Non linciatemi...originalissima domanda sui testi ;D

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  1. seppietta
     
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    Mi sono espressa male, non intendevo citare nel senso concreto del termine, intendo che i giudici di legittimità si rifanno alle toerie dei grandi tipo Bianca e Santoro Passarelli più che ai giurisrti della nuova generazione.
    Ma occorre studiare ed affrontare entrambi gli aspetti, semplicemente penso che affrontare lo studio dei primi sulle loro stesse parole e ragionamenti richiede una capacità e uno sforzo maggiore di quello mnemonico di sentenze e definizioni sbrodolate tipo ricettario.
     
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  2. _giustizia_
     
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    ragazzi dalle vostre parole noto che , vi fa piacere credere , che si possa tranquillamente superare il concorso solo con la dottrina. Restatene convinti ... Quanto a chi dice che la giurisrudenza segue la dottrina , che dire , è una cosa che non significa nulla a mio avviso , perchè la dottrina , tra i diversi studiosi , può dire tutto e l'opposto di tutto e cmq , fino a quando tale tesi non è avallata dalla giurisprudenza , conta ben poco . Si tratta di un concorso per accedere in magistratura , non di una borsa di studi per la cattedra di filosofia del diritto . Detto questo , continuate a utilizzare manuali , magari aggiornati se tutto va bene alle sentenze di un paio d'anni fa , leggere che "la concorrenza" , si prepara in questo modo , volendo vedere il lato positivo delle cose , di certo non può poi farmi così dispiacere:D
     
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  3. seppietta
     
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    Non so a chi o cosa ti riferisci visto che stiamo tutti concordando che servono entrambi, solo che la con la giurisprudenza senza dottrina non si va da nessuna parte, mentre all'opposto sì.
    Peraltro a parte il Bianca che non la contiene affatto e il Mantovani che è monotematico, tutti i manuali sono aggiornati, basta acquistare qualche rassegna e seguire i vari link, compreso quello del tanto osannato Caringella che è aggiornatissimo.
     
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    se spostiamo i macigni,anche il fiume devierà il suo corso

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    mi permetto di dire la mia..ognuno di noi ha la possibilità di compredere come studiare x il concorso..ogni concorrente ha usato 1 metodo diverso e dei testi diversi..la cosa importante ,a mio modesto avviso, è quella di comprendere appieno la dottrina.In questo modo si avrà una conoscenza ferrea e robusta dei vari istituti.
    L a cosa importante è l'aggiornamento che deve essere fatto sfruttando le numerose riviste giuridiche esistenti strizzando l'occhio a quelle più congeniali e con commenti di 1 certo calibro(non sarà difficile fare questa scelta se si ha a disposizione una biblioteca o uno studio legale dal quale poter attingere il materiale).
    A questo c'è 1 secondo ma basilare passaggio :scrivere scrivere scrivere..ed avere sempre la consapevolezza che la forza di volontà e la tenacia premiano sempre. :)

    Ciao :) :)

     
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  5. seppietta
     
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    :smartass.gif:

    e comunque sul sito dove intervengo più spesso e sono moderatrice ho pubblicato gli indici 2008 per ora di civle e penale, raccolti tra links, riviste, siti giurisdizioni, corsi, manuali... proprio per dimostrare a giustizia che la giurisprudenza non la disdegno affatto, anzi.

    buona giurisprudenza a tutti,

    :smartass.gif:
     
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  6. _giustizia_
     
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    CITAZIONE (seppietta @ 30/8/2008, 20:35)
    Non so a chi o cosa ti riferisci visto che stiamo tutti concordando che servono entrambi, solo che la con la giurisprudenza senza dottrina non si va da nessuna parte, mentre all'opposto sì.
    Peraltro a parte il Bianca che non la contiene affatto e il Mantovani che è monotematico, tutti i manuali sono aggiornati, basta acquistare qualche rassegna e seguire i vari link, compreso quello del tanto osannato Caringella che è aggiornatissimo.

    non sono d'accordo, servono sia la giurisprudenza che la dottrina , se proprio dovrei dare una priorità la darei sicuramente alla giurisprudenza. Tutti aggiornati? Oltre il Caringella che va dietro le ultime sentenze , mi sembra non veritiero che siano TUTTI aggiornati ...
     
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  7. seppietta
     
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    Caringella le pubblica e ci fa sopra testi per vendere, non è certo lui il vate della giurisprudenza, la si può reperire e studiare in molte altre sedi, per me che faccio pratica sia notarile che forense, ti posso assicurare ch enegli studi come nei tribunali non circolano i testi caringelliani ma le riviste e le pubblicazioni ufficiali.

    E comunque non voglio polemizzare io sto studiando entrambi gli aspetti e non mi sento in difficoltà solo perchè non lo faccio sui vangeli di caringella.
     
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  8. _giustizia_
     
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    ma infatti, nessuno sta dicendo che si tratti di testi indispensabili , a mio avviso si tratta di testi validi , poi una delle cose belle di questo concorso è che ognuno la pensa a modo suo . Mi è capitato di sentire docenti invitare a non riportare la dottrina perchè non interessa ai giudici , mi è capitato di sentire invitare a scrivere poco , o viceversa a scrivere quanto più possibile . Del resto dove vi è discrezionalità è anche difficile che vi possano esere verità assolute , che piaccia o no , molto dipende anche da chi corregge l'elaborato...
     
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  9. L'incantatore
     
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    Tot capita, tot sententiae...

    ossia

    "Tutto capita nelle sentenze..."

    Bacioni :D

    L'I.
     
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  10. ciccioman333
     
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    CITAZIONE (luigimig @ 30/8/2008, 11:27)
    non perdiamo tempo i migliori sono lezioni e sentenze di caringella e tracce di garofoli brevi e completi

    Lo penso anche io....basta vedere gli ultimi difficilissimi temi usciti nei concorsi precedenti...pure per me saranno dati titoli simili ai "temini" delle raccolte suddette...tematiche che vengono poco o per nulla sviluppate (in modo approfondito come richiesto) nei manuali classici.....
     
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  11. angiolettabella
     
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    Uhm... leggete questa

    CITAZIONE
    Il presente volume costituisce non solo il completamento del Manuale, ma lo sviluppo delle condizioni poste nel primo volume e, di più, l’esplicazione piena della dichiarazione di intenti formulata nella prefazione ad esso.
    Si è, infatti, dismessa buona parte della prudenza che aveva trattenuto dall’uso di categorie conoscitive ignote ai più – per non dire a tutti – tra i frequentatori dell’area giuridica amministrativa.
    E’ bene ricordare, non avendolo fatto a suo tempo, come un’opera di diritto che aspiri a una dimensione universale debba racchiudere in sé tutti i livelli di analisi possibile dell’ordinamento: quello descrittivo (nel triplice dato, normativo, dottrinale e giurisprudenziale), quello dimostrativo (in sé normativo), quello elaborativo (affidato alla logica formale).
    Il legame tra il secondo e il terzo livello può essere declinato in due direzioni diverse.
    Nella prima l’impiego delle leggi formali entra nel circuito ermeneutico, predisponendone la struttura operativa, i cui contenuti spettano alle comuni regole sull’interpretazione. L’obiettivo è quello di fissare i significati delle fattispecie normative e, dunque, dei fenomeni che regolano.
    Nella seconda a codeste leggi viene affidato il compito di ridisegnare i concetti della dogmatica giuridica nella prospettiva di una ricostruzione del sistema, che assuma i significati delle norme come punto di partenza, e l’elaborazione di un assetto stabile della materia come punto di arrivo.
    Nel volume in oggetto si è seguita ampiamente anche quest’ultima prospettiva, dopo le prove fatte in taluni capitoli (I, IV e VI, essenzialmente) del precedente volume.
    L’ambizione è quella di porsi al vertice, assoluto e non relativo, delle trattazioni fondamentali della materia.
    Ricorso a piene mani, dunque, nella parte generale sull’attività (cap. XIV ss.) all’inferenza, alle rappresentazioni figurative, al principio di causalità, agli assiomi taciti dei principi della pubblica amministrazione. Sviluppo delle premesse nella parte speciale. Rigoroso raccordo tra parte generale e giustizia, segnata dallo spostamento della tematica inerente la responsabilità civile, snodo globale dell’architettura concettuale elaborata.
    In questo compito, oltre ai consueti ausili provenienti dalle scienze matematiche (più che da quelle naturali, la cui competenza nel diritto amministrativo è ancora da verificare), un ritorno al passato: i Maestri che hanno creato cinquant’anni fa categorie ideali tutt’ora insuperate ed, anzi, ingenuamente soppiantate da sterminati resoconti giurisprudenziali. Ai quali ultimi, nelle opportune sedi, è stato dato il giusto spazio, ma in chiave secondaria, non potendosi dimenticare che il giudice è schiavo del caso concreto e di molteplici fattori che – nell’istituzionale dovere di applicazione della legge alla controversia – lo rendono poco propenso a uno sguardo d’insieme.
    In un panorama, peraltro, sempre più complicato dall’involuzione della razionalità del legislatore, frutto – evidentemente – di un complessivo arretramento dell’ordinamento giuridico dalla funzione ordinatrice che gli è propria e del sempre maggior peso che il contingente dato socio-economico esercita sul primato della ragione nelle scelte di governo del consorzio umano, perennemente minacciato.
    La necessità di porre rimedio a tutto questo con l’indagine epistemologica e l’astrazione razionale, senza trascurare il dato descrittivo, ha generato, forse, un ipertrofia complessiva dei due volumi, che spaventa il lettore non meno delle novità che lo attendono. Ma è proprio dell’essere umano controllare la paura e dirigere la propria attenzione sull’essenza delle cose.
    Alla quale, in definitiva, l’autore mira.

     
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  12. Mattee80
     
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    CITAZIONE (_giustizia_ @ 30/8/2008, 12:00)
    mmm difficile fare di queste valutazione . A mio avviso vanno integrati i testi tradizionali , con quelli integrati con la giurisprudenza. Ci sono temi per i quali conoscere la giurisprudenza è indispensabile e , spesso , il manuale tradizionale è carente in tal senso

    Beh, possiamo dirla ancora meglio: la preparazione di base si deve fare sui manuali o sui testi tradizionali, che hanno il pregio di costituire il frutto di studi ultradecennali dei più insigni giuristi.
    L'integrazione deve essere fatta non tanto sui testi integrati con la giurisprudenza, ma con LA giurisprudenza, in modo così da coniugare lo studio degli istituti con le applicazioni concrete fatte ai casi della vita.
    E' ovvio però che, per ragioni essenzialmente pratiche, è più facile studiare testi integrati con la giurisprudenza piuttosto che leggere centinaia di sentenze di merito e legittimità.
     
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  13. Gettysburg
     
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    L'enorme difficoltà dello scritto del concorso in magistratura, risiede nell'aver capito e, quindi, metabolizzato gli istituti, non tanto in quanto sai ma come lo sai. Non si spiega altrimenti la non idoneità di temi esasperatamente aderenti ai manuali. Questi, se scritti proprio bene, possono aspirare tutt'al più al 12. Quello che ho notato è che le commissioni vogliono temi da cui emerga che il candidato ragioni sugli istituti e che, pertanto, dimostra di possederli (fermo restando che il tema deve essere redatto in lingua italiana e con perizia tecnica). I temi in cui si rovesciano in 15-20 pagine anni di studio matto e disperatissimo sono destinati alla non idoneità o, tutt'al più, in caso di livello generale scarso, al 12 (rischiando però il tutto per tutto). Certo, la situazione acquista sfumature diverse se il tema è esasperatamente specifico perchè la commissione pretende che gli si snoccioli quella particolare sentenza delle SS.UU. Invece, un tema come quello di civile sul preliminare dell'ottobre 2007 è PERFETTO per il concorso in magistratura. Un tema di ragionamento puro, basato su una solidissima base di studio e su una eccezionale capacità di sintesi e di organizzazione del proprio pensiero. La traccia in esame era certamente in grado di fare emergere la MATURITA' dell'aspirante magistrato, differenziando nettamente chi ha capito e, quindi, elaborato, da chi sa i sei volumi del Bianca a memoria ed è stato in grado di scrivere 10 pagine solo sulle varie tesi dottrinali in merito al preliminare (tralascio, ovviamente, quelli che non sanno un tubo). E' una traccia che, credo, riserverà a tutti coloro che hanno consegnato, molte sorprese, di belle e di veramente brutte. Bisogna fare attenzione non a quanto si studia ma a COME si studia, non a quante teorie (di cui solitamente il 90% sono pure idiozie) si ricordano ma al farsi una precisa idea propria. Insomma, il compito è arduo.
     
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  14. dagruni
     
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    Quoto e straquoto gettysburg.
    Io forso l'ho capito tardi!
     
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  15. Il Ladro di Orchidee
     
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    Come integrazione dei manuali pensavo di prendere tracce 2011 cosa ne pensate? potete rispondermi nche in privato grazie
     
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120 replies since 30/8/2008, 10:27   6913 views
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