Chi formerà il nuovo governo?
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Chi formerà il nuovo governo?

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    Previsioni, non desideri
     
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  2. Silu
     
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    Ho votato e già dagli exit poll sono evidenti due cose: o non abbiamo la più pallida idea di chi formerà il nuovo governo (probabile) oppure se si candidasse Fulsere sarebbe, almeno per noi, un plebiscito :D
     
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    Fulsere è la soluzione più probabile.
    E ho detto tutto.
     
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  4. PescevelocedelBaltico
     
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    Ci vorrebbe l'Agente Superiore, per casi come questo
     
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    CITAZIONE (levin in wonderland @ 6/3/2018, 18:46) 
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    parli troppo giovane, vedi che qua c'è gente attempata.

    comunque fulsere s'è beccato finora un bel 80%, di maio je spiccia casa :ilcannasmoke.gif:
     
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  7. Silu
     
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    CITAZIONE (reckless @ 6/3/2018, 20:53) 
    CITAZIONE (levin in wonderland @ 6/3/2018, 18:46) 
    Rotfl

    parli troppo giovane, vedi che qua c'è gente attempata.

    comunque fulsere s'è beccato finora un bel 80%, di maio je spiccia casa :ilcannasmoke.gif:

    Proponiamo a Mattarella di dare l'incarico a Fulsere :ilcannasmoke.gif:
     
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    La lettera aperta di Di Maio a Repubblica

    www.ilpost.it/2018/03/07/lettera-di-maio-repubblica/

    CITAZIONE
    Con una lettera pubblicata oggi da Repubblica, il candidato presidente del Consiglio del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio è tornato a chiedere che le altre forze politiche sostengano un suo governo.

    Di Maio ripete nella lettera quello che aveva già detto poche ore dopo il voto di domenica, parlando del successo del Movimento 5 Stelle in tutta Italia (che è stato il partito più votato) e sull’inizio di quella che lui chiama la “Terza Repubblica, che sarà la Repubblica dei Cittadini”.

    Gentile direttore,

    come ho avuto modo di dire a caldo commentando i risultati, con il voto del 4 marzo è iniziata la Terza Repubblica, che sarà la Repubblica dei Cittadini. La portata di questo voto è immensa e segna uno spartiacque con tutto quello che è venuto prima. Forse ancora non ne apprezziamo del tutto l’importanza, soprattutto per quanto inciderà sugli anni a venire. Ma una cosa è sicura. Da qui non si torna più indietro.

    Di Maio spiega quindi quali saranno le priorità del Movimento 5 Stelle nella prossima legislatura e presenta il suo partito come l’unico che è stato in grado di ascoltare le richieste degli elettori, dicendo che quello di domenica non è stato un voto di protesta ma un voto programmatico.


    Dieci milioni di poveri non possono essere ignorati. 30 miliardi di sprechi non possono non essere eliminati. Una tassazione folle per le imprese non può non essere ritoccata. La sicurezza nelle città giorno e notte non può non essere garantita. La disoccupazione, soprattutto giovanile, non può continuare a dilagare. Questo è il messaggio che arriva forte e chiaro dalle urne.

    Non è stato un voto ideologico, così come non è stato un voto di protesta. È stato un voto programmatico e i punti principali sono quelli sinteticamente ricordati sopra. Abbiamo ascoltato il Paese e messo al centro del dibattito elettorale questi temi, proponendo non solo le ricette, ma anche le persone che possono realizzarle.

    Nella seconda parte della lettera, Di Maio dice chiaramente – come aveva già fatto – che la sua intenzione è guidare un governo e che è disposto a dialogare con gli altri partiti per trovare un’alleanza che lo sostenga: ma non si capisce precisamente cosa offra agli altri partiti in termini di compromessi possibili sui punti del suo programma, e quindi perché questi dovrebbero sostenerlo.

    Sento tutta la responsabilità di fronte a questa apertura di credito da parte dei cittadini e non intendo sottrarmi agli oneri che ne derivano. Ho detto in ogni città dove sono stato in campagna elettorale che il governo per noi si sarebbe potuto fare in base a convergenze sui temi ed è la linea che intendo portare avanti in totale trasparenza di fronte ai cittadini e al capo dello Stato. Tutte le forze politiche devono manifestare responsabilità in tal senso. Non è possibile che ora inizino teatrini, che si avviino giochi di palazzo e strategie alla House of Cards. Adesso è il momento di fare le cose che aspettiamo da 30 anni e lo si può fare solo cambiando metodo. La politica deve smetterla di essere arrogante e deve iniziare ad essere umile. Tre sono gli ingredienti che suggeriamo in base alla nostra esperienza: 1) partecipazione, 2) ascolto, 3) trasparenza.

    Dopo aver parlato ancora di quella che lui chiama la “Terza Repubblica” e di quello che significa – fa vagamente riferimento a un maggior coinvolgimento dei cittadini nei processi decisionali – Di Maio torna a chiedere agli altri partiti di sostenere un suo futuro governo, presentando la cosa con una certa ineluttabilità binaria: da una parte ci sono gli interessi dei cittadini, e sono sicuramente quelli in base a cui il Movimento 5 Stelle e solo il Movimento 5 Stelle è stato votato, dall’altra quelli dei partiti.

    Per decenni i partiti hanno messo al centro i loro interessi, per decenni la formazione dei governi è avvenuta con il bilancino per accontentare gli appetiti dell’uno e dell’altro. L’obbiettivo erano sempre e soltanto le poltrone, mai gli interessi dei cittadini. Questo è il passato. Ora i tempi sono maturi per mettere al centro i temi che interessano i cittadini, il loro bene, la qualità della loro vita. Li hanno lasciati ai margini, noi ora i cittadini li rimettiamo al centro. Il governo sarà con chi, insieme a noi, è pronto a fare la stessa cosa. È una “rivoluzione copernicana” della politica che il MoVimento 5 Stelle invoca da sempre e per la quale i cittadini ci hanno dato un mandato chiaro. “Partecipa. Scegli. Cambia.” era quello che abbiamo chiesto ai cittadini, loro hanno partecipato e hanno scelto. Ora insieme abbiamo la storica occasione di cambiare l’Italia. Io non voglio perderla e chi ha scelto di ostacolare a tutti i costi il cambiamento faccia pure, ma sappia che non si può fermare il vento con le mani e che noi nonostante tutto cambieremo l’Italia.
     
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    ok, ho trovato la soluzione.
    il PD si divide in un'ala liberale ed una diciamo così socialista, in cui confluisce Leu.
    quest'ultima si allea con M5S e fa il governo.
    in alternativa, è l'ala liberale che si allea con il centrodestra, anche se questa la vedo più difficile perché salvini e liberale nella stessa frase non stanno benissimo insieme...
     
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    Un po' immagino sia davvero la sorte del Pd. Non potendo continuare a perdere frammenti a sinistra, si spaccherà in due:
    un'entità di sinistra che recuperi i pezzi persi nelle ultime puntate;
    un 'entità "di destra", quel che resta del renzismo, che cercherà di attrarre il centro del centrodestra.
    alla fine saranno due mini pd, probabilmente entrambi insufficienti l'uno a sostenere il m5s, l'altro a reggere il centrodestra.
    La perenne agonia del PD.
     
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    Mi basterebbe 1/10 del QI di quest'uomo (Nikola Tesla)

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    Rompo il mio tradizionale riserbo sul voto e lo dichiaro pubblicamente: Fulsere!
     
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  12. ARANCIA.meccanica
     
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    CITAZIONE (reckless @ 8/3/2018, 14:58) 
    ok, ho trovato la soluzione.
    il PD si divide in un'ala liberale ed una diciamo così socialista, in cui confluisce Leu.
    quest'ultima si allea con M5S e fa il governo.
    in alternativa, è l'ala liberale che si allea con il centrodestra, anche se questa la vedo più difficile perché salvini e liberale nella stessa frase non stanno benissimo insieme...

    Il PD probabilmente si spaccherà ma comunque mancano i numeri per formare un governo con i 5 stelle.
     
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    forumista alle prime armi

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    nuovo Governo: personalità indicata dalla Lega con appoggio esterno PD
     
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    dice che Berlusconi ha dimostrato qualche apertura nei confronti dell'ipotesi di un accordo coi pandistelle
     
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    inquieto

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    Ecco, io in questo caso la penso in maniera non tanto diversa da Seminerio (ma lascio aperta la possibilità che possano aver ragione loro, quindi in ogni caso sarebbe un successo)

    https://phastidio.net/2018/03/20/lasciate-...polo-governino/

    CITAZIONE
    A tre giorni dall’insediamento della nuova legislatura, e sedici dopo le elezioni, i giornali sono resi pressoché illeggibili da psicopatologici resoconti sui negoziati tra partiti per assegnare la presidenza di Camera e Senato. Un turbine di sovrainterpretazioni, inferenze fallaci, messaggi in bottiglia tra fazioni, di cui al paese non può fregar di meno. E infatti oggi non parliamo di quello, quanto di eventuali scenari di governo e governabilità.

    Il mio scenario centrale, come ho scritto all’indomani delle elezioni, è quello che (in una prima fase) vede il tentativo di aggregare partiti sconfitti ai cosiddetti vincitori; fallito il quale assisteremo in sequenza al tentativo di aggregazione di spezzoni di partito (le celebri “correnti”, alcune delle quali nasceranno allo scopo), e da ultimo, a quello di catturare singoli parlamentari, per il quale servono tuttavia numeri non contenuti.

    Fallita questa sequenza, si porrà il tema di nuove elezioni e dell’immancabile riforma elettorale, che tuttavia si schianterà sugli scogli di un “dettaglio”: meglio premio di maggioranza alla singola lista (M5S) o alla coalizione (Lega)? E amen. Oggi potremmo definire ormai archiviato il tentativo piuttosto demenziale di molti organi di stampa ed editorialisti, di aggregare a forza il Pd ad un monocolore Di Maio. Un giorno bisognerà tornare su questa pulsione autoritaria, di cui hanno dato prova sia noti esagitati che figure considerate moderate.

    Abbiamo letto sproloqui su referendum tra gli iscritti Pd, di parallelismo col contratto CDU-Spd in Germania, di intemerate di giovani democratici idealisti contro “il marcio” del partito degli adulti, e quant’altro. Il tutto a servizio di una ed una sola tesi: il Pd deve “credere, aderire, combattere” per un governo monocolore grillino guidato dal giovine statista di Pomigliano. Il quale statista ha reiterato per giorni il “diritto” del M5S a fare un governo in splendida solitudine, dall’alto del suo 32% di voti, che hanno prodotto il 36% di deputati. Resta il problema di fondo che stiamo parlando del 32% del 70%, cioè di un voto ai pentastellati che è stato dato da poco più del 20% degli aventi diritto. Non esattamente un plebiscito epocale, ma che tale è considerato da molti che hanno trascorso la passata legislatura a gridare al golpe per il premio di maggioranza dell’Italicum.

    Discorsi ancor più surreali, se possibile, per la posizione di Matteo Salvini e del 17% della Lega. O forse non tanto surreali, se si considera già acquisita l’annessione alla Lega di Forza Italia, e la tumulazione politica di Silvio Berlusconi. Ma il punto vero sta altrove. I due partiti che hanno “vinto” le elezioni sono considerati due partiti “populisti”, qualunque cosa ciò significhi. Per me significa una cosa sola: proporre soluzioni semplici, ed in quanto tali irrealizzabili, a problemi complessi. In questo risiede la loro “diversità” antropologica dai partiti che hanno sconfitto. In questo risiede anche la non coalizzabilità con gli stessi. In questo risiede l’unico esito possibile: che questi due partiti, singolarmente o in coalizione tra loro, governino il paese e la complessità del reale.

    Se il Pd si assoggettasse alla chiamata alle armi dei poteri morti e dei Robespierre della carta stampata, e fornisse appoggio esterno alla totalità del programma, perinde ac cadaver, avremmo che ad ogni sussulto di dignità (umana prima che politica) e resistenza degli eletti del Nazareno, i grillini avrebbero davanti l’autostrada del “non ci fanno lavorare, golpe!”, ed al prossimo turno elettorale il Pd si estinguerebbe. Se invece vi fosse “obbedienza cieca, pronta ed assoluta” (come diceva Giovannino Guareschi dei comunisti trinariciuti) al programma grillino, il Pd si estinguerebbe comunque, per manifesta inutilità, magari dopo la transumanza di suoi esponenti nel Movimento.

    Per questo serve che M5S e Lega, individualmente dopo aver risucchiato correnti e spezzoni “responsabili” di altri partiti oppure in coppia, entrino nella stanza dei bottoni di questo paese, e tentino di applicare il loro programma, per le parti ampiamente sovrapponibili. Che poi sono tutte quelle dove il collante è la spesa pubblica ed il deficit, quindi molte ed ampie.

    Si è detto che il successo del voto ai grillini ha tra le determinanti principali il ricambio radicale della classe politica ed una disperata “domanda di welfare”, per usare un morbido eufemismo che serve a non tirarsi addosso accuse di razzismo. E sia. Ora è tempo che i nostri eroi procedano. Se non a questa legislatura, alla prossima. Serve davvero un monocolore grillino, a cui magari arrivare con più rispetto della democrazia, ma quello deve essere l’esito. Raggiunto il quale, il Movimento potrà misurarsi con la realtà, e rimangiarsi tutte le mirabolanti promesse di nuovo deficit. Oltre, secondo un classico schema italiano, incolpare qualche “agente ostruente esterno” per gli insuccessi che il governo Di Maio andrà a mietere. Spoiler: quell’agente è la realtà, ovviamente. Discorso pressoché identico per una Lega mangiatutto di Matteo Salvini.

    L’unica terapia, per un paese che ha deciso maggioritariamente di applicare l’antico motto sessantottino “siate realisti: chiedete l’impossibile” è la prassi del governo in solitaria. Con questo non intendo negare che nel paese esistano ampie e forse crescenti aree di disagio, a cui bisognerà dare risposta. Ma è del tutto evidente che in Italia si è formato un processo perverso di ipertrofia delle aspettative che non potrà che finire male, o molto male.

    Quella è stata la fine di Matteo Renzi: legato alla realtà del governare, i suoi proclami panglossiani si sono scontrati contro l’evidenza di miglioramenti ben inferiori a quanto rivendicato ma soprattutto contro una macchina propagandistica inesorabile, quella grillina, che ha lavorato per un’intera legislatura a gonfiare in modo patologico le aspettative dell’elettorato contando (ripetiamolo) sulla deprivazione (culturale prima che economica) del medesimo, cioè su un altrettanto patologico tasso di credulità popolare. Per questo motivo, l’unico approdo possibile è un governo monocolore grillino o lepenista salviniano. Ma anche un bicolore di queste due forze anti-realtà andrà benissimo.
     
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15 replies since 6/3/2018, 10:13   387 views
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