Berlusconi e il treppiedi

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. _____
     
    .
    Avatar

    ____

    Group
    Member
    Posts
    18,428

    Status
    Anonymous
    CITAZIONE (Truman 77 @ 4/1/2005, 00:44)
    Le leggi "ad personam" appartengono all'ultima legislatura, quella che ha avuto inizio nel 2001.
    Il primo governo Berlusconi durò in carica pochi mesi, dal maggio al dicembre 1994. Da allora al 2001, l'Italia è stata governata dal centrosinistra (è stato lo stesso D'Alema ad "ascrivere" alla sinistra la - per lui positiva - esperienza del governo Dini).

    Come hai scritto correttamente tu, gli attacchi si sono focalizzati sulla persona dell'attuale premier "negli ultimi dieci anni" (vale a dire, da quando il signor B. ha iniziato a far politica).

    TRUMAN

    Le leggi ad personam appartengono all'ultimo periodo del governo Berlusconi ?
    Mi pari disinformatello, mio caro...
    Non puoi campare solo a Giornale e Rete 4...
    Allora, hai dimenticato il "decreto salvaladri" ?
    Fu il primo atto del governo Berlusconi.
    Ed è uno.
    E poi la legge Tremonti.
    Ma come, dirai tu, una legge fatta nell'interesse di tutti !
    Di tutti ?
    217 miliardi di lire di guadagno ti sembrano un argomento trascurabile ?
    Leggiti questo articoletto, e poi ridiscutiamo con calma delle leggi ad personam, va bene ?
    Bacioni
    Fulsere

    http://labos.valtellina.net/gazetin/Mottarelli1.htm

    La legge Tremonti
    "applicata" a Mediaset
    Così un Ministro risolve i "limiti" di una norma approvata dal Parlamento:
    dopotutto, non porta forse il suo nome?
    E, dove non arriva nemmeno lui, c'è sempre una Commissione tributaria…

    di VANNA MOTTARELLI

    Tutto cominciò in una tranquilla domenica di agosto dell’anno scorso. Mi trovavo in montagna con amici e, in attesa della classica polenta, stavo sfogliando svogliatamente La Repubblica. Mi cadde l’occhio (quando si dice il caso!!!) su un trafiletto che riportava, in sintesi, il contenuto di una sentenza della Commissione Tributaria Provinciale di Milano, concernente il contenzioso instauratosi tra Mediaset Spa e l’ufficio delle Imposte Dirette di Milano, in ordine alla concreta applicazione dei benefici della Legge Tremonti. Volli saperne di più. Attraverso la sentenza, effettuai un’articolata analisi del problema. L’elaborato da me predisposto, inserito nel sito www.antoniodipietro.org (comunicato n. 24), per una serie di fortuite circostanze, venne pubblicato sul libro L’odore dei soldi di Marco Travaglio ed Elio Veltri, balzato agli onori delle cronache dopo la tanto discussa trasmissione di "Satyricon". L’argomento, molto complesso, potrebbe risultare di difficile comprensione per i non addetti ai lavori. In queste poche righe cercherò di spiegare, in parole povere, gli aspetti più salienti della vicenda.

    A norma dell’articolo 3 della Legge Tremonti, le aziende che, negli anni 1994 e 1995, reinvestivano utili per l’acquisto di beni strumentali, potevano beneficiare di una detassazione, in misura pari al 50% del costo che eccedeva la media degli investimenti del quinquennio 1989/1993. Più bassa era tale media, più alto era, pertanto, lo sgravio fiscale.
    Ciò può essere meglio spiegato con un esempio. Ipotizziamo di avere, da un lato, un utilizzatore di beni strumentali e, dall’altro, un produttore di tali beni, che per comodità chiameremo, con nomi di fantasia, rispettivamente Giovanni Rossi e Luigi Bianchi.
    Il sig. Giovanni Rossi, titolare di un’impresa di costruzioni, a causa difficoltà finanziarie, aveva un parco attrezzature (gru, ruspe, ecc.) vecchio di dieci anni. Negli anni 1994 e 1995, colse al volo l’opportunità offerta dalla legge Tremonti per anticipare la sostituzione delle attrezzature che perdevano i pezzi, investendo allo scopo in azienda un utile di lire cento milioni. Il predetto utile entrava integralmente nel meccanismo previsto dall’agevolazione di cui all’articolo 3 della Tremonti, essendo stata pari a zero la media degli investimenti del quinquennio 1989/1993. Il nostro imprenditore defiscalizzò, quindi, una quota di utile di lire cinquanta milioni, con un risparmio secco, in termini di imposte, di oltre 25 milioni. In altri termini le attrezzature, dal valore di cento milioni, sono costate meno di settantacinque milioni (Un vero affare!!!).
    Il sig. Luigi Bianchi, produttore di gru, ruspe e altre attrezzature per costruttori edili, che da anni, a causa della crisi del mercato dell’edilizia riusciva a piazzare pochissimi beni strumentali, beneficiò implicitamente della legge Tremonti, in termini di rilancio della propria attività. L’opportunità offerta da tale legge stimolò, infatti, al pari del sig. Giovanni Rossi, altri costruttori edili ad anticipare di qualche anno il rinnovo del proprio parco attrezzature obsoleto.
    Fin qui lettera e spirito della norma. Nulla da ridire al riguardo.

    Veniamo ora al caso concreto di Mediaset. La società di Berlusconi aveva dichiarato pari a zero la propria media di investimenti per il quinquennio 1989/1993 (Non male per essere una grande industria, proprietaria di tre reti televisive!!!). Tutti gli investimenti 1994/1995 beneficiarono del meccanismo della Legge Tremonti. Mediaset, infatti, nel biennio 1994/1995 aveva acquistato opere dell’ingegno (diritti di sfruttamento di film, di spettacoli, di spot pubblicitari, ecc.) per lire 921.248.238.000, di cui lire 460.624.119.000 in esenzione fiscale, con un risparmio di imposte di lire 243.694.921.458 (meditate contribuenti, meditate !!!).
    Il colosso televisivo aveva, tuttavia, dovuto affrontare diversi ostacoli, in quanto la legge mal si conciliava con le ambiziose esigenze di espansione dell’azienda:

    L’articolo 3 della Legge Tremonti prevedeva l’agevolazione per i soli beni strumentali
    Gli investimenti di Mediaset erano tutti riconducibili alla categoria di beni immateriali (beni che non si possono toccare con mano, ma che hanno un elevato valore commerciale) e, più in particolare, erano inerenti lo sfruttamento delle opere dell’ingegno (diritti di autore e simili).
    L’articolo 3 della Legge Tremonti limita il campo delle agevolazioni agli utili reinvestiti
    Dal contesto della sentenza della Commissione Tributaria di Milano emerge che gli utili civilistici realizzati da Mediaset nel biennio 1994/1995, ammontavano a complessive lire 325.014.113.000. Gli utili medesimi, (essendo stata dichiarata pari a zero la media degli investimenti del quinquennio 1989/1993), una volta reinvestiti integralmente in azienda, avrebbero ridotto l’imponibile fiscale del cinquanta per cento (lire 162.507.056.500), con un risparmio di imposte di circa lire 86 miliardi (troppo poco per un investimento programmato di circa mille miliardi!!!).
    L’articolo 3 della Legge Tremonti limitava l’agevolazione ai beni nuovi
    Non tutte le opere acquistate dalla società avevano il requisito della novità. Mediaset acquistò, nel biennio 1994/1995, diritti per lo sfruttamento in televisione di film già proiettati nei cinema (anche in Italia) per complessive lire 434.156.044.936, di cui lire 217.078.022.468 in esenzione di imposta.
    Come risolvere i suddetti problemi? Tornare in Parlamento per apportare correttivi alla legge? E se tali modifiche non fossero state approvate?
    A risolvere gli enigmi di cui ai punti 1 (beni immateriali) e 2 (investimenti eccedenti gli utili dichiarati ai fini fiscali) intervenne, in data 27 ottobre 1994, la provvidenziale circolare 181/E del Ministero delle Finanze, che stabilì, in sintesi:

    appartengono alla categoria dei beni strumentali anche i beni immateriali, quali lo sfruttamento opere dell’ingegno, ecc. (et voilà: il primo scoglio è stato superato!!!);
    se vengono effettuati investimenti in agevolazione di imposta in misura superiore agli utili, le perdite fiscali che ne derivano possono essere portate a nuovo negli esercizi successivi, ma non oltre il quinto (in altri termini sugli utili dal 1996 in poi non verranno pagate imposte fino all’assorbimento delle perdite fiscali derivanti dall’eccedenza di investimenti rispetto agli utili reinvestiti). Questa modifica, tradotta in termini monetari, ha consentito a Mediaset di realizzare un ulteriore risparmio di imposte di circa lire 157 miliardi (differenza tra i 243 miliardi ottenuti complessivamente e gli 86 miliardi derivanti dal reinvestimento dei soli utili).
    L’inconveniente di cui al punto 3 (requisito della novità dei beni) non venne risolto dai chiarimenti ministeriali, tanto che si instaurò il predetto contenzioso tributario. L’Ufficio delle Imposte Dirette di Milano riprese a tassazione un imponibile di lire 217.078.022.468, liquidando, a carico di Mediaset, imposte per lire 52.052.575.000 e irrogando sanzioni per pari importo, per un totale complessivo di lire 104.105.144.000, oltre interessi, da conteggiare a far tempo dagli esercizi 1994 e 1995. Provvidenziale per Mediast fu la sentenza della Commissione Tributaria Provinciale di Milano, la quale elaborò una teoria tutta sua: "I film, vecchi per il cinema, potevano beneficiare delle agevolazioni della Legge Tremonti, in quanto nuovi per la televisione" (Tombola!).

    Chissà se il governo italiano impugnerà la sentenza. Oppure queste cose avvengono solo per i piccoli contribuenti?

     
    .
144 replies since 1/1/2005, 23:48   1406 views
  Share  
.