e destinato a segnare lo stallo politico in Italia con un'intervista ad un settimanale culturale francese. Il giornalista lo incontra in una tappa del tour teatrale Amnesia Tour. La dice lunga, anche, il fatto che il potente ufficio comunicazione dei 5 Stelle nulla sapeva della pubblicazione dell’intervista. Ed è stato complicato ieri per Rocco Casalino gestire il messaggio devastante rovesciato sul tavolo delle trattative da Beppe Grillo. Dopo aver detto che i 5 Stelle “non vogliono governare”, l’attore ha precisato altri due punti. Il primo: serve un referendum sull’euro. “Voglio che il popolo italiano si esprima: bisogna uscire o no dall’euro? C’è un piano B?”. Parole che fanno polpette delle promesse atlantiste ed europeiste fatte da Di Maio nelle varie consultazioni di questi due mesi. Il secondo punto sottolineato da Grillo è che la legge elettorale, il Rosatellum, “è stato un colpo di stato”. Insomma, un gigantesco vaffa dopo mesi di cravatte, camicie bianche e colli inamidati. Un gigantesco contropiede che spiazza i governisti a 5 Stelle e il loro leader Luigi Di Maio.

    La replica
    Lo staff comunicazione impiega ore per imbastire una replica. La parola d’ordine è sdrammatizzare. “Grillo è uno spirito libero e lo conosciamo tutti – puntualizza Di Maio quando è già pomeriggio – ma la linea sull’Europa e sull’euro resta sempre la stessa: cambiare tutto”. L’imbarazzo è grande.

    Fuori dall’ufficialità, l’analisi è spietata. “Grillo oggi ha dato una botta ai governasti, non è possibile equivocare” dice una parlamentare di vecchio corso. “Solo Grillo, del resto, può scalzare Di Maio dalla leadership” - spiega una fonte della Comunicazione: “I rapporti tra Grillo e Davide Casaleggio sono pessimi. Ormai il Movimento ha due facce e due anime: da una parte Casaleggio e Di Maio; dall’altra Grillo, Fico e Di Battista. L’ala governista, cui era stata concessa una grossa apertura di credito, è, da oggi, ufficialmente in mora per non aver saputo capitalizzare il 32% ottenuto il 4 marzo”. La svolta governista è stata mal digerita dalla parte più ortodossa. Fallito il progetto, i movimentisti cercano il riscatto. “Il problema ce l’ha Di Maio, è bruciato” sentenzia la fonte 5 Stelle “Grillo lo ha sostenuto finora, non lo ha voluto intralciare. La verità è che un accordo politico con chiunque, anche il Pd, sarebbe stato un boccone troppo amaro da digerire”. Ora è bomba libera tutti. E un ritorno al vaffa delle origini. “A Grillo non frega nulla dell’euro – sottolinea un ex 5 Stelle. Per Walter Rizzetto, uscito dal Movimento nel 2015 e ora rieletto con Fratelli d’Italia, quello di oggi è “un messaggio in codice per gli addetti ai lavori, l’arma per colpire Di Maio che ultimamente ha detto il contrario e far capire che non è più il nome su cui puntare”.

    La Dibba-strategia
    Grillo ritorna prima che Salvini, improvvisando una conferenza stampa a Milano nella sede di via Bellerio, metta sul piatto la proposta di un esecutivo “fino a dicembre 2018” con un’agenda di cinque punti: legge elettorale, scongiurare l’aumento dell’Iva e accise varie; legge di stabilità, cancellazione della Fornero e ridare centralità agli interessi italiani rispetto all’Europa. Un’ultima chance per Di Maio di realizzare il sogno, suo e di Casaleggio, di entrare a palazzo Chigi. A cui però i 5 Stelle non rispondono. Ormai hanno un solo, unico piano: il voto subito, addirittura a giugno. “Non facciamo governi balneari o di scopo. Salvini ha sprecato la sua occasione” dice in serata Toninelli. E’ l’ultima risposta.
    La porta aperta alle alleanze si è chiusa. Tornano più chiare le parole pronunciate qualche giorno fa da un importate dirigente del Movimento. Erano ancora i giorni in cui l’accordo con il Pd sembrava cosa fatta. “Al Pd sta bene anche Di Maio premier, tanto sarà un governo breve e cosa c’è di meglio per logorare un leader se non farlo governare? E così noi a quel punto avremo pronto Di Battista”. Che ha messo a segno interventi mirati – ad esempio “Berlusconi male assoluto” – per far saltare quella che per qualche giorno era cosa fatta: un patto di governo 5 Stelle-centrodestra.

    La rabbia di Veltroni
    Spifferi che scendono dal Colle dicono che il Presidente avrebbe già pronta la lista che lunedì sottoporrà ai leader convocati per l’ultima consultazione. Il governo del Presidente, con ministri tecnici. Opzione che il Pd è disposto ad accettare. “Quello che deciderà Mattarella” è il refrain di giornata. Segnata da una ripresa immediata delle ostilità interne tra Renzi e Franceschini.
    Un Walter Veltroni molto critico con la dirigenza del Nazareno, in serata ospite di Lilli Gruber a “Otto e mezzo”, manda un ultimo messaggio. “Fosse stato per me avrei detto ai 5 Stelle di votare alla presidenza del Senato Emma Bonino che loro avevano anni fa indicato alla guida del Quirinale. E oggi avrei proposto un governo Pd-5 Stelle con Raffaele Cantone premier”. Un’ipotesi circolata qualche settimana fa prende corpo nelle parole del fondatore del Pd. Che avvisa: “E’ sbagliato stare sull’Aventino così come dare l’idea di correre in modo disperato dietro agli altri. Anche con il 18% il Pd ha il dovere di presidiare un campo che si chiama sinistra”. E’ un rimprovero alla linea di Renzi (“deve stare dentro e rispettare la collegialità”). E’ un avviso a tutti: “Il Pd è molto fragile, come una farfalla. Bersani stava sbagliando quando stava per fare una cosa troppo simile ai Ds, ora il rischio è che sia troppo simile alla Margherita facendo perdere l’idea originaria di far incontrare linee e culture diverse”. Basteranno le parole del fondatore a spengere una volta per tutte le ostilità? Renzi ieri mattina, dopo l’affondo di Grillo, ha rivendicato a sé “l’onore e l’orgoglio di aver evitato l’accordo con i 5 Stelle che hanno ripreso insulti e follie appena hanno capito che non andranno a palazzo Chigi”. Immediata la replica di Franceschini: “E’ una riflessione sbagliata e superficiale”. La tregua è già finita.

    http://notizie.tiscali.it/politica/articol...figlio-Giggino/

    Dopo aver giocato per mesi alla politica dei "due forni" di andreottiana memoria, restando con un sacco di farina in mano e senza pane, il giovane Di Maio (insieme ai vari Crimi, Taverna, Fraccaro, Toninelli, etc.) chiede adesso a gran voce che si torni a votare subito, perché sa bene che, se la legislatura non finisce immediatamente, lui, non potendo dire che non è mai nata, si è giocato il suo secondo (e - da statuto - ultimo) mandato parlamentare, senza andare al governo.
    Quanto a Di Battista, si era capito subito che il suo passo indietro era finalizzato a non fare la fine di Di Maio.

    Si spacciano per movimento di cittadini, ma sono solo un partito (rectius: comitato elettorale), senza alcuna democrazia interna, fatto di gente senza arte, né parte, che si nutre dell'impresentabilità di un PD a guida renziana che non sa a quale albergo impiccarsi e di un centrodestra legato ancora a doppio filo ad un Berlusconi politicamente agonizzante; un partito di protesta, che ancorché nato con le migliori intenzioni, si è trasformato in un ufficio di collocamento politico per nullafacenti ambizioni e arroganti che, dopo aver promesso redditi di cittadinanza a pioggia e più felicità per tutti, qualora entrassero davvero nella stanza dei bottoni, sarebbero destinati inevitabilmente al fallimento.

    Del resto, cosa ci si poteva aspettare da un partito fondato da un comico?

    TRUMAN

    Edited by - Truman - - 6/5/2018, 12:09
     
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    Annalisa

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    i M5S sono espressione di un periodo storico in cui la conoscenza (e l'ignoranza) sono state profondamente amplificate da internet ... è una questione di gestione delle informazioni che sono troppe e discordanti, e invece di imparare a discernere si finisce per non distinguere tra quello che ci piacerebbe (o che ci affascina) e quello che effettivamente è.

    Io penso che credano davvero in quello che dicono...tutti (o quasi tutti, và).... e questo mi preoccupa ancora di più O_o
     
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  8. Ningun
     
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    Il PD invece è un partito perfetto, soprattutto, pieno di gente onesta..
     
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    Annalisa

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    CITAZIONE (Ningun @ 6/5/2018, 16:24) 
    Il PD invece è un partito perfetto, soprattutto, pieno di gente onesta..

    Perdonami la franchezza, ma la tua è proprio la tipica risposta priva di qualsiasi sostanza che si legge in giro. -_-


    Innanzitutto, quando si muove una critica, sarebbe buona norma argomentare e non dire "e però quello fa così"... mia figlia, a 6 anni, quando la rimprovero, si difende adducendo a giustificazione il comportamento peggiore di qualche sua amichetta...tra adulti mi aspetterei di non veder replicato questo comportamento. Si, ne sono consapevole, è la prassi ormai sul web...ma resta comunque una replica da bambini.


    In secondo luogo, (a parte la considerazione che la prima forma di onestà sarebbe non accollarsi un lavoro per il quale non si è preparati) l'onestà (cosa meravigliosa) da sola non basta. Non basta in politica, come non basta in nessuna attività che si voglia svolgere in maniera professionale.

    Questo, per me, è stato il più grande limite dei 5 stelle (limite al quale, forse, oggi hanno intenzione di porre rimedio): noi avevamo (e abbiamo) bisogno di politici preparati e onesti (perché la mancanza di professionalità non è un problema solo grillino), loro hanno puntato tutto solo sull'onestà. La professionalità non esiste, anzi peggio, la professionalità è un disvalore perché chi ha avuto determinate esperienze lavorative non ha acquisito competenza, ma svolge il lavoro che svolge perché sicuramente è raccomandato e colluso.

    Ci siamo ritrovati invasi da persone che scimmiottano Grillo e vanno a caccia di menzogne in lungo e in largo senza avere nemmeno la capacità di distinguere tra inciucio e accordo, tra raccomandazione e segnalazione, senza accettare che le verità assolute sono poche e che questo è un mondo di equilibri tra posizioni contrapposte e in larga parte legittime.

    Con questo non voglio dire che la politica debba essere una cosa da vecchie volpi, ben vengano le nuove leve... ma le nuove leve devono avere la consapevolezza di cosa gli manca, e devono voler lavorare per imparare a essere dei bravi politici professionisti... ma se il messaggio che passa è che l'onestà è tutto quello che ti serve, allora siamo destinati ad avere una classe politica che non potrà che essere sempre più mediocre ...

    E se è vero che la nostra classe politica ha toccato il fondo, con i grillini ha decisamente cominciato a scavare :huh:
     
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    Mi basterebbe 1/10 del QI di quest'uomo (Nikola Tesla)

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    Con questo non voglio dire che la politica debba essere una cosa da vecchie volpi, ben vengano le nuove leve... ma le nuove leve devono avere la consapevolezza di cosa gli manca, e devono voler lavorare per imparare a essere dei bravi politici professionisti... ma se il messaggio che passa è che l'onestà è tutto quello che ti serve, allora siamo destinati ad avere una classe politica che non potrà che essere sempre più mediocre ...

    Mi trovo d'accordo con la tua analisi e riporto solo questo passaggio perché secondo me riassume tutto il pensiero espresso.
    Detto questo... dove sta questa professionalità ed esperienza al giorno d'oggi?
    Posso vedercela (nel bene o nel male) in chi ha ricoperto, negli anni il ruolo del Ministro dell'Economia (a parte Padoan che mi ha suscitato qualche perplessità da questo punto di vista, ma non ho elementi per stabilire se è una impressione fondata o meno). Nel bene o nel male, senza entrare nel merito delle politiche adottate, si può dire che in generale i ministri dell'Economia erano preparati sia sul piano tecnico che su quello politico.

    Ma per gli altri dicasteri? Negli anni abbiamo visto esponenti politici ricoprire la posizione di ministro per un settore importante ma spesso bistrattato (specie Sanità e Istruzione) dove spesso e volentieri chi ricopriva l'incarico manco aveva le competenze base del settore (io ritengo che bisogna avere un minimo di competenza nella materia su cui si amministra per poterla amministrare: devi conoscere come funziona la sanità anche da un punto di vista operativo come professionista per conoscere i problemi della sanità. Devi essere stato nelle aule di tribunale (come avvocato, come giudice) per avere le competenze tecniche per capire le dinamiche delle aule di giustizia e per eventualmente sapere che stai facendo, etc etc).

    Molti anni fa (la cd. 'prima repubblica', ammesso e non concesso che l'Italia abbia mai conosciuto diverse repubbliche) gli esponenti politici sia nei modi dialettici sia nelle competenze avevano degli argomenti per poter dire di essere 'esperti'. I cosiddetti 'esperti' di oggi, al limite sono buoni (ma a volte nemmeno tanto) oratori (ricordate il famoso 'pianto' della Fornero? era un espediente retorico che aveva prodotto il risultato opposto a quello sperato... perché era una tecnica oratoria che poteva funzionare molti anni fa, ma al giorno d'oggi era troppo superata).

    Sarebbe davvero bello vedere davvero della preparazione e della esperienza... ma al giorno d'oggi non ne vedo da nessuna parte.
     
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    Penso che possiamo dire che a fare un boccone solo dei pandistelle sembra essere stato Salvini.
    Lui agli interni può fare davvero la voce grossa con l'Europa (vedi recente caso Aquarius),
    mentre Di Maio sta nei ministeri dove si spendono soldi che dovrà chiedere ad un forzitaliota piazzato lì dalla Lega.
    Se diamo retta ai sondaggi Salvini ha già guadagnato un altro +10% di gradimento, principalmente a scapito dei pandistelle usciti malissimo dalle amministrative
     
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    Concordo con annalisa

    “Davide vince su golia”
    Dico io solo : Davide e’ il movimento ma non le persone che lo compongono

    Diciamo la verita’ i cittadini credono nel movimento in una sorta di cristallizzazione ideologica

    Dati di fatto le politiche non sono le ammiistrative, le prime hanno un risvolto come detto prima ideologico-

    Contestualizzazione del movimento fondamento
    - le prime direttive date da Casaleggio e grillo erano impostate su una partecipazione attvista dei cittadini nel movimento e, fortemente, dando una giusta ri- collocazione al tutto secondo uan rilettura della politica rivolta ad un etica di morale –( greco- classica il primato della politica al servizio dei cittadini al fine della realizzazione del bene comune mediante una scelta condivisa, vedi atora?pubblici vigenti in Grecia-)

    Fin qui tutto bene , ma cosa non funziona a mio parere
    Il Sistema elettorale lungi dal far scegliere i propri elettori e’ ancora come piu’ volte tacciato dai 5 stelle:Un sistema premio per i nominati dai partiti vale per tutti , vale anche per i 5 stelle-
    Nel piccolo io ad esempio ho votato nel collegio uninominale Maglione Pasquale, l ho conosciuto , l ho ascoltato e mi e’ sembrato oltre ad essere attivista un cittadino dotato di competenze…

    Altro dato competenze e criticita’ del gruppo magico
    Ma poi mi trovo a livello nazionale Toninelli , bonafede che stanno li perche’ inseriti nominati dal movimento, viceversa , la lega seppur come tutti partiti nomina i propri deputati , non trascura il territorio , ne’ le competenze non faccio i nomi sul territorio ma la lega e’ forza di governo di regioni –(Ed e’ composto seppur da nominati , di persone che hanno un minimo di competenze borghi, giogetti , sir ed altri-)

    Il gruppo magico non funziona non solo come simbolo ma non da spazio ai meritevoli
    Cio’ che vorrei evidenziare e’ che non e’ possibile trascurare le competenze che non sono date da Baroni, avvocati e laureati ma dalle conoscenze acquisite—e non solo abbiamo tacciato gli altri partiti di utilizzare nei punti chiave del governo chi e’ nelle grazie dei leader del momento e non chi abbia competenze specifiche

    A mio parere nel movimento 5 stelle sono trascurate sia la competenza e sia la volonta Di rompere con i gruppi magici-
    Se abbiamo qualche idea buona che ha portato il movimento al 32 percentuale allo scorso 4 Marzo questo e’ dovuto alla visione social ideologica di un Casaleggio ancor presente nella sua stirpe ovvero un Casaleggio IUNIOR –

    Costui ha ben delineato una visibilita AL Movimento mediante dei punti di forza: elenco di Ministri presentati ante elezioni , connotando e colorando il movimento di una capacita’ di vision creativa ovvero di prevedere alternativa alle incertezze che avrebbe portato il ssitema elettorale., gli stessi colloqui alla city del Di Maio 2 mesi ante elezione sono frutto delle sue scelte strat4egiche.

    quindi ancora una volta il movimento assurge a forza trainante ma non gli uomini che quando vengono lasciati soli fanno danni
    non e’ forse vero che capi- bastoni totalmente oscuri di una visione condivisa ma sicuri solo a rincorrere (una ( leader -schip carismatica)sui e con i social elettori portano sol,o a battagllie sfasciste, vedi impechment –o quando il di battista sui social oscuro dei principi cardine dello di Stato tra tanti il principio di pareggio di bilancio–(deficitt di competenze) incita spesso a discese in piazza ……

    ed ancora che di re in sede di contrattazione di contratto con la lega , il gruppo leader composto da Di maio , toninelli,e Bonafede, ( che possiamo definire gruppo magico) dei movimenti 5 stelle
    latita in quanto a competenze in negoziazione , conscenza delle nrome costituzionali di funzionamento dello Stato –apparato ed ancora di conoscenza del minimo di politica economica,;
    DATO DI FATTO
    risultato il 70 percento del contratto e’fatto risalire alla i lega forza inferiore politicamente,
    DATO DI FATTO

    mentre il 30 percentuale indefinito e mal posto al l movimento stesso –


    se questi non hanno saputo contrattare se non hanno una vision DELL’Italia del cambiamento , di giustizia e trasporti se non hanno le competenze di negoziazioni perche’ stavano li.



    Classe dirigente Capacita dei saper gestire gli uomini di saper delegare e conivolgere


    La risposta di Maio leader carismatico ma nulla di piu’ , il vero leader non insegue i social ma ha una comunicazione condivisi e, soprattutto , ha la capacita’ di delegare, ma a chi si delega, si delega ai competenti cio’ che Di Maio non ha fatto…
    Ecco perche’ “davide e’ il movimento ma non gli uomini “questo aiuta a leggere il risultato amministrativo, processo che comporta scelta di uomini e non di ideologia
     
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    doctor

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    Costoro per mancanze di competenza non potrebbero amministrare neanche un istinto scolastico... Ora si stanno nemicando gli interlocutori per l Europa, non conoscono, a mio parere le leve minime di gestione, tra tante, il clima internazionale, europeo... Devi stare al normale rispetto dei ruoli... Anche se hai sbagliato, perché Salvini ha sbagliato no. Parlo a livello morale e di civiltà, ma forse a livello di norme di diritto internazionale c è stata violazione ed allora che fai se sei normale e non vuoi acerbare il clima... Trovi una scusa, una giustificazione o semplicemente ammetti la colpa... Viceversa questo governo di incapaci, tra tutti il prof Conte, che fa, attacca gli stati che per ora hanno espresso un giudizio ma domani potranno eccepire la violazione del diritto internazionale da parte Dell Italia, e non solo

    Accusare a sua volta la Francia o la Spagna che abbiano violato o posto in essere campi di inciviltà nei confronti degli immigrati, non ti fa certamente scomparire il grave errore commesso... Ma solo rovinare il rapporto con gli interlocutori


    Insomma questi sono proprio incapaci. Come Truman neanche un condominio gli darei da gestire...
     
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    Annalisa

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    CITAZIONE (reckless @ 11/6/2018, 23:56) 
    Penso che possiamo dire che a fare un boccone solo dei pandistelle sembra essere stato Salvini.
    Lui agli interni può fare davvero la voce grossa con l'Europa (vedi recente caso Aquarius),
    mentre Di Maio sta nei ministeri dove si spendono soldi che dovrà chiedere ad un forzitaliota piazzato lì dalla Lega.
    Se diamo retta ai sondaggi Salvini ha già guadagnato un altro +10% di gradimento, principalmente a scapito dei pandistelle usciti malissimo dalle amministrative

    Già… i voti del pd non sono confluiti tutti nei 5 stelle ...in tanti hanno votato Salvini perché era l'unico che certamente poteva arginare i 5stelle.


    Sulla questione aquarius, devo dire la verità, non mi aspettavo che qualcuno cedesse tanto in fretta… lo scontro è forte, ma se riesce davvero a smuovere la situazione, bisognerà rendergliene atto…
     
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    doctor

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    Er bibitaro, aho. Ma che fai lasci la monnezza lì, l 'Altro eheh parli proprio tu che l' altra volta etc etc.. Questa è la convivenza tra bibitari

    Noi siamo uno Stato.. E se uno stato ci fa notare che abbiamo violato una norma fondante noi non rispondiamo come il bibitaro violandone altra di correttezza ... Ecco
     
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15 replies since 9/4/2018, 08:00   419 views
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