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PescevelocedelBaltico.
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Ora posso dirlo: ci ho pianto un pomeriggio e una notte su.
Ora posso dirlo. E' bella in modo straziante...
Grazie, Schopena, di questo dono.. -
odisseanellospazio.
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miiiizzica
Sarà mica il forum di aspirantipoetesse?. -
Fidal1.
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cavoli bellissima Schopena,
Sono contento che hai vinto tu .
Anche se a dire il vero ho votato la 11, di cui sono curioso di concoscere
l'autrice.
Brave tutte
Edited by Fidal1 - 7/5/2008, 00:39. -
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ASSEGNAZIONE dei PREMI e relative motivazioni
“IL PODIO”, ovvero la graduatoria definitiva (perfettamente coincidente con quella provvisoria, atteso che tutte le partecipanti hanno rivendicato la maternità della propria opera e, quindi, non ci sono state esclusioni! ):
DACIA MARAINI, “Buio” - voti 77
LALLA ROMANO, “Le parole tra noi leggere” - voti 72
ISABEL ALLENDE, “La casa degli spiriti” - voti 71
Attesa la differenza davvero minima tra i voti che sono stati complessivamente attribuiti agli altri elaborati (le due lettere che sono arrivate al quarto posto, ad esempio, hanno ottenuto 67 voti; la lettera che è arrivata quinta, invece, ne ha ottenuti 66, e così via), la Giuria – all’unanimità – ha stabilito che tutte le altre lettere si sono classificate, a pari merito, al quarto posto.
Il “PREMIO DELLA CRITICA”
A prescindere dalla somma dei voti parziali, si era pensato di attribuire un premio all’elaborato che è stato indicato come “migliore” dal maggior numero di giurati: il cd. “premio della critica”.
Ebbene, poiché la classifica che si ottiene seguendo questo criterio è identica a quella che si è sopra riportata:
MARAINI: 4 giurati su 9
ROMANO: 3 giurati su 9
ALLENDE: 2 giurati su 9
la Giuria, nella persona del suo Presidente , ha deciso di non attribuire alcun “premio della critica” (altrimenti poi Schopena si monta la testa! ).
Si riportano, di seguito, le indicazioni delle preferenze (talvolta plurime) espresse dai giurati:
Truman: BLIXEN / ROMANO
Miroslav: MARAINI
Mr. Orange: FERRANTE
Federico Massimo: FALLACI / ALLENDE
Cap. Aragorn: ALLENDE / ROMANO
Fidal1: ROMANO
Ludendi Causa: MARAINI
PescevelocedelBaltico: MARAINI
Mark Lasley: MARAINI
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mala tempora.
User deleted
Truman......che te lo dico a fà?
Hai tutta la mia ammirazione.
Tutta la mia gratitudine, per aver reso possibile a queste meravigliose donne di dichiarare, ancora una volta, i loro sentimenti.
Strombyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyy sei la megliooooooooooooooooooooooooo!
Grazie anche a tutti i giurati!
Senza il loro contributo fondamentale tutto ciò non sarebbe stato possibile!
A tutti, grazie per il vostro tempo, la vostra puntualità e la vostra sensibilità.
Da spettatrice, è stato meraviglioso assistere a tutto questo!
Ma sopratutto......ragazze, grazie.. -
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I GIUDIZI DEI GIURATI:
Si riportano - di seguito - i giudizi che ogni giurato ha ritenuto di far pervenire all’ufficio di presidenza: come si potrà vedere, taluni hanno voluto esprimere il loro giudizio - come da regolamento - soltanto per l’elaborato cui hanno assegnato il loro voto più elevato; altri, invece, hanno voluto commentare tutti (o quasi tutti) gli elaborati.
A ciascun giurato, mi sia consentito dirlo, va il mio più sentito ringraziamento per la sensibilità dimostrata e il tempo che ha voluto dedicare nell’adempimento del proprio compito.
MIROSLAV:
Premessa: tutti i componimenti sono assai notevoli.
Ebbi ad attribuire voti alti assai.
Ammirato porgo i miei complimenti a tutte la Partecipanti.
Pur nella loro diversità, si registra, tra i vari componimenti, un tema di fondo: la doglianza in ordine al mancato rapporto sinallagmatico tra quanto profuso e quanto ricevuto.
Ebbi ad attribuire voti massimi al componimento intitolato “silente”.
Avverto difficoltà ed imbarazzo a motivare una scelta che seppur ferma e convinta, discende da determinazioni istintive e di subitanea fascinazione.
La spiegazione di una scelta istintiva si traduce in banalizzazione.
Pur tuttavia alcune considerazioni sono possibili ed anzi doverose.
In primo luogo, va osservato che l’autrice del componimento “silente” non si risparmia. Ella si cimenta nella prosa e nei versi, dando così luogo alla formula del paghi uno e prendi due, che già tanto successo ha avuto nel commercio al dettaglio.
In secondo luogo, va osservato che il componimento “silente” fa giustizia dei luoghi comuni , dei proverbi e delle parabole, ricordando noi come l’amore sia sentimento atipico, ed atipici siano le modalità di realizzazione del medesimo.
Ed infatti, c’hanno sempre detto che “prima o poi l’amore arriva” e noi, ingenui e superficiali, abbiamo sempre ritenuto che la sorte fosse questione di avverbio e che fortunati fossero coloro cui l’amore arriva “prima”.
Non è così. Purtroppo.
Invero, ciò che rileva non è il momento in cui l’amore arriva ma il momento in cui il destinatario ha piena comprensione di tale arrivo.
Così come la potenza è nulla senza controllo, così l’amore arrivato prima è nulla senza comprensione.
E , come insegna noi l’Autrice, la comprensione dell’amore è percorso difficile subordinato spesso ad invincibili forze centrifughe;
la comprensione dell’amore necessità di lontani punti di prospettiva;
la comprensione dell’amore passa spesso per l’allontanamento, per la rinuncia ad un dono arrivato troppo presto.
Comunque, a seguito di dolorose peregrinazioni, anche la comprensione di quello che fu amore prima o poi arriva, ed a questo punto noi, ingenui e superficiali, preconizziamo un lieto fine alla stregua della parabola del figlio prodigo.
Le cose non stanno così.
Infatti, come insegna noi l’Autrice, l’amore vero trascende ogni determinazione volitiva egoistica e costringe l’innamorato a prender atto del tempo passato, del dolore procurato, delle sopravvenienze.
Così l’innamorata , lungi dal reclamare antichi status ed antiche prerogative, si pone a latere dell’amato; silente.
E’ un sacrificio nascosto che si consuma nell’ombra; un sacrificio che, a ben considerare, denota chiari segni di espiazione; un sacrificio delle proprie aspettative, così forti alla luce della sopravvenuta comprensione, che è segno d’Amore vero per l’amato.
Amare è un verbo transitivo
L’amore è silente.
Innamorarsi è un verbo riflessivo.
L’innamoramento è sicuramente più rumoroso.
Dal punto di vista tecnico il componimento è apprezzabilissimo.
Sicuramente l’autrice ha superato con profitto le scuole dell’obbligo e , financo, la scuola media superiore.
Il poco tempo mi impedisce di commentare adeguatamente gli altri componimenti.
Vorrei però lodare pubblicamente l’incipit del componimento intitolato dal nostro preziosissimo Presidente “cime tempestose”.
Da quando mi sei entrato dentro nulla è più come prima.
Semplicemente stupendo.
Ciò che ogni uomo vorrebbe sempre sentirsi dire.
E’ questo lo spirito giusto per affrontare l’incipiente gravidanza.
MR. ORANGE:
ELENA FERRANTE – “I giorni dell’abbandono”
Magistrale, nella sua semplicità. La storia di un grande amore, finito per un nonnulla, di un uomo che non è così cattivo come sembra e come vuoi far apparire, di una donna che vive appieno il sentimento, che vive in sua funzione, bella la metafora della bottiglia, molto detto e non detto.
Vera, bella, merita il massimo.
FEDERICO MASSIMO:
Fallaci: Voto 10
E' la poesia che mi è piaciuta di più nel suo complesso nonostante abbia dato un ex equo. Parte in maniera barbosa: io tu tu ed io noi e noi..poi mi prende....mi porta a riflettere...
Credo che sia autobiografica tanto sembra scritta da una persona che ha veramente vissuto queste passioni.
Mi verrebbe anche voglia di risponderle: voi donne sempre in cerca di qualcosa di più , incontentabili....leggiti la lettera di Elena Ferrante...cerchi questo! un uomo che ti prende in giro con il "ti amo" sulle labbra??? ma nooooo sempre in cerca di qualcosa che non si ha.
Ragazze purtroppo di Truman (uomo perfetto!) ce ne è uno solo...
Allende. voto 10
Ho provato molto piacere nel leggere questo brano ...stilisticamente il più bello.
In un primo momento stavo per mettere 9 ..poi mi sono reso conto che lo facevo solo per fare una differenza con la lettera della Fallaci. Perciò 10!
In questo scritto ho trovato il verso che più mi è piaciuto tra i versi di tutte le lettere/poesie di questo concorso"per tutta la vita mi sono sentita estranea in ogni posto, persino nel ventre materno, ed ora non so spiegarti perché…ma solo tra le tue braccia mi sento a casa…a casa mia.. Molto bello. Complimenti alla scrittrice.
Lalla Romano voto 8
Con Lalla Romano si chiude il mio podio virtuale. Quello che mi ha colpito in questa lettera è stata la modernità con cui la scrittrice ha trattato il tema in oggetto. Niente fuscelli o baglionate ...ma il traffico...
Complimenti alla fantasia. Ma non è solo questo! molto bella l'immagine del burattinaio misterioso e tutta la lettera nel suo complesso ...oggi gli darei anche 9...ma ho già votato...
Elena Ferrante voto 7
Voglio esprimere un giudizio anche su questa lettera in quanto senza l'ultimo periodo "della bottiglietta", a me alquanto indigesto, il voto sarebbe stato un bell'8.
Anche in questo caso ho letto con piacere la lettera senza rischiare di sbadigliare. Come nel testo della Fallaci viene voglia di rispondere a questo brano. Viene molto bene descritta la figura dell'uomo che più amano le donne ...quello che le prende in giro ..salvo poi accorgersi (eccetto casi patologici) che non è tutto oro quello che luccica....
Cio detto vorrei comunque fare i complimenti alle ragazze che si sono avventurate in questo concorso. Purtroppo hanno avuto la sfortuna di trovare un giurato incompetente come pochi (difatti mi sono autocandidato altrimenti...) però sono certo che gli altri colleghi giurati avranno alzato la media....della giuria....
Brave a tutte!!!
CAP. ARAGORN:
Premessa:
Innanzitutto due doverose parole, forse qualcuna in più, sul criterio di giudizio.
Consapevole della mia incompetenza in materia e della mia totale banalità, ma altresì cosciente di ciò che a me piace, ho ritenuto corretto adottare un'unica linea guida: il "gusto soggettivo" sia in ordine al dato comunicato che allo stile espositivo.
Per questo motivo rappresento fin d'ora le mie scuse a tutte le partecipanti che non avranno condiviso il mio giudizio o il voto da me assegnato al loro componimento.
Sono pertanto in debito di riconoscimento rispetto alla comprensione che avranno dimostrato tollerando la mia opinione.
Rivolgo inoltre un vivo ringraziamento a Truman per avermi coinvolto in quest'esperienza giocosa, che ha rappresentato un buon diversivo dalla solita routine.
Infine ritengo doveroso porgere allo stesso Truman i miei più vivi complimenti per l'ottima e scrupolosa organizzazione di questo gioco forumistico: difficilmente avrebbe potuto essere diretta con maggior tatto e diligente impegno.
Mi auguro che sia stato per tutti un divertimento....
Prima lettera
ORIANA FALLACI – “La rabbia e l’orgoglio”
GIUDIZIO:
La naturalezza del linguaggio sembrerebbe a prima vista qualificare la trama come autobiografica.
L'amore come espressione di complicata tenerezza: il sogno di un lunghissimo attimo di bisogno d'amore che si trasforma in consapevolezza di ciò che la vita dovrebbe essere, e non è.
Stile semplice e scorrevole. Particolari rimasti sullo sfondo.
Diretto e coinvolgente l'esordio: "Volevo solo amore./Nient’altro./Ti ho amato dal primo istante. Ci siamo guardati e Ti ho riconosciuto. Tutto è accaduto in un momento. Quel momento è impresso nella mia memoria, nel mio cuore, nei miei occhi e lì, rimarrà per sempre./Tutto è iniziato così.".
Complimenti.
Seconda lettera
KAREN BLIXEN – “La mia Africa”
GIUDIZIO:
L'amore ha la capacità di mettere a nudo la nostra parte più profonda.
L'autrice narra di una donna a confronto con le sue fragilità, mai fino in fondo ammesse ed accettate, e questo conduce la protagonista ad esprimere un animo contraddittorio: vorrebbe dedicarsi ma accetta la lontananza come scelta desiderata; ha poco tempo ma non resiste al desiderio di rievocare anche le melodie, i momenti, le esperienze. Lungo questa linea di immagini contraddittorie, l'autrice fa esprimere alla protagonista lontana la sua paura d'amare che attraversa tutta la lettera.
Stile essenziale con momenti di coinvolgimento emotivo che appare sensatamente autentico.
Complimenti
Terza lettera
VIRGINIA WOOLF – “La signora Dalloway”
GIUDIZIO:
Stile lineare ed elegante, a tratti impeccabile.
L'amore non corrisposto è il tema di questa lettera, trattato con leggerezza ed ironia, perchè lo sguardo d'amore di una donna sa nascondersi per difendersi.
Particolarmente coinvolgente nell'ultima parte, quando l'autrice, in modo ammirevole, osserva: "esiste un dolore che non fa più male perché è tutto, che non dà tregua perché si ripete identico ogni volta che ricomincio a scavare, che non chiede mai di essere liberato da se stesso perché rappresenta il centro intorno a cui questo maledetto universo di battute continua a girare. Ma è pur sempre lo stesso dolore che si scopre inerme davanti alla mia voglia di venirti a cercare di cui niente e nessuno riesce mai ad avere ragione.".
Complimenti
Quarta lettera
ISABEL ALLENDE – “La casa degli spiriti”
GIUDIZIO:
Amore a prima vista, passione totalizzante e simbiotica, che somiglia tanto al fuoco: brucia senza chiedere permessi, fa il vuoto attorno, divora tutto quello che puo.
Stile sobrio e lineare.
Coinvolge da subito con poche semplici parole che esprimono l'amore travolgente:
"tua./ sono stata tua dal primo momento in cui i tuoi occhi si sono posati su di me, denudandomi di ogni fierezza e razionalità…di ogni maschera./ sì, deve essere stato allora che quell’insolito rossore deve aver tradito le mie guance, attentando alla fermezza della mia voce, strappandomi ad ogni compostezza e convinzione./ fulmineo quel brivido che mi è risalito lungo la schiena per giungere sfrontato al cuore.".
La passione espressa si accorda con il mio modo di intendere l'amore. Merita per questo da parte mia una considerazione particolare. Sarà forse una motivazione banale, ma probabilmente è banale il sottoscritto che in questo momento esprime il giudizio.
Complimenti
Quinta lettera
DACIA MARAINI – “Buio”
GIUDIZIO:
Analizza un percorso franto, scheggiato, impervio, quello dell'amore a cui si è rinunciato.
La descrizione del sentimento è fra i veli, in cui si vede e non si vede, in cui si lascia intendere e non si dice, dove il rispetto per l'altro - ormai lontano dalla vita della protagonista - e il lettore è attuato con pudore e non con compiacimento. La mano è sempre leggera e così chi legge può vedere come vuole la relazione tra i due, può intenderla secondo il suo sentire, senza la minima forzatura e, soprattutto, con dolcezza nelle strofe di poesia che seguono, introdotte queste, forse, un pò frettolosamente.
Complimenti
Sesta lettera
EMILY BRONTE – “Cime tempestose”
GIUDIZIO:
Breve ma non privo di un visibile impegno.
Stile gradevole ed elegante.
Complimenti
Settima lettera
ELENA FERRANTE – “I giorni dell’abbandono”
GIUDIZIO:
La trama amorosa e l’intreccio delle vicende passate e presenti sono ben costruiti, e l'autrice riesce a suscitare partecipazione emotiva. Si esprime con tale naturalezza che sembra conoscere a fondo in qualche modo le sensazioni di cui narra, manifestate con vera umanità.
Chi non vorrebbe trovarsi ad osservare da lontano la protagonista mentre getta in acqua la bottiglia, e poi allontanarsi silenziosamente pensando che, sebbene non ne sia consapevole ancora del tutto, anche lei quel giorno ha trovato la forza di tornare a vivere autenticamente, mestiere a volte faticoso.....
Complimenti
Ottava lettera
SUSANNA TAMARO – “Ascolta la mia voce”
GIUDIZIO:
Una domanda d'amore, vissuta con tenerezza e stupore rispetto all'assolutezza del sentimento provato.
Stile senza troppi fronzoli, semplice e scorrevole, ma comunque non di bassa qualità.
Complimenti
Nona lettera
MELANIA MAZZUCCO – “Vita”
GIUDIZIO:
E' buona norma in questo caso che il commento non sia più esteso del componimento stesso.
Intensità e naturalezza nell'esprimere l'emozione dei sensi.
Stile fluido.
Complimenti
Decima lettera
MARGARET MITCHELL – “Via col vento”
GIUDIZIO:
L'autrice parla del sentimento dell'amore con delicata fantasia ed equilibrio di immagini.
Lirico-soggettiva e contemplativa.
Lo stile è impeccabile.
Complimenti
Undicesima lettera
LALLA ROMANO – “Le parole tra noi leggere”
GIUDIZIO:
Un insieme di straordinaria energia espressiva, tra densità e improvvise soste di rarefazione, vivo di una sua concretezza materica, come di intense accensioni visionarie.
Prosa fluida e assai gradevole.
Delicato e passionale.
Merita pertanto anch'esso una considerazione particolare.
Complimenti
FIDAL1:
premessa.
Le lettere sono l'una diversa dall'altra. è stato difficile paragonarle tra loro. Ho privilegiato la creatività e la ricerca dell'obiettivo.
LETTERA N.1 - FALLACI
è una lettera scritta con uno stile chiaro, logico consequenziale. Significativi i nessi tra i periodi, ad esempio, dopo il primo periodo scrive "ma non mi hai amato". Quindi apprezzabile la sicurezza e la chiarezza d'intenti.
Ma è una lettera che non può primeggiare in un concorso di amore, perchè manca la favola, che è turbata dalla speranza inesistente.
Così non potrebbe neppure aggredire il cuore dell'amato.
LETTERA N.2 - BLIXEN
Questa lettera è scritta da una ragazza tremenda. Fa tutto lei: lo molla, lo rivuole, addirittura cancella le lettere o se le invia ritiene che esse non arriveranno a destinazione.
Insomma: qui l'uomo è una vittima!
Però l'amore c'è. Lo descrive bene. è l'amore selvaggio ma è amore. In ogni caso
è gratificante per l'uomo che ha la fortuna di riceverla.
Certo lei in fondo mira a fare breccia nel suo cuore attraverso il rimpianto del loro rapporto
Questo è un lato positivo di questa lettera, che ha un obiettivo e lo persegue degnamente: tenere vivo l'amore.
Per un lui a cui piace la donna un pò matura, un pò fanciulla.
LETTERA N.3 - WOOLF
Di questa lettera ho apprezzato l'intensità e la significatività delle parole.
Del pari emergono due elementi importanti quali la voglia di agire e la voglia di comunicare.
Ecco tutto sembra perfetto ed efficace: esprime compiutamente il suo amore. Spero solo che sia originata dalla spontaneità.
Ecco, forse non apprezzo molto il senso di assedio dell'amato, che non è mai positivo.
Per un uomo che cerca una donna sicura del suo amore e del suo uomo.
LETTERA N.4 - ALLENDE
Partenza da 10 e lode, ma si perde nel prosieguo.
All'inizio è vivace, quasi professionale: descrive sentimenti e stati d'animo dell'inizio del rapporto; poi si siede.
Fa tutto lui. Verrebbe quasi da incitare di istigare e percuotere quest'uomo.
Ma poi ciascuno è fatto a modo suo.
Lei è una bambolina che cerca sicurezza e vita nella coppia. Perciò per un uomo che crede molto nell'amore e che vivacizza il rapporto: qui la personalità del lui si sente fortissima.
LETTERA N.5 - MARAINI
è una lettera scritta da una persona consapevole, matura. Lei conosce bene il suo lui; è consapevole di come lui può aver reagito all'abbandono.
Questa lettera può essere apprezzata solo accettando quello che è il rapporto che lega la scrittrice all'amore: il cuore non può usurpare l'anima serena. Ecco che lei a parole si accontenta di guardare da lontano, ma intanto ha scritto questa lettera che è prevalenza dell'amore sull'anima.
In fondo però lei domina tutto uesto("queste parole per te") è molto matura.
Non premio questa lettera con il massimo perchè non mi trovo compiutamente in questo amore così maturo e calcolato, preferisco le autrici con qualche lato di fanciullezza in più.
LETTERA N.6 - BRONTE
Difficile per me votare questo tipo di lettera, perchè troppo incentrata su se stessa. Descrive quello che l'amore le attribuisce ma non lascia intravedere obiettivi futuri. Manca veramente la presenza di lui: sono, sono, sono; le dita di lui compaiono com una presenza esterna al rapporto.
LETTERA N.7 - FERRANTE
Questa lettera è peculiare perchè non mira a trovare l'amore ma a preservare il suo.
è un cuore ferito che discute con razionalità e vuole togliere al lui l'ultima parola.
Getterà nel mare dei sogni questa lettera, preservando a suo modo quello che è suo. Lei è molto viva e chiude come aveva cominciato, pone a modo suo l'ultima parola.
LETTERA N.8 - TAMARO
Rimane un pò in superficie idealizzando il rapporto. Non c'è molta concretezza: si parla di fiamma, di dono, però il lettore non coglie compiutamente le basi di tutto ciò.
La richiesta di uscire allo scoperto è significativa dell'incertezza che anima l'autrice.
LETTERA N.9 - MAZZUCCO
Qui verrebbe da sollecitare questa ragazza ad aggredire l'uomo. Anche in questa lettera c'è troppo individualismo: non compare lui.
è un'esortazione, ma non una lettera. Non è molto incisiva.
LETTERA N.10 - MITCHELL
Brava, stimoli la fantasia: anche l'uomo più introverso e restio all'amore deve utilizzare il cervellino sia che ti ami sia che non ti ami.
Di sicuro questa lettera incuriosisce il lettore e questo è importante.
e poi c'è il messaggio di verità nel finale.
In conclusione lei propone se stessa al suo uomo con la fantasia e la verità: sta a lui cogliere le sue qualità.
LETTERA N.11 - ROMANO
Questa è indubbiamente la mia preferita perchè mi ritrovo molto: ritrovo una creatività fine che mi affascina.
è un amore ancora da svelare con delle difficoltà da superare: lui probabilmente non è neppure certo che lei lo ami; qui lei sembra volerlo convincere.
Nello stesso momento lei lo invita a trattarla con cura: si fida di lui ma teme che lui non la conosca abbastanza e rovini tutto: perchè lei è delicata. Ed in effetti lei non ricorda il suo viso e quindi neppure lui può conoscerla compiutamente
Qui lei pare dirgli di trattarla bene perchè lei l'ama.
Particolare e curiosa la sicurezza di lei nel poter comprendere lui. Lui può leggerla come presunzione, ma se l'ama può essere colto dalla curiosità. Su questo punto lei rischia con decisione; infatti la risposta di lui dipende dalla voglia di scoprire se stesso in questa coppia particolare che lei vuole creare che sente nell'anima e teme di non riuscire a realizzare nella realtà.
Insomma è una lettera che mi ha fatto un pò sognare, non lo nascondo.
LUDENDI CAUSA:
DACIA MARAINI “Buio”
GIUDIZIO: La struggente dichiarazione di un amore così intenso da rinunciare all'amato pur di vederlo felice.
PESCE VELOCE DEL BALTICO (giurato segreto):
Premessa.
Quelle che seguono sono note di lettura, non giudizi. Il giudicare mi avrebbe sovrastato, la libera riflessione mi ha aiutato. Eppure mi sento inadeguato: si tratta di sentimenti, e andrebbero scandagliati con ogni possibile cura, col tempo dovuto. Spero di non aver fatto troppi torti, di non esser stato troppo frettoloso o liquidatorio.
Spero che le donne capiscano - e credo lo sappiano - quanto un uomo, anche se in veste di giurato in un concorso come questo, possa sentirsi piccolo dinanzi alla potenza e al nitore di sentimenti come questi. Come guardare in una notte d'estate un cielo stellato.
1. Oriana Fallaci, La rabbia e l'orgoglio.
In amore non siamo che strumenti musicali. Ed ogni amante rende la nostra musica diversa, eppure solo l'anima che sentiamo profondamente compagna è quella che ci spinge a trovare gli accordi più arditi, le armonie più recondite. In assenza della persona della nostra vita, quell'armonia cessiamo per sempre di sentirla. E ci rassegnamo ad amare da soli, quando la contropartita dei nostri sentimenti non è l'amore che noi desideriamo.
Amiamo da soli: pur di salvare quel sentimento, di eternarlo, dal momento che non sarà mai (o mai più) il nutrimento del nostro presente, in questa vita.
2. Karen Blixen, La mia Africa.
Quando la vita ci porta lontano, la nostalgia dell'amore lasciato alle spalle esonda e non riusciamo più a trovare appagamento solo in ciò che occupa la nostra quotidianità.
La riflessione, resa lucida dalla distanza, ci induce a separare senza dubbi di sorta la realtà dall'immaginazione.
Ci sono strade che - lo sappiamo - non si incroceranno più.
3. Virginia Woolf, La signora Dalloway.
Siamo ostaggi del sentimento. Non riusciamo a soffocarlo. Ma allora perché tanta paura di aver ragione della libertà dell'altro, se altro non vogliamo che essere con lui/lei prigionieri di quell'arcano intreccio che l'amore crea tra due anime?
In questo scenario, si fa largo la coscienza "militante" della donna, che - pur conscia del rischio che la fragilità dell'amato lo porti ad essere sopraffatto dai ricordi - trova il coraggio di affrontare il blocco di dolore che le attanaglia le viscere pur di poterlo vedere ancora una volta.
4. Isabel Allende, La casa degli spiriti.
L'estasiata gratitudine di un cuore sottratto al silenzio dei sentimenti, rapito allo straniamento dal mondo.
5. Dacia Maraini, Buio.
Una donna che fugge via dalla realtà dei sentimenti, falsifica il passaporto del proprio amore pur di trovare la distanza necessaria a comprenderne la grandezza.
Ma anche per non perdere la parte più autentica di sé, che si sarebbe disciolta in un legame - forse non condivisibile - con un uomo che solo da lontano Lei riesce a rendere faro della propria vita.
La ricerca di Senso oggi è riposta in questa muta oblazione, in cui l'offerta del sacrificio estremo è solo dettata dall'intima esigenza di veder placata finalmente l'inquietudine esistenziale dell'amato.
Quest'uomo - che dalle parole si intuisce fragile eppur "grande", o vissuto come tale - si sa in mezzo al guado, inquieto ed infelice, ed è in questa traversata perigliosa che questa donna sente di dover elaborare un pensiero "compagno", un'identità prossima eppur distante che con ogni vigoria del fisico e del cuore sottragga l'amato agli oltraggi di una scarsa fortuna.
6. Emily Bronte, Cime tempestose.
L'amore fa rinascere alla Vita, e la vita ha senso solo se c'è chi, penetrando in una vicenda esistenziale senza sussulti, pian piano la sconvolge e ne diviene alimento, sangue in circolo.
7. Elena Ferrante, I giorni dell'abbandono.
Quando l'Amore è più forte della disillusione, della disonestà, del tradimento, e, non macchiato da tutto ciò, riesce a restare speranza ardente e indomita di una profonda condivisione, di una leale comunione di spiriti che verrà.
8. Susanna Tamaro, Ascolta la mia voce.
Il coraggio di chiedere, ponendo sul piatto la forza di ciò che si prova: è questa la consegna dell'Amore, l'obbligo ineludibile cui non ci si può sottrarre, quell'adempimento lieto e insieme straziante che va assolto comunque, anche se assistito dall'angosciante compagnia del segreto timore di un rifiuto.
9. Melania Mazzucco, Vita.
L'Amore: questa forza prima aliena e poi intimamente nostra che ci pervade corpo e anima, e li fa muovere senza posa in direzione dell'amato. Quanto bisogno si avverte di essere posseduti da quell'energia, l'unica che possa, infine, non renderci estranei a noi stessi.
10. Margaret Mitchell, Via col vento.
Non c'è incoscienza più grata di quella di chi si abbandona al vento dell'amore: non ci si chiede più dove si era, come si stava.
Semplicemente: non ha più senso.
11. Lalla Romano, Le parole tra noi leggere.
Potrei appartenerti, ma solo se tu lo volessi.
La ricerca dell'amato non può avvenire senza una propedeutica ricerca di una chiave di lettura del suo più intimo sentire.
MARK LASLEY:
1) FALLACI
Un immenso, straziante dolore percorre il ricordo di una delusione d'amore. Incedere fluente, pacato e inarrestabile. Qualche accenno al banale è reso irrilevante dalla rivelazione senza riserve del proprio animo, mostrato scarnificato e pulsante come ennesimo, sebbene ultimo, atto di dedizione all'Ideale (significativo l'uso delle maiuscole nel riferirsi all'amato).
Capacità di dosare i tempi, efficace uso dell'interpunzione per giungere ad esprimere il dramma finale dove centra il bersaglio inducendo nel lettore il senso di colpa per non aver capito, per non aver saputo cogliere un fiore raro.
Intensa e struggente.
2) BLIXEN
Serena nella descrizione dell'allontanamento dai luoghi della vicenda affettiva, incede, attraverso i ricordi, verso quella che sembra una rassegnata presa d'atto della fine del rapporto, che appare avvenuta consensualmente, per gettare improvvisamente la maschera e dichiarare senza riserve il proprio immutato amore.
Efficace l'ambientazione in un luogo di calore e di grandi spazi, di disperazione e di speranza.
Sereno e moderato il pathos, composte le emozioni e tuttavia solarmente bella e di disarmante tenerezza per la sincerità nel mostrarsi bambina che sogna sapendo di sognare, perché i sogni non hanno mai fatto male a nessuno...e in amore non è mai detta l'ultima parola.
Commovente, sorridente bellezza.
3) WOOLF
Il messaggio d'amore è posto in ombra dalle notevoli doti tecniche dell'autrice la quale riesce con convincente efficacia a coniugare le complessità semantiche della nostra lingua con lo spiccio e coriaceo stile della narrativa poliziesca statunitense.
Il risultato è però quello di "suonare" dura, androgina, quasi imperiosa, apparentemente anaffettiva o comunque non disposta ad aprirsi, a lasciarsi andare, limitando l'esternazione dei sentimenti amorosi alla conferma della propria presenza.
Poco emotiva.
4) ALLENDE
Dichiarazione di un amore senza riserve che sembra sgorgare, libero e incontaminato, da ogni virgola. Timorosa, solo per un attimo, che quel flusso possa improvvisamente interrompersi. Uno sguardo dell'amato fugherà ogni dubbio. In alcuni punti sembra avviarsi verso un’impennata che poi non c'è.
Carina.
5) MARAINI
Con potenti capacità stilistiche l'autrice descrive il rovello derivante dal non aver avuto strumenti per capire e apprezzare, a suo tempo, il valore di ciò che si era trovato a far parte della sua sfera affettiva.
La separazione e le esperienze ad essa successive hanno prodotto la necessaria consapevolezza, ora tuttavia turbata dal rimpianto di non potere più recuperare il perduto.
Struggente profondità. Grande efficacia nel comunicare la propria sofferenza e l'immutato amore.
Esprime una personalità intensa e riflessiva, di raro valore intellettuale ed emotivo. Dulcis in fundo, eleganti versi espressi in tono sommesso e nostalgico calano il sipario sulla scena avvolgendo il sentimento incompreso del crisma di tesoro inestimabile.
Stupenda.
6) BRONTE
L'amore dichiarato senza riserve, vero e solare. La nenia dolce della ripetizione conferisce quel minimo di forza emotiva che la salva dalla banalità.
Carina, ordinaria.
7) FERRANTE
L'amarezza e la sofferenza per la fine di un amore si perde nell'autoreferenzialità rinunciando all'analisi descrittiva della sofferenza a vantaggio dei dettagli banali.
Rimesta a lungo in un torrente di figure retoriche adolescenziali - divanetti e luci basse, passeggiate a piedi nudi sulla sabbia, labbra salate, messaggi in bottiglia - non riuscendo a spiccare il volo.
Egocentrica, lamentosa, poco comunicativa.
8) TAMARO
Innamoramento dichiarato in versi. Incipit discutibile.
Incolore.
9) MAZZUCCO
Dichiarazione d'amore priva di spunti particolari.
Ordinaria.
10) MITCHELL
Contorta e involuta. Non riesce a far intendere con chiarezza il suo messaggio emotivo, perso e diluito in voli pindarici a carattere agro/geologico.
Poco comprensibile.
11) ROMANO
Tesa, immersa in un’atmosfera di disagio, esprime il proprio sentimento in maniera ansiogena, condendo l'esposizione dei pensieri con dettagli inutili che distraggono il lettore nella percezione del messaggio affettivo.
Non sgradevole ed anzi elegante, il taglio modernista. Eccellente la onomatopeica trovata finale.
Poco emotiva.
I MIEI GIUDIZI
Undici lettere, undici modi diversi di scrivere e di parlare d’amore. Quando le ho lette, ho immaginato di esserne il destinatario e, di questo, chiedo scusa a ciascuna candidata.
Ognuna, a suo modo, mi ha colpito; ognuna, a suo modo, ha suscitato in me sentimenti contrastanti. Poi, come è ovvio, la sensibilità ed il gusto personali, il proprio “vissuto” e – perché no! – anche lo stato d’animo del momento hanno fatto il resto.
Con queste poche righe, non ho voluto scrivere una critica letteraria ai componimenti che ho letto, ma soltanto motivare le ragioni di una preferenza che è “mia” e che, sotto molti aspetti, sfugge alla stessa ragione e coinvolge, in modo più o meno inconsapevole, il “mio” modo di essere e di rapportarmi agli altri.
ORIANA FALLACI ed ELENA FERRANTE. Mi sembra che queste due lettere possano essere in qualche modo accomunate, perché riguardano entrambe un amore “tradito”: della prima, mi è piaciuto soprattutto il passaggio in cui si marca la differenza, netta, tra il voler bene e l’amare (riuscire soltanto a voler bene significa, in qualche modo, “tradire” chi ci ama, perché l’amore pretende di essere contraccambiato con la stessa intensità: “…amor che nullo amato amar perdona…” – scriveva il poeta ); lo stesso identico concetto, l’ho colto anche nella seconda lettera, laddove si parla di un cuore che ama “tutto intero” e di un cuore che ama “a metà”.
Nella prima, si avverte la rabbia e la delusione che consegue alla scoperta di una triste verità, contro la quale nulla si può; ma si avverte anche l’orgogliosa aspirazione di un’anima bella che cerca l’amore, quello vero, e non si accontenta di “surrogati”: di qui, la scelta di abbinare al componimento il libro della Fallaci.
Anche la seconda è la lettera di una donna ferita – qui, il tradimento è fisico - combattuta tra il desiderio di offrire un perdono, che non sembra essere stato neanche richiesto, e il disincanto di chi è consapevole della definitività di un distacco. La prosa è vibrante, intensa, ma, a volte, finisce per essere troppo assertiva e didascalica; le immagini che evoca sono suggestive e romantiche ma, in taluni punti, mi è parso che si indulga un po’ al melodramma.
EMILY BRONTE e MELANIA MAZZUCCO. Si tratta di due componimenti brevi, in versi, sotto molti aspetti assai simili tra loro, al punto che sembrano quasi scritti dalla stessa mano. Semplici (a volte anche troppo), ma non per questo banali, sono al tempo stesso molto passionali ed intensi: di qui, l’associazione a due romanzi – “Cime tempestose” e “Vita” – in cui si avverte immediatamente la ‘forza’ dei sentimenti.
In entrambi i componimenti, quello che emerge è l’amore fisico: “…da quando mi sei entrato dentro…” – è l’esordio del primo; “prendimi tutta!” – l’epilogo del secondo.
Non lo so, ma temo che, di fronte ad una lettera che contenga messaggi così espliciti, finirei inesorabilmente per imbarazzarmi. E poi, lo dico da suocera: “Non sta bene che una ragazza di buona famiglia scriva certe cose!”
SUSANNA TAMARO, MARGARET MITCHELL e ISABEL ALLENDE. Sono tre poesie, la terza in prosa, che parlano d’amore richiamando gli “elementi” della natura: il fuoco, l’acqua, l’aria (il vento) e la terra.
La prima è delicata come una carezza: leggendola, si riescono a vedere le fiamme che ardono, ma non se ne sente il calore; più che il fuoco di un incendio, viene alla mente la fiammella di una candela. Più che una lettera d’amore, sembra una preghiera. Si avverte la profonda tristezza che pervade i versi, ma non è dato comprendere le ragioni che determinano nell’autrice questo stato d’animo, perché tali motivi – come spesso accade nelle poesie – si intuiscono, ma non vengono esplicitati.
Nella seconda – in cui è fortissimo il richiamo alla “terra” (di qui, l’associazione a Tara e alla protagonista di ‘Via col vento’) – si sente una maggiore ispirazione: il linguaggio adoperato è più semplice, ma la passione che si percepisce è più intensa.
L’amore è un vento in grado di sradicare finanche le piante e di portarle lontano, in balia delle sue incerte correnti; ma - il senso mi sembra questo - è sempre meglio volare e rischiare di perdersi, piuttosto che rimanere con i piedi piantati a terra, aggrappati per tutta la vita alle proprie certezze: un’immagine davvero molto poetica!
Non c’entra nulla, lo so, ma, per uno strano gioco di associazioni mentali, mi ha fatto tornare alla mente quel verso di Pablo Neruda: “Quando vissi con le radici, mi piacquero più dei fiori…”.
La terza è una poesia “in prosa”: forse, se si fosse abbandonata del tutto la forma della lettera e si fosse scelto di scrivere “in versi”, il risultato sarebbe stato anche più suggestivo. Mi è piaciuto soprattutto il passaggio in cui l’autrice scrive che, soltanto tra le braccia dell’amato, è riuscita a sentirsi “a casa”: sono state queste parole, credo, che mi hanno indotto ad abbinare l’elaborato al romanzo di Isabel Allende.
VIRGINIA WOOLF e DACIA MARAINI. Senza alcun dubbio, questi sono i due componimenti più raffinati ed “intellettualmente” stimolanti.
La prima, più che una lettera d’amore, è una “lettera d’autore”: ambisce ad essere opera d’arte e si compiace del suo essere “ermetica” (talvolta, anche troppo). In una rincorsa che tutto travolge, favorita dalla pressoché totale mancanza di punteggiatura, l’autrice – divertita ed autoironica – si avvale di metafore, giochi di parole e vocaboli desueti, per raggiungere, rapida, il centro della sua speculazione: spinto dallo stesso istinto ancestrale che fu della “Lupa” (protagonista di una bella novella del Verga) e contro ogni razionalità, l’innamorato va incontro all’oggetto del suo desiderio, come un kamikaze va incontro alla morte, ben sapendo peraltro di sottoporsi spontaneamente ad un supplizio di Tantalo.
Molto ben scritta. Appare – a tratti – volutamente complessa, come una poesia di Borges; ricercata ed elitaria, come una canzone di Battiato: quello che il racconto guadagna sul piano dell’effetto scenico, però, lo perde in tensione emotiva.
La seconda lettera – prosa e poesia, insieme – è, di certo, l’opera più “matura” e toccante che ho letto, tra tutte quelle che hanno preso parte al concorso: lo stile è impeccabile, i tempi sono perfettamente calibrati; le parole sono ‘pietre’ e sono state scelte con cura, una per una, e collocate al loro posto con sapiente attenzione e infinita pazienza, come i tasselli di un antico mosaico.
È la lettera di un allontanamento necessario, imposto – si direbbe: una fuga – e del conseguente ritorno: del viaggio, è rimasta l’esperienza, la consapevolezza accumulata durante il tragitto; ma si avverte anche il peso di ciò che si è perso, durante la prolungata assenza, e non potrà essere recuperato.
Mi sbaglierò, ma la sensazione che ho provato, leggendole, è che queste parole siano state scritte da una madre nei confronti del proprio figlio: lo sguardo dell’autrice, che resta in silenzio, in disparte – al “Buio”, per l’appunto - è premuroso e protettivo, quasi materno (“che il mondo intero ti usi cortesia / che a te si parli piano / che ti sfiori con cautela”); l’amore che traspare è assoluto, disposto fino all’estremo sacrificio (“un giorno solo ancora di vita mi basta / se Dio promette il tuo giorno sereno”). Questo componimento, nella mia personale classifica, merita sicuramente un posto sul podio: voto 9.
LALLA ROMANO e KAREN BLIXEN. Senza alcun dubbio, questi sono i due componimenti che preferisco.
Il primo, più che una lettera d’amore, è un racconto sull’innamoramento e sulle “conseguenze dell’amore”: quando si ama, si guarda il mondo con altri occhi; si ha come la sensazione che il mondo sia diverso da come lo percepivamo prima. È come quando viaggiamo in metropolitana, ascoltando musica, con il nostro walkman: ci sembra strano che la gente che ci circonda non provi quello che proviamo noi, non percepisca la musica che noi sentiamo attraverso le cuffie, non avverta - irrefrenabile – la voglia di ballare che noi, a stento, riusciamo a trattenere e che, magari, istintivamente, ci fa muovere un piede o la gamba, a tempo di musica.
L’autrice descrive anche la difficoltà – che io ho provato spesso – di “fermare i lineamenti” di un viso che, per quanto possano esserci familiari, restano sempre “mobilissimi e impalpabili nella memoria”: non so voi, ma io ho sempre pensato che avrei grandissime difficoltà, se dovessi descrivere nei minimi dettagli – magari per un identikit – il viso di una persona, foss’anche a me familiare!
Allo stesso tempo, però, l’autrice rileva che l’immagine della persona che amiamo, quando riusciamo a fissarla in qualche modo nella memoria, “agisce come una sorta di amuleto magico”: è vero, quella immagine ci aiuta ad andare avanti, ad affrontare la difficoltà di convivere con la banalità del mondo che ci circonda. Perché l’amore, in fondo, è proprio questo: l’unica cosa che ci tiene a galla; l’unica cosa per cui, di fronte all’assurdità dell’esistenza, ci diciamo – con convinzione – che il gioco vale la candela!
Affrontiamo il traffico cittadino, lo stress del lavoro, i colleghi invidiosi o il capo presuntuoso ed insopportabile, il ‘logorio-della-vita-moderna’ (come si diceva in una pubblicità di un amaro d’altri tempi ), pensando che, prima o poi, riusciremo a tornare a casa, dove, una volta chiuso il mondo fuori alla porta, potremo finalmente “prenderci cura di qualcuno”.
Ho trovato molto bella, e vera, l’immagine del burattino: l’amore, che lo si voglia o meno, ci rende “schiavi” della persona che amiamo. A lei, siamo legati da un filo invisibile; finiamo, in qualche modo, per dipendere da lei, dalle sue scelte, dalle sue parole, da un suo gesto. Amare significa mettere la propria vita nelle mani di qualcun altro, affidarle il codice segreto in grado di decifrare la nostra stessa vita: la speranza, l’unica che possiamo avere, è che il nostro burattinaio non ci tratti con incuria!
Originale e poetica, infine, la conclusione: l’invito ad annullare ogni distanza con un soffio, un suono, una parola. Già, le parole! Le parole dell’amore che, una volta sussurrate, restano tra noi, così, a mezz’aria, come un fiocco di neve, come piccole gocce di condensa: “le parole, tra noi, leggere!”
La seconda, invece, è una lettera d’amore in piena regola, con tutti i crismi: lei è lontana dal suo lui (non so perché, ma ho immaginato che sia andata in Africa – di qui, il titolo – magari con “Medici senza frontiere” o con qualche altra associazione umanitaria) e, soltanto adesso che si trova ad una certa distanza, soltanto adesso che si sono allontanati per realizzare i propri sogni professionali, riesce a guardare dentro di sé e a capire quello che prova per lui. Lo ama!
E il suo è un “amore bello” – chissà se era questa la canzone di Baglioni a cui si fa riferimento! – fatto di piccoli dettagli, semplici, apparentemente banali, ma intimi e, per questo, ugualmente indimenticabili: il momento in cui si sono conosciuti, i loro primi appuntamenti, le schermaglie d’amore, gli scherzi, le risate, i litigi, gli abbracci, i baci...
È la lettera di una bambina che è cresciuta, di una ragazza che non ha perso la voglia di sognare, di una donna innamorata che prova sentimenti profondi, smisurati come i paesaggi africani che lascia intravedere. Molto bello il passaggio in cui lei immagina la famiglia che avrebbero potuto avere e le emozioni che i loro figli gli avrebbero potuto regalare.
La prosa è “fresca”, scorrevole, coinvolgente: pur essendo molto lunga, infatti, la lettera si legge tutta d’un fiato, grazie ad un linguaggio diretto, incisivo, fortemente evocativo. Più che il libro, che non sono riuscito a leggere , mi ha fatto tornare alla mente lo splendido film che ne è stato tratto: a mio avviso, una delle migliori interpretazioni di Maryl Streep.
Mentre leggevo la sua lettera, ho visto la piccola autrice sul suo balcone, e l’ho vista ridere, e bere birra; e poi l’ho vista lontano, in Africa, esausta, dopo una giornata di lavoro massacrante, tra i bambini che non hanno nulla, neanche l’acqua, e l’ho vista alzare gli occhi al cielo, fiera, per cercare di “mettersi in contatto” con il suo lui. E, guardando lei, ho rivisto Meryl Streep che racconta le sue storie a Robert Redford, alla luce di un camino acceso; l’ho rivista mentre, unica privilegiata, viene invitata a bere nel bar riservato agli uomini; ho rivisto la scena in cui, poco prima di partire, lei si inginocchia davanti al nuovo reggente per raccomandargli i “suoi” bambini e, in quel gesto, c’è tutta la sua fierezza. E ho risentito quello splendido incipit: “Avevo una fattoria in Africa, ai piedi delle colline ‘Ngong…”.
Lo so che, in fondo, “è solo un film; ma un film…” – come si dice nella lettera – “…non ha mai fatto male a nessuno”. Anzi!
In conclusione, queste ultime due lettere sono le mie preferite, semplicemente perché – non me ne vogliano le altre! – sono le lettere che, più di tutte, avrei voluto ricevere in questo momento. Ed è per questo, credo, che ho attribuito ad entrambe il massimo dei voti; a dimostrazione ulteriore, ove ve ne fosse davvero bisogno, che “…obiettivo principale di qualsiasi elaborato…” – come ebbe a rilevare, in altra circostanza, il mio amico Perry Cox – è “…quello di compiacere l’esaminatore!”
***
Consentitemi di chiudere con un ringraziamento sentito a ciascuna delle forumiste che – decidendo di partecipare – ha consentito a questo concorso di “vivere” e a noi giurati di leggere qualcosa di bello e di emozionante.
Alcune candidate, in privato, mi hanno scritto che la loro lettera era “mediocre”; altre mi hanno scritto che “faceva schifo”. A tutte, vorrei rispondere con le parole di quell’illustre critico che, in un film, una volta, ha detto: «anche l'opera più mediocre ha molta più anima del nostro giudizio che la definisce tale».
Nel nostro caso, non ci sono state opere mediocri e, secondo me, al di là della classifica che “rispecchia” il gusto personale (e opinabile) di noi giurati, avete vinto tutte, nel momento in cui avete deciso di partecipare e, quindi, di “mettervi in gioco”.
Grazie a tutte, di cuore!
TRUMAN. -
la suocera.
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CITAZIONE (SonoUnPirataSonoUnSignore @ 7/5/2008, 00:54)Sono curioso di conoscere la prossima iniziativa: stupitemi!
Domani sera, ho una riunione di condominio!
Se volesse accompagnarmi, ne sarei davvero felice!
P.S.: Ho sempre amato Julio Iglesias!. -
blacksakura.
User deleted
CITAZIONECAP. ARAGORN:
Seconda lettera
KAREN BLIXEN – “La mia Africa”
GIUDIZIO:
L'amore ha la capacità di mettere a nudo la nostra parte più profonda.
L'autrice narra di una donna a confronto con le sue fragilità, mai fino in fondo ammesse ed accettate, e questo conduce la protagonista ad esprimere un animo contraddittorio: vorrebbe dedicarsi ma accetta la lontananza come scelta desiderata; ha poco tempo ma non resiste al desiderio di rievocare anche le melodie, i momenti, le esperienze. Lungo questa linea di immagini contraddittorie, l'autrice fa esprimere alla protagonista lontana la sua paura d'amare che attraversa tutta la lettera.
Stile essenziale con momenti di coinvolgimento emotivo che appare sensatamente autentico.
Complimenti
E non sono quella....
Grazie per il commento Cap, lucido e partecipato, come del resto sanno sempre essere i tuoi interventi! Ben ritrovato sul forum!!CITAZIONEFIDAL1:
LETTERA N.2 - BLIXEN
Questa lettera è scritta da una ragazza tremenda. Fa tutto lei: lo molla, lo rivuole, addirittura cancella le lettere o se le invia ritiene che esse non arriveranno a destinazione.
Insomma: qui l'uomo è una vittima!
Però l'amore c'è. Lo descrive bene. è l'amore selvaggio ma è amore. In ogni caso
è gratificante per l'uomo che ha la fortuna di riceverla.
Certo lei in fondo mira a fare breccia nel suo cuore attraverso il rimpianto del loro rapporto
Questo è un lato positivo di questa lettera, che ha un obiettivo e lo persegue degnamente: tenere vivo l'amore.
Per un lui a cui piace la donna un pò matura, un pò fanciulla.
Tremendaaaa? Ma se sono uno zuccherino..
Grazie per le tue splendide parole, mi sono divertita nel leggerle .
Come al solito un plauso alle tue doti di investigatore degli animi altrui.CITAZIONEPESCE VELOCE DEL BALTICO (giurato segreto):
2. Karen Blixen, La mia Africa.
Quando la vita ci porta lontano, la nostalgia dell'amore lasciato alle spalle esonda e non riusciamo più a trovare appagamento solo in ciò che occupa la nostra quotidianità.
La riflessione, resa lucida dalla distanza, ci induce a separare senza dubbi di sorta la realtà dall'immaginazione.
Ci sono strade che - lo sappiamo - non si incroceranno più.
Sì, ed è giusto che non si incrocino più. Senza perdere la capacità di sognare, sempre e comunque.
Grazie PesciolinoCITAZIONEMARK LASLEY:
2) BLIXEN
Serena nella descrizione dell'allontanamento dai luoghi della vicenda affettiva, incede, attraverso i ricordi, verso quella che sembra una rassegnata presa d'atto della fine del rapporto, che appare avvenuta consensualmente, per gettare improvvisamente la maschera e dichiarare senza riserve il proprio immutato amore.
Efficace l'ambientazione in un luogo di calore e di grandi spazi, di disperazione e di speranza.
Sereno e moderato il pathos, composte le emozioni e tuttavia solarmente bella e di disarmante tenerezza per la sincerità nel mostrarsi bambina che sogna sapendo di sognare, perché i sogni non hanno mai fatto male a nessuno...e in amore non è mai detta l'ultima parola.
Commovente, sorridente bellezza.
Accipicchia che belle parole!
Grazie Mark, mi sono emozionata nel leggere il tuo commento...CITAZIONEI MIEI GIUDIZI
KAREN BLIXEN. Senza alcun dubbio, questi sono i due componimenti che preferisco.
La seconda, invece, è una lettera d’amore in piena regola, con tutti i crismi: lei è lontana dal suo lui (non so perché, ma ho immaginato che sia andata in Africa – di qui, il titolo – magari con “Medici senza frontiere” o con qualche altra associazione umanitaria) e, soltanto adesso che si trova ad una certa distanza, soltanto adesso che si sono allontanati per realizzare i propri sogni professionali, riesce a guardare dentro di sé e a capire quello che prova per lui. Lo ama!
E il suo è un “amore bello” – chissà se era questa la canzone di Baglioni a cui si fa riferimento! – fatto di piccoli dettagli, semplici, apparentemente banali, ma intimi e, per questo, ugualmente indimenticabili: il momento in cui si sono conosciuti, i loro primi appuntamenti, le schermaglie d’amore, gli scherzi, le risate, i litigi, gli abbracci, i baci...
È la lettera di una bambina che è cresciuta, di una ragazza che non ha perso la voglia di sognare, di una donna innamorata che prova sentimenti profondi, smisurati come i paesaggi africani che lascia intravedere. Molto bello il passaggio in cui lei immagina la famiglia che avrebbero potuto avere e le emozioni che i loro figli gli avrebbero potuto regalare.
La prosa è “fresca”, scorrevole, coinvolgente: pur essendo molto lunga, infatti, la lettera si legge tutta d’un fiato, grazie ad un linguaggio diretto, incisivo, fortemente evocativo. Più che il libro, che non sono riuscito a leggere , mi ha fatto tornare alla mente lo splendido film che ne è stato tratto: a mio avviso, una delle migliori interpretazioni di Maryl Streep.
Mentre leggevo la sua lettera, ho visto la piccola autrice sul suo balcone, e l’ho vista ridere, e bere birra; e poi l’ho vista lontano, in Africa, esausta, dopo una giornata di lavoro massacrante, tra i bambini che non hanno nulla, neanche l’acqua, e l’ho vista alzare gli occhi al cielo, fiera, per cercare di “mettersi in contatto” con il suo lui. E, guardando lei, ho rivisto Meryl Streep che racconta le sue storie a Robert Redford, alla luce di un camino acceso; l’ho rivista mentre, unica privilegiata, viene invitata a bere nel bar riservato agli uomini; ho rivisto la scena in cui, poco prima di partire, lei si inginocchia davanti al nuovo reggente per raccomandargli i “suoi” bambini e, in quel gesto, c’è tutta la sua fierezza. E ho risentito quello splendido incipit: “Avevo una fattoria in Africa, ai piedi delle colline ‘Ngong…”.
Lo so che, in fondo, “è solo un film; ma un film…” – come si dice nella lettera – “…non ha mai fatto male a nessuno”. Anzi!
Tru'...è più bello il tuo commento della mia lettera!
Grazie di cuore per le parole che hai speso nel commentarle, mi fa davvero piacere che tu abbia "sentito" la mia lettera esattamente come l'ho "sentita" io mentre la scrivevo e...chissà se hai visto una biondina affacciata su quel balcone...
La canzone era Tuuuu coome staaaaai...cmq mi sono fatta anche tanti pianti con Amore Bello (quando tornavo dalle vacanze estive), e con
la mia preferita, quella che fa non tagliare i tuoi capelli mai/mangia un po' di più che sei tutt'ossa...
***
Commento personale: Bellissime lettere, ho ritrovato una parte di me in ciascuna, davvero complimenti a tutte: siete bravissimeeee!!!!
...Schopena e Lalla Romano da pubblicazione. Davvero. Ci sono frasi da sottolineare ed annotarsi, passaggi da rileggere per assaporarne i tratti preziosi, italiano onorato da una scrittura pulita e perfetta, senza mai essere distante da chi legge. Che dire: standing ovatiooooon!!!
Commento sulla mia lettera: a scanso di equivoci (visto che qualcuno mi ha riconosciuto ed ho ricevuto degli MP allarmati ), vorrei dire che sono felicemente fidanzata e la lettera che ho scritto non è -tanto per restare in tema artistico caro a Fidal - un ritratto di una persona che si è messa in posa innanzi a me, bensì un ritratto di una persona immaginaria appartenente ad un universo parallelo che magari -chissà- vive davvero da qualche parte. In verità, posso fare mille battute volgari senza vergogna , ma il pudore mi avrebbe impedito di pubblicare una lettera realmente indirizzata alla persona che amo (e che quindi avebbe avuto toni sicuramente più felici..considerando, tra l'altro, che la meravigliosa persona che è al mio fianco condivide integralmente con me certi miei progetti umanitari ).
Un grazie anche a tutti gli altri giurati , e...vi devo le mie scuse: la mia, si è rivelata essere la lettera-rotolo del mar morto più lunga di tutte! (ma sappiatelo: l'ho scritta lunga solo per punirvi! )
. -
SonoUnPirataSonoUnSignore.
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CITAZIONE (la suocera @ 7/5/2008, 01:56)CITAZIONE (SonoUnPirataSonoUnSignore @ 7/5/2008, 00:54)Sono curioso di conoscere la prossima iniziativa: stupitemi!
Domani sera, ho una riunione di condominio!
Se volesse accompagnarmi, ne sarei davvero felice!
P.S.: Ho sempre amato Julio Iglesias!
Dipende dai punti di vista. Se appartieni al sesso femminile non mi stupisco di ciò: il cantante spagnolo è popolarissimo ancora oggi tra le donne.
Se, invece, appartieni al genere maschile, allora la situazione è preoccupante
Io sono un fan e collezionista dei suoi dischi. Inoltre, ho ben scoperto che la maggior parte dei versi delle sue canzoni costituiscono un invincibile strumento di persuasione per accedere alle celate grazie delle donne. -
panealpane.
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Spettacolare la lettera di "Lalla Romano".
Riesce a distillare in poche parole la quintessenza di un vero sentimento amoroso.
E' una lettera genuina e sincera, non si perde in ricercati lirismi, che alle volte possono appesantire una dichiarazione appassionata, senza per questo essere prosaica, riuscendo così in un delicato equilibrio dalla cifra sottile, a trascinarti in una dimensione sognante, come ha ben messo in risalto il buon Fidal1.
Tocca il cuore.
Davvero complimenti all'autrice.. -
Federico Massimo.
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CITAZIONE (SonoUnPirataSonoUnSignore @ 7/5/2008, 09:48)CITAZIONE (la suocera @ 7/5/2008, 01:56)Domani sera, ho una riunione di condominio!
Se volesse accompagnarmi, ne sarei davvero felice!
P.S.: Ho sempre amato Julio Iglesias!
Dipende dai punti di vista. Se appartieni al sesso femminile non mi stupisco di ciò: il cantante spagnolo è popolarissimo ancora oggi tra le donne.
Se, invece, appartieni al genere maschile, allora la situazione è preoccupante
Io sono un fan e collezionista dei suoi dischi. Inoltre, ho ben scoperto che la maggior parte dei versi delle sue canzoni costituiscono un invincibile strumento di persuasione per accedere alle celate grazie delle donne
La valigia sul letto quella di un lungo viaggio........ -
SonoUnPirataSonoUnSignore.
User deleted
Molto meglio cantata così:
La maleta en la cama preparando tu viaje,
un billete de ida y, en el alma, coraje.
En tu cara de niña se adivina el enfado.
Por más que te enojas quiero estar a tu lado.
Y pensar que me dejas por un desengaño,
por una aventura que ya he olvidado.
No quieres mirarme. No quieres hablar.
Tu orgullo está herido. Te quieres marchar.
. -
Federico Massimo.
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CITAZIONE (SonoUnPirataSonoUnSignore @ 7/5/2008, 10:19)Molto meglio cantata così:
La maleta en la cama preparando tu viaje,
un billete de ida y, en el alma, coraje.
En tu cara de niña se adivina el enfado.
Por más que te enojas quiero estar a tu lado.
Y pensar que me dejas por un desengaño,
por una aventura que ya he olvidado.
No quieres mirarme. No quieres hablar.
Tu orgullo está herido. Te quieres marchar.
Mitica!!!
https://www.youtube.com/watch?v=-exx1BELAAI
Se l'uomo tradisce ..tradisce a metà ..per 5 minuti non eri piu qua ...
Edited by Federico Massimo - 7/5/2008, 10:34. -
SonoUnPirataSonoUnSignore.
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Senti questa, è moooolto meglio:
https://www.youtube.com/watch?v=w11aHvGEwM4
Oppure:
https://www.youtube.com/watch?v=VpRmFA3V9aQ&feature=related.